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Visualizzazione dei post da luglio, 2020

Napoli: Guardiola fa spese in Premier, Koulibaly più vicino alla permanenza?

È un Manchester City scatenato sul mercato dopo la sentenza del Tas di Losanna che ha fatto molto discutere, ribaltando la decisione della UEFA che aveva stabilito una squalifica dalle coppe europee di due anni per i Citizens a causa di violazioni del Fair Play Finanziario. Dopo aver raggiunto un accordo per Ferran Torres del Valencia che andrà a sostituire Leroy Sané, Guardiola è molto vicino ad assicurarsi pure il difensore mancino Nathan Aké per 41 milioni di sterline, circa 45 milioni di euro. L'olandese, ex Chelsea, è retrocesso con il Bournemouth ma era nel mirino dei grandi club inglesi già da tempo e la cifra del trasferimento considerando gli standard della Premier non è poi cosi alta, visti i 65 milioni spesi dallo stesso City per l'acquisto del collega di reparto Aymeric Laporte dall'Athletic Bilbao. Beato Pep per il budget che ha a disposizione, ma il Napoli che ruolo gioca in tutto questo? Il club dello sceicco Mansour era visto come la minaccia principale nell

Serie A, top e flop della 37esima giornata

I top: 👍🏻 Federico Chiesa: una rondine non fa primavera, specie se la primavera è passata da un pezzo e questo è (quasi) calcio d'Agosto. Però la tripletta, con primo gol un po' fortunoso, può aiutarlo per il futuro dopo una stagione altalenante in cui non sempre ha saputo sopportare il peso delle responsabilità. Sempre che il futuro sia ancora a Firenze. Zlatan Ibrahimovic: le partite si susseguono e sembrano quasi moltiplicarsi, ma lui invece di accusare una stanchezza che a quasi 39 anni sarebbe anche giustificata sembra alzare i giri del motore sempre di più. Ancora trascinante, l'asse con Calhanoglu meriterebbe il palcoscenico della Champions ma per il prossimo anno dovranno accontentarsi dei preliminari di Europa League. Domenico Berardi / Ciccio Caputo: una furia travolgente contro il Genoa, manda in porta i compagni e disegna una pazzesca traiettoria a giro col mancino. Ogni anno sembra la stagione dell'esplosione che poi puntualmente non arriva mai, ma in

Una Lazio in salsa spagnola: Borja Mayoral basta per un attacco da Champions?

La Lazio dopo la conquista aritmetica della Champions League è già proiettata al mercato, nonostante le ultime due giornate di campionato possano ancora risultare utili per centrare il secondo posto e alcuni prestigiosi record individuali per i vari Immobile e Luis Alberto. Per il ritorno nei salotti europei più glamour a distanza di 13 anni dall'ultima volta, l'attacco sarà uno dei reparti più rinforzati per bocca dello stesso Igli Tare che ha affermato "prenderemo uno o due attaccanti per la prossima stagione. Uno sicuramente." Il nome più caldo in tal senso è quello di Borja Mayoral, centravanti classe '97. Una trattativa che potenzialmente potrebbe chiudersi anche in tempi brevi se il ds biancoceleste decidesse di stringere la presa, perché è vero che la richiesta di 20 milioni da parte del Real Madrid sembra un po' esosa, ma il giocatore ha un contratto in scadenza nel 2021 che non rinnoverà, e i giornali madrileni non fanno mistero di come i Blancos vogl

Il Tricolore dei rimpianti: chi tra Inter, Lazio e Atalanta ha perso la migliore occasione?

La Juventus ha vinto ancora, una scena a cui dopo nove anni ormai si è fatta l'abitudine, quasi come se fosse la normalità, una circostanza per certi versi ineludibile e a cui si assiste impotenti. Ogni anno c'è almeno una società che parte con dichiarate ambizioni Scudetto, nella convinzione che fisiologicamente la dinastia bianconera non potrà durare in eterno, per poi scontrarsi con la realtà del campo che rivela la superiorità di una sola squadra, sempre la stessa. Ma mai come in questa stagione si è avuta la sensazione che il campionato non abbia avuto una concorrente credibile che potesse impedire alla Juventus di veleggiare, a ritmi vacanzieri, verso il nono Tricolore consecutivo. Perché detto degli imprevedibili problemi interni del Napoli che era la rivale ai nastri di partenza più accreditata, l'Inter non ha saputo capitalizzare il salto della barricata degli ex juventini Conte e Marotta, la Lazio ha accarezzato un sogno scioltosi come neve al sole con la pandemia

