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Serie A, top e flop della 31esima giornata


I top: 👍🏻

Ante Rebic: premiare lui è come premiare il lavoro di Pioli, che ha trasformato il croato da oggetto misterioso nei primi mesi milanisti a giocatore da 10 centri nelle ultime 12 partite con soli 22 tiri. Letale quando sente l'odore del sangue, dopo Roma e Lazio punisce anche la Juventus.
Adrien Rabiot: dopo la rete su punizione di Ronaldo, secondo miracolo in casa Juve in pochi giorni. Si sblocca il francese con un coast to coast inaugurato da un tunnel a Theo Hernandez, superfluo aggiungere che si tratta del miglior Rabiot visto finora in Italia.
Luis Muriel: ancora Muriel, ancora dalla panchina. Entra lui e l'Atalanta risolve una partita difficile contro una Sampdoria tenace e ben organizzata. 17esimo centro in campionato, 11 da subentrato, nessuno come lui in Europa.
Seko Fofana: l'Udinese vive indubbiamente sull'estro di De Paul e i gol di Lasagna, ma farebbe parecchia fatica in mezzo al campo senza i muscoli di Fofana. Ispirato e fisicamente dominante dalla ripresa, serve l'assist per la terza rete sul campo della Spal, che praticamente significa salvezza.
Domenico Berardi: sblocca il derby emiliano con una rete molto bella: stop di sinistro su cross di Muldur, difensore mandato al bar, e tiro a giro sul secondo palo. Col destro. Basterebbe solo questo.

I flop: 👎🏻

Milan Skriniar: 120 secondi e si fa saltare da Lazovic come se fosse una partitella di allenamento, un difensore del suo livello non si può permettere sbavature così. Piuttosto maldestro quando tenta di affacciarsi in avanti. In generale la difesa a 3 sembra sempre meno il suo habitat naturale.
Leonardo Bonucci/ Daniele Rugani: i difensori della Juventus sono lo specchio di una giornata piuttosto difficile per i grossi calibri del ruolo. Rugani è il bersaglio preferito e più scontato di juventini e non per la clamorosa rimonta subita dal Milan, ma Bonucci è tutt'altro che esente da colpe; sfortunato sul rigore ma spettatore troppo passivo in occasione dello slalom di Kessie. Perde il controllo del reparto dall'ora di gioco in poi, quando vede rossonero proprio non gli riesce di spostare gli equilibri in positivo.
Francesco Acerbi: se comincia a sbagliare anche lui, sono dolori per la Lazio. Sempre solido, sempre affidabile, sempre presente, forse troppo viene da dire visto che non conosce il turnover. Si perde il match winner Lucioni su corner e fatica a contenere la mobilità di Falco.
Alex Sandro: entra al 78' e si esibisce ben presto in un notevole cambio di gioco. Peccato che non fosse per un compagno ma per Bonaventura.
Patric: corona una prestazione decisamente non memorabile con un bel morso a Donati che gli vale 4 giornate di squalifica. Degno erede di Suarez.

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