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La nona sinfonia della Juventus: il pagellone dei principali protagonisti


Wojciech Szczesny 7,5 - Sul nono Scudetto c'è anche la sua firma. Riesce nell'impresa non scontatissima di confinare stabilmente al ruolo di secondo portiere l'idolo Buffon, di cui aveva ereditato i guantoni da titolare, con un rendimento costante. Quando la Juve barcolla come nelle ultime settimane, la tiene in piedi lui. Uno dei portieri più sottovalutati d'Europa.

Alex Sandro 6,5 - Il brasiliano si pensava potesse essere uno dei giocatori a beneficiare di più del nuovo corso targato Maurizio Sarri, che ai tempi di Napoli aveva reso Ghoulam un grandissimo interprete del ruolo. Anche la costruzione della rosa di Paratici, che non ha preso una riserva di ruolo a sinistra dopo aver ceduto Spinazzola confidando nell'adattabilità di De Sciglio e Danilo, andava in questa direzione: non è stato così. Nonostante qualche blackout comunque il suo lo ha fatto soprattutto nei primi mesi della stagione, anche se la sensazione è che il prossimo anno avrà una maggiore concorrenza interna.

Matthijs De Ligt 7,5 - L'inizio è da incubo. Si porta dietro il peso del maxi investimento sostenuto per portarlo via dal nido di Amsterdam e il fardello della critica italiana, che vorrebbe vedere un ventenne alle prime presenze in Serie A dimostrarsi subito insuperabile. Sembra avere un magnete nelle braccia che calamita la sfera, ma si conferma un predestinato quando infortuni pesanti fanno fuori la concorrenza prima di Chiellini e di Demiral poi. Non è ancora il fenomeno che qualcuno dipinge dopo aver giocato una seconda parte di stagione in continuo crescendo con una spalla in disordine, ma il futuro è tutto suo.

Leonardo Bonucci 7 - Pronti via e la Juventus perde subito Chiellini, da cui eredita fascia di capitano e responsabilità nel prendere per mano il reparto. Per diverso tempo ci riesce molto bene, ma principalmente dopo il lockdown non sono mancati i momenti di sbandamento. La Vecchia Signora a 180' dalla fine ha subito 38 reti, troppe per quelle che sono le abitudini da quasi un decennio a questa parte.

Juan Cuadrado 7,5 - Ritorno alle origini per lui, dopo gli esordi da terzino (decisamente) di spinta. Grande applicazione nel ruolo di esterno basso senza rinunciare ai suoi classici spunti in attacco, una delle migliori intuizioni tattiche dell'anno juventino di Sarri.

Danilo 6 - Arrivato alla Continassa in uno scambio (non alla pari) con Cancelo, e già questo non depone a suo favore. Parte col botto segnando al Napoli, poi diventa uno dei bersagli preferiti dei tifosi e non garantisce le certezze, specialmente difensive, che uno che ha nel curriculum oltre alla Juventus, Porto, Real Madrid e Manchester City dovrebbe fornire.

Miralem Pjanic 7 - Il giudizio poteva essere più severo, perchè la Juventus non ha fatto un'operazione esclusivamente finanziaria completando lo scambio con Arthur del Barcellona. Mesi di anonimato, disputati al di sotto delle sue possibilità, sono seguiti al fallimento dell'idea che potesse trasformarsi nell'ideale regista sarriano. A Barcellona avrà bisogno di nascondersi di meno e forse anche di cambiare di nuovo posizione in mezzo al campo, perché al Camp Nou davanti alla difesa troneggia un inamovibile Busquets.

Adrien Rabiot 6,5 - Il voto è una media piuttosto generosa di diversi mesi insufficienti e dell'ultimo periodo decisamente positivo in cui è compresa la perla del coast to coast di San Siro, anche se numericamente si parla ancora di poche partite. Ha però il grande alibi di aver passato praticamente tutto l'anno scorso fuori rosa per incomprensioni contrattuali col Psg, dopo il quale ha faticato a ritrovare il passo dei tempi migliori.

Blaise Matuidi 6,5 - In un centrocampo che vorrebbe nelle intenzioni dominare il gioco, le sue caratteristiche non sono quelle ideali per Sarri. Però quando bisogna badare al sodo, la sua capacità di fare legna è sempre e comunque preziosa.