La nona sinfonia della Juventus: il pagellone dei principali protagonisti

Wojciech Szczesny 7,5 - Sul nono Scudetto c'è anche la sua firma. Riesce nell'impresa non scontatissima di confinare stabilmente al ruolo di secondo portiere l'idolo Buffon, di cui aveva ereditato i guantoni da titolare, con un rendimento costante. Quando la Juve barcolla come nelle ultime settimane, la tiene in piedi lui. Uno dei portieri più sottovalutati d'Europa. Alex Sandro 6,5 - Il brasiliano si pensava potesse essere uno dei giocatori a beneficiare di più del nuovo corso targato Maurizio Sarri, che ai tempi di Napoli aveva reso Ghoulam un grandissimo interprete del ruolo. Anche la costruzione della rosa di Paratici, che non ha preso una riserva di ruolo a sinistra dopo aver ceduto Spinazzola confidando nell'adattabilità di De Sciglio e Danilo, andava in questa direzione: non è stato così. Nonostante qualche blackout comunque il suo lo ha fatto soprattutto nei primi mesi della stagione, anche se la sensazione è che il prossimo anno avrà una maggiore concorren

Classifiche squadre e marcatori Serie A - 2019/2020 / 36esima giornata

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Serie A, top e flop della 36esima giornata

I top: 👍🏻 Cristiano Ronaldo: anche in una serata di non manifesta onnipotenza, non può mancare il suo timbro sullo Scudetto con il gol che sblocca al tramonto del primo tempo una partita che stava diventando difficile, dopo splendida esecuzione di uno schema. Nel finale spara sulla traversa un rigore che complica la sua rincorsa a Immobile e alla Scarpa d'oro. Ciro Immobile: tre partite storte erano bastate a metterne in discussione il rendimento e l'importanza assoluta in questa Lazio. Tripletta a Verona, con un paio di rigori, e sono 34 in classifica marcatori, miglior cannoniere italiano di sempre in una stagione di A, a due unità dal record assoluto di Higuain. Romelu Lukaku: la critica principale che gli viene mossa, non ancora dissipata, è quella di fare la voce grossa solo con le piccole. Intanto però alla prima stagione in Italia i numeri sono ampiamente dalla sua, con 23 gol di cui 15 in trasferta. E un doppio passo con cui lascia di sasso Romero che avrà ricorda

Napoli, tre partite per valutare gli esuberi e ricavare un altro tesoretto sul mercato

Mentre l'attenzione di molti è focalizzata sulla tanto attesa ufficialità dell'acquisto di Osimhen, a Castel Volturno Gattuso cerca di mantenere il gruppo concentrato sulle tre partite che restano (Sassuolo, Inter e Lazio), che faranno da banco di prova in vista della Champions League che si avvicina sempre di più. Un proposito non semplice, quello di tenere la tensione alta considerando che la classifica non fornisce motivazioni utili a combattere il caldo e gli impegni ravvicinati, e infatti il Napoli nelle ultime giornate ha accusato un calo dopo il pareggio col Milan. Gli ultimi tre turni saranno però utili anche per valutare il contributo di alcuni giocatori non considerati centrali nel progetto tecnico e che potrebbero partire durante l'estate. Se di Milik si è già abbondantemente parlato, Allan e Lozano in questo senso sono gli uomini copertina: il brasiliano ogni volta che viene impiegato sembra avere la testa altrove e al momento l'Everton di Ancelotti sembra

Roma, Florenzi di ritorno da Valencia: il nuovo modulo può cambiare il suo futuro?

4 vittorie nelle ultime 5 partite, 13 punti collezionati sui 15 disponibili. Il traguardo Champions è sfumato, anche in maniera giusta per l'eccessiva discontinuità vista nella seconda parte di stagione, ma la Roma può guardare al futuro con moderato ottimismo grazie anche alla svolta del cambio di modulo. Mentre colleghi che si trovano più in alto di lui in classifica vengono accusati di integralismo tattico, Paulo Fonseca ha mostrato intelligenza nell'adottare la difesa a 3 che ha dato più certezze dietro alla squadra, valorizzando la corsa e la propensione offensiva di esterni bassi come Spinazzola e Bruno Peres. Soprattutto l'inaspettata rinascita del brasiliano è una buona novella per il tecnico portoghese, considerando che la fascia destra nell'ultimo anno alla Roma non ha avuto un padrone, ma solo momentanei occupanti tra appunto Peres, Spinazzola, Zappacosta, Santon e Florenzi. Proprio l'ex Capitano ha già salutato il Valencia, al termine di una esperienza p

