Nella Fiorentina che ieri sera è uscita con le ossa rotte dalla sfida col Sassuolo, due dei maggiori protagonisti in negativo sono stati due giocatori attorno a cui la Viola sogna di costruire un futuro più in linea con le ambizioni di una piazza così importante: Gaetano Castrovilli e Federico Chiesa. Il centrocampista, principale nota lieta della stagione dei gigliati, ieri ha vissuto una vera e propria notte da incubo regalando un penalty dopo aver steso Djuricic e addormentandosi poi in maniera inspiegabile e imperdonabile in area di rigore, facendosi sfilare il pallone da Muldur che buca Dragowski. Una performance inquietante per il classe '97, sostituito a metà secondo tempo da Iachini, così come per il coetaneo Federico Chiesa, che fatica terribilmente a prendere le redini della squadra come tutti si aspetterebbero da lui. Il figlio d'arte è stato impiegato ancora una volta accanto a Ribery nel 3-5-2, e continua a essere prigioniero di un equivoco tattico. Chiesa anche ieri si è divorato un'occasione a tu per tu con il portiere avversario che avrebbe potuto indirizzare il match sul punteggio ancora di 0-0, e il proposito di avvicinarlo alla porta per risolvere il problema del suo feeling con il gol si sta rivelando un grosso buco nell'acqua: un ritorno a tempo pieno sulla fascia comincia a essere auspicabile, almeno per sfruttare i suoi punti di forza, i suoi strappi in velocità e la sua capacità di creare superiorità numerica.
Non può non essere chiamato in causa anche quel Giuseppe Iachini che probabilmente già si è giocato la riconferma sulla panchina della Fiorentina. Dopo l'incoraggiante prova dell'Olimpico infatti, la Viola ieri è apparsa una formazione confusa a livello di idee e di uomini: Cutrone non sarà magari la soluzione per l'attacco del futuro, ma la squadra può giocare senza una punta di ruolo e affidarsi solo alle invenzioni di Ribery nella speranza di segnare? Ghezzal, che pure Iachini ha avuto il merito di rispolverare ricevendo buone risposte, è sostenibile da mezzala contro un undici votato all'attacco come quella di De Zerbi?
In attesa che la Fiorentina del futuro sia affidata alle cure di un tecnico importante (il sogno è sempre Spalletti), Pradé nel post partita ha giustamente ammonito il gruppo a tirare fuori gli attributi, senza fare nomi, ma lanciando messaggi precisi. Anche Chiesa e Castrovilli devono iniziare a giustificare le sirene di mercato a suon di prestazioni sul campo, per il bene loro e del club di Commisso.
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