I top: 👍🏻
Wojciech Szczesny: eh si, il portiere della Juventus migliore dei suoi nonostante i tre gol al passivo; valutazione che fa notizia, campanello d'allarme che qualcosa decisamente non va. Bersagliato specie nel primo tempo, deve effettuare sette parate, la più spettacolare delle quali sul mancino deviato di Muldur. Un estremo difensore della Vecchia Signora non aveva una tale mole di lavoro in una singola partita dal lontano 2014.
Gian Piero Gasperini: onestamente citare un giocatore della Dea suona come fare un torto ad un altro: perché Gosens continua a collezionare gol e assist, Malinovskyi regala una prodezza balistica dietro l'altra, Pasalic ne fa addirittura tre con una naturalezza disarmante. Meglio allora applaudire una volta in più il lavoro di chi dietro le quinte ci mette tanto del suo perché questi exploit individuali possano avvenire.
Ciccio Caputo: l'incarnazione del bomber di provincia sbocciato tardi, o forse, colpevolmente ignorato troppo a lungo dalla massima serie. Dopo aver castigato la Lazio, ribalta anche la Juve fungendo da centro di gravità di ogni offensiva del Sassuolo, grazie anche all'eccellente intesa con Berardi. Fanno 17 in campionato.
Federico Bonazzoli: quando giocava nelle giovanili dell'Inter sembrava un predestinato, poi il lungo peregrinare tra un prestito e l'altro ne ha frenato la crescita. La Sampdoria però ci crede e lui la ripaga con una doppietta di pregevole fattura che sigilla ormai la salvezza, condita da un abbraccio sentito a Fabio Quagliarella, maestro di questo tipo di realizzazioni spettacoli e acrobatiche.
Andrea Belotti: chissà dove sarebbe il Torino senza il suo Capitano, l'emblema odierno del cuore granata con i suoi generosi ripiegamenti difensivi, migliore in campo nella sfida spartiacque col Genoa. Impossibile ignorare la sua striscia aperta di sette partite di fila a bersaglio, meglio di lui nella storia del calcio italiano solo Franco Ossola nella stagione 47/48.
I flop: 👎🏻
Arek Milik: peggiore in campo per distacco a Bologna, ripreso in continuazione anche da Gattuso fino al cambio. Certamente, essere dentro la partita a livello mentale, quando tutta la città e la tifoseria non fa che parlare di quanto è forte l'attaccante che dovrebbe andare a prendere il tuo posto non deve essere facile.
Mattia Caldara: l'unico rumore sospetto proveniente dal motore di una macchina che va a mille come l'Atalanta. I primi dieci minuti di Caldara in un derby col Brescia dal sapore particolare sono da incubo, con Torregrossa che fa illudere le Rondinelle che non sarà una partita a senso unico. Necessari ancora altri cicli della cura Gasp.
Davide Biraschi: si perde Bremer sul corner del vantaggio granata, imitando quanto fatto dal compagno Zapata poco prima. Non è il diretto marcatore di Belotti, ma quando il Gallo transita nella sua zona va spesso in apnea.
Artur Ionita: si consegna al nemico di fronte al dinamismo e all'aggressività del centrocampo della Samp. Perde con troppa facilità in mediana il pallone che dà origine al 2-0.
Luigi Di Biagio: ok il contestabile episodio su Strefezza, ma la sua Spal è non da ieri vittima sacrificale dell'avversaria di turno. Fare risultato con l'Inter forse è chiedere troppo, ma di sicuro un misero punto conquistato col Milan nel post lockdown non può andare bene. Si è guadagnato infatti anche la tirata di orecchie del presidente dei ferraresi Mattioli, non contento del suo operato.
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