Classifiche squadre e marcatori Serie A - 2019/2020 / 35esima giornata

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Serie A, top e flop della 35esima giornata

I top: 👍🏻 Zlatan Ibrahimovic: nelle ultime due partite era uscito indispettito al momento della sostituzione per non aver segnato. Meglio non far innervosire uno come lui; doppietta su azione con la regia di Calhanoglu e il Milan passa anche sul difficile campo del Sassuolo. Seko Fofana: con uno strappo dei suoi si lascia alle spalle Alex Sandro e De Ligt, rovinando definitivamente la festa Scudetto della Juventus e regalando la salvezza ai suoi. Merita il grande salto. Gianluca Lapadula: Lapagol non tradisce nel momento del bisogno. Dell'estremo bisogno, perché la sua doppietta contro il Brescia è vitale per continuare a sperare in una difficile salvezza. Bruno Peres: se questo è il risultato del tweet inopportuno della Ceres, meglio che i tifosi della Roma si inventino qualche altro soprannome. Bruno Dreher? Bruno Tennent's? Rinato col nuovo modulo che gli permette di giocare qualche metro più avanti, proprio come quando si fece notare ai tempi del Torino. Filip Jagiel

Roma, un mercato di riparazione sottovalutato e l’eredità di Petrachi

Il rapporto di Gianluca Petrachi con la Roma si è chiuso nel peggiore dei modi dopo un anno di lavoro, colpa di un carattere spigoloso che ha portato a un deterioramento progressivo delle relazioni con la società e con il rumoroso mondo dei media. In pochi però si sono sbilanciati nel giudicare negativo il suo operato da un punto di vista tecnico, per quanto riguarda il parco giocatori e la scelta di un allenatore come Paulo Fonseca; d'altronde il paradosso quando occupi una scrivania a Trigoria è spesso quello di essere giudicato anche per fattori che vanno al di là delle tue mansioni. La campagna acquisti condotta a Gennaio, è stata oggetto di numerose critiche in un momento in cui la squadra ha accusato una flessione dopo aver chiuso l'anno solare in maniera molto brillante, con l'ex ds che si difese sollevando la questione della cessione societaria che ne limitò i margini di manovra. Eppure i giovanotti di belle speranze acquistati nella sessione di riparazione (che si

Ibra, Maldini, il mercato: come cambia il Milan dopo il bye bye a Rangnick

Mentre nella serata di ieri il Milan era impegnato sul campo del Sassuolo, una breaking news che è rimbalzata tra Germania e Italia ha fatto il giro del web, facendo passare in secondo piano anche il risultato del Mapei Stadium: dopo mesi di contatti e un accordo praticamente raggiunto, il promesso sposo Ralf Rangnick lascia il Milan sull'altare. O forse il contrario. O forse di comune accordo. Fatto sta che a furor di popolo Stefano Pioli si guadagna la conferma sulla panchina del Diavolo fino al 2022 per quanto fatto soprattutto dopo il lockdown, dopo un cambio di rotta a livello di programmazione repentino da parte di Ivan Gazidis e del fondo Elliott. I vertici societari hanno smentito che il dietrofront col demiurgo tedesco sia arrivato in seguito al rifiuto di una convivenza almeno per il primo anno con l'ex Inter e Fiorentina, contrariamente a quello che trapela dalla Germania sul giornale Kicker e, tra le righe, dalle parole stesse dell'agente di Rangnick. Il Milan h

Fiorentina: archiviata la salvezza, è arrivata l’ora dei sogni di mercato

A 4 turni dalla fine del campionato la Fiorentina con il conforto della matematica ha definitivamente archiviato la pratica salvezza e ora può dedicarsi con serenità alla programmazione del prossimo futuro, che dovrà vedere la Viola di nuovo in lotta per le zone europee. Innanzitutto c'è da sciogliere il rebus panchina con Iachini che nonostante il buon lavoro svolto non verrà confermato, e la dirigenza che dovrà orientarsi tra la tentazione De Rossi, la pista Juric e un nome più blasonato (Spalletti?) che richiederebbe l'intervento in prima persona di Commisso. Quel che è certo è che per quanto riguarda il parco giocatori si cercherà di ripetere un'operazione stile Ribery, la nota senza dubbio più lieta della stagione gigliata, per offrire più leadership ad un gruppo che già a Gennaio è stato rinforzato con esborsi economici non indifferenti. Il mercato offre più soluzioni se si cercano campioni magari non più sulla cresta dell'onda a parametro zero, e la più intrigant

