Bisogna dire che il calendario non ha riservato al Chelsea di Mourinho un inizio in salita: debutto in casa del modesto Burnley,e prima in casa contro un'altra neopromossa,il Leicester.I blues però,in un campionato che riserva sempre sorprese,hanno superato entrambi i test,superando in questa seconda giornata anche con qualche brivido l'agguerrita squadra di Nigel Pearson.A decidere la sfida le reti nel secondo tempo di Diego Costa,ancora a segno,e di un Eden Hazard micidiale,permettendo al Chelsea di guidare la classifica,seppur in coabitazione.Anche il Tottenham di Pochettino infatti è reduce da un ottimo inizio di stagione,Europa League compresa,e a punteggio pieno:dopo la vittoria all'ultimo respiro contro il West Ham in uno dei tanti derby londinesi,gli Spurs hanno liquidato facilmente con un Lamela in grande spolvero il Qpr dell'ex Harry Redknapp.Dopo la sconfitta all'esordio a Loftus Road contro l'Hull City il poker incassato al White Hart Lane ha dimostrato come non basti un buon budget per costruire una squadra competitiva,e Redkanpp dovrà lavorare parecchio per evitare la medesima retrocessione di due anni fa.Il vero big match della giornata però è andato in scena nel monday night all'Etihad Stadium dove i padroni di casa del City non hanno lasciato scampo al giovane Liverpool,che nonostante una campagna acquisti dispendiosa sembra essersi indebolito per la perdita di un leader tecnico come Luis Suarez.Ottima la prestazione dei citizens,che sembrano aver smaltito la pesante sconfitta contro l'Arsenal(pareggio per 2-2 in rimonta in questo turno per gli uomini di Wenger sul difficilissimo campo dell'Everton) in Community Shield,con uno Jovetic scatenato e finalmente decisivo con due reti e con Aguero,che nonostante i problemi fisici che lo assillano continuamente timbra il cartellino con regolarità impressionante.Chiude il quartetto di testa il sorprendente Swansea di Monk,che dopo l'impresa dell'Old Trafford della settimana scorsa,ha battuto a domicilio il Burnley grazie a Dyer.
Se la Roma non riesce a spiccare il volo nei big match, venendo puntualmente ridimensionata, uno dei motivi risiede probabilmente nell'inesperienza ad alti livelli di alcuni titolari dell'undici tipo: giocatori come Ibanez, Villar e Karsdorp hanno mostrato ottime qualità nel corso della stagione, ma non hanno familiarità nel competere per traguardi come la qualificazione alla Champions League, proveniendo chi da mesi in panchina all'Atalanta, chi dalla seconda serie spagnola. Contro il Napoli mancavano, oltre a Veretout, Mkhitaryan e Smalling, due tra i più navigati nella rosa di Fonseca, anche se in campo c'erano comunque Dzeko e Pedro. Lo spagnolo in particolare era stato acquistato in estate a parametro zero dal Chelsea per rappresentare un valore aggiunto in termini di leadership e mentalità vincente, in virtù della sua sconfinata bacheca. Se da questo punto di vista non sembra aver particolarmente inciso sulla maturità del gruppo giallorosso, peraltro con più di un...
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