L'ultimo weekend di calcio giocato di un incredibile tour de force a cui fanno fatica a stare dietro pure tifosi e addetti ai lavori, si è portato dietro l'ennesima coda velenosa di polemiche, con la moviola ormai che ha quasi più spazio rispetto ai gol e ai gesti tecnici. Ci si è messa la Juventus con i due rigori a favore nel big match contro l'Atalanta a far deflagrare un problema comunque già presente e dibattuto: tutti d'accordo, da allenatori a ex giocatori da opinionisti a giornalisti, che la punibilità esasperata nelle situazioni di fallo di mano fa sì che questo non sia calcio. I dati sono lì a confermarlo perché siamo maglia nera nei tornei top di Europa per rigori fischiati con gli attuali 159 (contro i 122 dell'anno scorso a campionato finito), praticamente il doppio rispetto agli 80 della Premier League che è più avanti di noi di trenta partite sul calendario, al netto di un metro arbitrale culturalmente piuttosto diverso come quello inglese. Una linea comune sposata praticamente da tutti, fino a che arriva Marcello Nicchi, Presidente dell'AIA, Associazione Italiana Arbitri, in odore peraltro di quarto mandato, a difendere la categoria affermando che "il regolamento è lo stesso in tutta Europa, forse all'estero i giocatori sono più attenti in queste situazioni".
Dichiarazioni discutibili a parte, tutti sanno come lo scorso anno è stato cambiato l'articolo 12 del regolamento arbitrale con attenzione particolare ai falli di mano (che da che mondo è mondo, a onor del vero, fanno sempre discutere), sostituendo il criterio della volontarietà con quello ritenuto più oggettivo dell'ampliamento innaturale del volume del corpo del difendente. Una riforma che aveva come obiettivo la ricerca un po' utopistica di un El Dorado a livello di uniformità di decisioni, e che ha finito per allontanare le regole, almeno da noi, dallo svolgimento reale del gioco.
Secondo quanto riportato dal Corriere dello Sport, ci sarebbero nuovi cambiamenti all'orizzonte con Pierluigi Collina, oggi a capo della prestigiosa commissione arbitrale Fifa a cui l'Ifab riconosce sempre più potere in epoca di sperimentazione Var, che vorrebbe porre rimedio dalla prossima stagione con l'introduzione di nuove direttive.
Non resta che sperare nell'operato del grande ex fischietto per ritornare a una dimensione in cui non si gioca a calcio con la camicia di forza, anche se come le squadre italiane stanno imparando sulla propria pelle, non sono solo le regole a fare la differenza, bensì l'interpretazione che la classe arbitrale dà alla stesse.
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