Serie A, top e flop della 34esima giornata

I top: 👍🏻 Cristiano Ronaldo: complessivamente forse la prestazione di Dybala è migliore, ma il suo score giornaliero recita due gol, uno su rigore, e una traversa. Sul nono Tricolore consecutivo per cui ormai manca solo la matematica c'è la sua firma a caratteri cubitali. 30 reti in altrettante partite a 35 anni. Fenomeno e basta. Henrikh Mkhitaryan: nono centro in venti presenze in Serie A, di cui 14 da titolare. Il contributo dell'armeno in termini di gol e assist è davvero notevole, ma anche da dettagli meno appariscenti si capisce come sia un giocatore vincente che ha vestito maglie di importanti squadre europee. La sua conferma per il prossimo anno è il miglior regalo per Fonseca. Fabio Quagliarella: il peso degli anni un po' si fa sentire, e le partite saltate in questa stagione stanno lì a sottolinearlo. Ma le 37 primavere non intaccano una classe che gli permette di siglare il 2-2 al Tardini con una magia delle sue, prima di chiudere uno splendido duetto con l

Classifiche squadre e marcatori Serie A - 2019/2020 / 34esima giornata

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Verso Juventus-Lazio, la partitissima Scudetto diventata match point bianconero

Quando vennero stilati i calendari utili al completamento delle 12 giornate restanti della Serie A, dopo la sosta forzata causa pandemia, la data cerchiata in rosso sul calendario di tutti era il 20 Luglio, giorno di Juventus-Lazio. Quel fatidico 20 Luglio è arrivato, ma quella che doveva essere nell'immaginario collettivo la partita decisiva per l'assegnazione dello Scudetto, non sarà che semplice match point per la Juve per chiudere il discorso e portarsi a casa il nono Tricolore consecutivo. Nessuno a Maggio aveva tenuto conto delle dinamiche anomale di questo spezzone di campionato, che hanno portato la Lazio a squagliarsi (e non per le temperature a cui si gioca), dopo essersi strenuamente battuta per riprendere, quando la classifica recitava ancora un -1 dalla vetta che autorizzava a sognare. Rosa corta, infortuni non preventivati e cattiva gestione di giocatori in condizione precaria, disabitudine mentale ad avere non più solo la possibilità ma anche il dovere di lottare

Inter: una rondine non fa primavera, Eriksen ancora in panchina con la Roma?

Nello 0-4 sul campo della Spal è stato il giocatore più coccolato dai tifosi nerazzurri, che attraverso il potente strumento dei social hanno esaltato ogni sua giocata, ogni suo tocco vellutato, quasi a voler esorcizzare il rischio che quello che a Gennaio sembrava un colpo a cinque stelle si perda tra tatticismi, difficoltà di ambientamento, limiti caratteriali. Eriksen non è stato il migliore dei suoi al Mazza e la sua prestazione non è stata scintillante, soprattutto se si considera il livello dell'avversario; i dati però hanno evidenziato come il danese sia stato l'interista che ha corso di più a Ferrara escludendo che alla base delle sue difficoltà ci sia una questione di ritmo, considerazione opinabile già in partenza visti i migliori anni di carriera spesi in Premier con il Tottenham. E allora tutti si chiedono dove stia il problema, è una questione di inserimento come dice Conte che ha messo l'accento sul carattere timido del suo trequartista? Oppure c'è un inco

Roma: Zaniolo l’ultima vittima di un ambiente sempre in guerra con sé stesso

Neanche il tempo di gioire per la terza vittoria consecutiva che ha allontanato l'ennesimo momento di crisi, che dalle parti di Trigoria si è già trovato un nuovo capro espiatorio per esacerbare gli animi di un ambiente che sembra aver bisogno di una polemica a tutti a costi per mantenersi vivo. Il caso Zaniolo al centro dell'attenzione ovviamente, nato dal battibecco con Mancini al fischio finale della partita col Verona e alimentato dalla presa di posizione di Fonseca, che si è pubblicamente schierato col suo difensore perché non soddisfatto dallo spirito di sacrificio mostrato dal classe '99 dal suo ingresso in campo. Una tirata di orecchie dell'allenatore portoghese a un super talento come Zaniolo, che non è nè un santo nè un bad boy, ma semplicemente un giovane che ogni tanto ha bisogno di essere richiamato all'ordine, specie quando non rincorre l'avversario e rischia di essere espulso per un intervento al limite. Eppure quello che poteva essere derubricato