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Ibra, Maldini, il mercato: come cambia il Milan dopo il bye bye a Rangnick


Mentre nella serata di ieri il Milan era impegnato sul campo del Sassuolo, una breaking news che è rimbalzata tra Germania e Italia ha fatto il giro del web, facendo passare in secondo piano anche il risultato del Mapei Stadium: dopo mesi di contatti e un accordo praticamente raggiunto, il promesso sposo Ralf Rangnick lascia il Milan sull'altare. O forse il contrario. O forse di comune accordo. Fatto sta che a furor di popolo Stefano Pioli si guadagna la conferma sulla panchina del Diavolo fino al 2022 per quanto fatto soprattutto dopo il lockdown, dopo un cambio di rotta a livello di programmazione repentino da parte di Ivan Gazidis e del fondo Elliott. I vertici societari hanno smentito che il dietrofront col demiurgo tedesco sia arrivato in seguito al rifiuto di una convivenza almeno per il primo anno con l'ex Inter e Fiorentina, contrariamente a quello che trapela dalla Germania sul giornale Kicker e, tra le righe, dalle parole stesse dell'agente di Rangnick.
Il Milan ha scelto quindi la strada della continuità e della meritocrazia, invece di tuffarsi in nuovo anno zero con un uomo che è un grandissimo conoscitore di calcio, ma anche digiuno delle dinamiche dell'universo pallonaro italiano; difficile dire se il percorso intrapreso è quello giusto, questo lo dirà il tempo, ma sicuramente la conferma dell'attuale tecnico porta con sé dei vantaggi immediati.
Innanzitutto Ibrahimovic. La permanenza dello svedese, grande protagonista della vittoria di ieri, con Rangnick sarebbe stata pura utopia, ma le parole di reciproca stima con Pioli, di cui Ibra ha appreso il rinnovo con stupore nel post partita, possono aprire scenari diversi. Nessuna chiamata è ancora arrivata da parte di Gazidis, ma da oggi le possibilità di vederlo con la maglia rossonera anche il prossimo anno, a patto di risolvere qualche incompatibilità di fondo con la proprietà, sono in aumento.
Poi Maldini. Questa è anche la sua vittoria inutile negarlo, visto il modo in cui si era dichiarato pubblicamente contrario alla soluzione Rangnick senza tanti giri di parole. Certamente dopo tutto quello che è successo, con il ridimensionamento delle competenze tecniche che gli era stato prospettato, il rapporto con Elliott non deve essere più idilliaco, ma abbandonare una creatura da lui forgiata sul mercato insieme al compianto Boban e a Massara e che sta esplodendo sotto i suoi occhi, non sarebbe facile a queste nuove condizioni.
Vantaggi ma anche incognite, soprattutto sul mercato. Uno dei nomi che più fa girare la testa ai tifosi milanisti è il talentuosissimo Dominik Szoboszlai, classe 2000 del Salisburgo che ormai da settimane ammicca al Milan. La definitiva fumata nera col Professore toglie una corsia preferenziale ai rossoneri per arrivare all'ungherese, che potrebbe anche decidere di rimanere nella famiglia Red Bull, sponda Lipsia magari, senza dimenticare che i corteggiatori in giro per l'Europa non gli mancano.
Maldini però ha già dimostrato nel recente passato di saper essere persuasivo, e un futuro a Milanello è tutt'altro che fuori questione, considerando la preferenza del tuttocampista magiaro per il campionato italiano.

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