Rodrigo Bentancur 7,5 - Il migliore nel reparto più in sofferenza della Juventus, il centrocampo. Migliora di partita in partita correndo per due, anche se non ha ancora deciso se da grande farà la mezzala o il regista. I tempi di inserimento ci sono, il feeling con la porta e la maturità per gestire i tempi della manovra davanti alla difesa sono ancora da affinare invece.

Aaron Ramsey 6 - Quando è stato preso a fine contratto a costo zero dall'Arsenal, i pregi e i difetti del gallese si conoscevano: grande tecnica e doti nel palleggio penalizzate da muscoli di cristallo. I suoi continui stop sono difficilmente sostenibili se allo stesso tempo hai in rosa e nello stesso reparto Khedira. Strappa una sufficienza per la prestazione offerta nel derby d'Italia allo Stadium.

Federico Bernardeschi 6,5 - La prima rete del suo campionato arriva nella sera della festa Scudetto contro la Sampdoria. Basta questo a spiegare le sue difficoltà, anche se in un tridente che annovera CR7 e Dybala/Higuain essere protagonista oltre che equilibratore non è facile. Comunque può e deve fare di più.

Douglas Costa 6,5 - La Juventus fatica a farci affidamento ma anche a considerarlo cedibile, la sua fragilità muscolare è un handicap ma quando è disponibile sa scardinare le difese come pochi. Pro e contro di un talento incredibile, a cui la dimensione di subentrante di lusso rimane volente o nolente più congeniale.

Paulo Dybala 8,5 - 12 mesi dopo essere stato sul mercato e aver rifiutato di lasciare Torino, si è ripreso la Juventus a suon di magie mettendo a tacere tutte le considerazioni su una presunta incompatibilità tecnica con Ronaldo. Si può affermare senza dire un'eresia che lo Scudetto sia stato indirizzato dalle sue reti segnate all'Inter, sia all'andata che al ritorno. In arrivo un ricchissimo rinnovo che lo legherà ai colori bianconeri a lungo. Joya per gli occhi.

Gonzalo Higuain 7- Stesso voto dei suoi gol, un po' pochini per uno del suo livello, anche se pesanti, come quello contro l'Inter a Milano. La sua redenzione a differenza di Dybala è a metà, dopo un'estate con la valigia in mano. La ripresa post lockdown ha messo in luce come l'ex Palermo sarà anche il futuro bianconero, mentre lui probabilmente solo il presente.

Cristiano Ronaldo 9 - I numeri sono maggiormente descrittivi rispetto alle parole: 31 reti in 32 presenze a 35 anni, dopo che l'anno scorso si era fermato a 20. Diventa il primo capace di sfondare il muro dei 30 gol in Italia, dopo averlo abbondantemente già fatto in Inghilterra e in Spagna. Non sono mancati i momenti di appannamento in cui sembrava stesse per iniziare la sua parabola discendente, ma ha risposto come solo i Campioni sanno fare.

Maurizio Sarri 6,5 - La premessa è che vincere non è mai facile, mai scontato. Neanche se sei più forte, perché le motivazioni nel calcio contano tanto, e quelle di chi da 9 anni trionfa in Italia in partenza non possono essere identiche a quelle di chi non gioisce da una vita. Detto ciò, la sua visione di calcio e la sua mano quest'anno si è vista veramente poco, dividendo la critica tra chi pensa che la rosa non sia adatta alle idee dell'allenatore e chi sostiene che con il materiale umano a disposizione si sarebbe potuto fare di più in termini di gioco. Perché in fondo il ciclo di Allegri si è chiuso e quello di Sarri si è aperto per imparare a vincere in un altro modo, per dipendere meno dalle individualità, per primeggiare attraverso un'impronta estetica da imporre prima in Italia e poi in Europa; niente di tutto questo si è avverato e tra una vittoria e l'altra si sono viste sconfitte inquietanti come quella di Udine, una partita che la Juventus che tutti conoscono, per una questione di mentalità, non avrebbe mai perso. Mai come quest'anno si è avuta la sensazione che i bianconeri abbiano vinto per la mancanza di una rivale credibile, ma nonostante tutto, lo Scudetto ancora una volta prende la via di Torino.

Commenti

Anonimo ha detto…
Condivido le pagelle molto oggettive e precise.
Anonimo ha detto…
Io noto la mancanza di alcuni elementi della rosa, ad esempio Pinsoglio, citato dai giornali come fondamentale uomo spogliatoio che ogni allenatore vorrebbe avere. C è una motivazione?

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