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Serie A, top e flop della 32esima giornata


I top: 👍🏻

Dries Mertens: Conti e Paquetá stanno ancora cercando il pallone che il belga gli nasconde prima di presentarsi al tiro contro Donnarumma. Ispirato come nelle grandi serate, fa tanto movimento e segna la rete del momentaneo 2-1.
Kevin Lasagna: l'Udinese perde e forse la sua realizzazione è viziata da un fallo su Yoshida, ma lo stato di forma è strepitoso con sei centri nelle ultime cinque partite. Solo Cristiano Ronaldo ha segnato di più da quando si è tornati in campo.
Roberto De Zerbi: le scelte iniziali di formazione con un turnover di nove elementi lasciano perplessi in molti, ma si rivelano vincenti; il classe 2000 Raspadori bagna il debutto da titolare con il gol, Caputo entra all'intervallo e giustizia la Lazio al tramonto della partita. Quattro vittorie in fila e l'Europa non è poi così lontana.
Duvan Zapata: per Gomez sono finiti gli aggettivi di elogio, per il colombiano qualcuno ancora è rimasto. La Juventus lo soffre sempre, la potenza con cui spazza via un tipetto non certo esile come De Ligt in occasione del gol è devastante.
Ashley Young: non è unanimità nella tifoseria nerazzurra perché ogni tanto è protagonista di qualche svarione difensivo, ma nell'altra metà del campo è un fattore quando è così in serata. Segna il gol importantissimo che avvia la rimonta dell'Inter e entra nell'azione del 2-1 di Godin con un suggerimento per Sanchez che tradisce il suo passato da esterno offensivo. 35 anni mascherati bene.


I flop: 👎🏻

Lorenzo Andrenacci: il terzo portiere del Brescia, chiamato a non far rimpiangere il titolare Joronen che è tra i migliori nella negativa stagione dei suoi. Non si fa onore, non è solo a causa dei suoi errori che la Roma espugna il Rigamonti, ma è goffo sui gol di Fazio e Zaniolo.
Nikola Maksimovic: in affanno nelle ultime uscite dopo alcune prestazioni decisamente sopra le righe nel post lockdown. A Marassi si era fatto sovrastare da Goldaniga, contro il Milan commette un penalty su Bonaventura ed è troppo blando nella marcatura su Rebic.
Ciro Immobile: la premessa doverosa è che gli insulti social nei suoi confronti da parte di alcuni "tifosi" sono assurdi e ingiustificati, visto che, piccolo dettaglio, si parla pur sempre del capocannoniere della Serie A con 29 centri. Dalla ripresa però Immobile non gira e con lui tutta la Lazio; il conto tra occasioni concretizzate sprecate non torna più.
Marco Parolo: l'impegno non manca mai, ma la qualità e le geometrie non sono quelle di chi fa quel ruolo da una vita come Leiva. Il modo in cui si fa sovrastare in pieno recupero da Ferrari che fa sponda per Caputo, si candida a specchio del crollo mentale oltre che fisico dei biancocelesti.
Samir Handanovic: il pallone gli sfugge dai guantoni come una saponetta, un regalo che Belotti sembra quasi in imbarazzo a scartare. Prova a rimediare in seguito su Ansaldi e anche la traversa gli viene in soccorso nel secondo tempo, ma l'errore, non da lui, è di quelli che rimangono impressi.

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