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Visualizzazione dei post da gennaio, 2021

Napoli, Mertens torna indisponibile: il recupero è stato troppo affrettato?

Il salvagente per impedire a Rino Gattuso di affogare nell'instabilità del suo Napoli, tra una partita e l'altra ma anche nell'arco degli stessi 90', è rappresentato dai recuperi in questa seconda parte di stagione di Osimhen e Dries Mertens. Se il nigeriano ha solo bisogno di tempo per ritrovare la migliore forma dopo la lunga assenza per il fastidioso problema alla spalla e la positività al Covid, a preoccupare di più sono le condizioni del folletto belga. L'ex Psv non sarà tra i convocati per la partita contro il Parma in quanto - secondo Sky - è in procinto di tornare in Belgio per sottoporsi a nuovi controlli alla caviglia che gli causa dolore, quella che l'ha tenuto fuori un mese dopo l'infortunio patito a Dicembre contro l'Inter. Da quando lo staff medico del Napoli lo ha dichiarato guarito e idoneo a riprendere gli allenamenti col resto del gruppo sono stati ben 5 gli spezzoni di gara disputati. In Supercoppa contro la Juve è riuscito anche a gua

Una punizione non ti cambia la vita: Conte frena gli entusiasmi su Eriksen

La punizione-gioiello con cui Christian Eriksen ha deciso nei minuti di recupero il secondo derby di Milano stagionale ha fatto il giro d'Europa, ottenendo particolare eco mediatico in Inghilterra dove il danese ha abituato per anni i palati fini della Premier a questo tipo di magie. Subito tutti hanno cominciato a chiedersi se quel lampo di rara bellezza fosse la svolta "è l'inizio di una nuova avventura per Eriksen a Milano?" . Ci ha pensato però Conte in conferenza stampa a riportare tutti coi piedi per terra: "Vogliamo che Eriksen ci dia un contributo anche durante la partita, non solo sui calci da fermo. In questi anni non abbiamo avuto uno specialista, è un'arma in più ma da lui ci aspettiamo anche qualcosa di fattivo durante la partita. Non si può pensare di farlo giocare solo per tirare i calci di punizione. Il calcio non è il rugby dove i giocatori entrano solo per calciare" . L'allenatore nerazzurro d'altronde è questo, prendere o lasci

Sanchez, Icardi e un affollato tavolo di scambi: ma l’addio del Dzeko furioso non è ancora scritto

In questi giorni nella Capitale in molti si metterebbero le mani in tasca per entrare nella testa di un Edin Dzeko che si allena in disparte, spogliato della fascia da capitano che aveva ereditato dal triumvirato romano e romanista Totti-De Rossi-Florenzi. Per capire le sue intenzioni, le sue speranze, i margini di ricomposizione della frattura con Paulo Fonseca. Il suo nome agita le cronache del calciomercato, quando di giorni utili per completare un trasferimento altrove ne sono ormai rimasti solo quattro. Le ipotesi sul tavolo sono tante, sono scesi in campo persino i bookmakers quotando come suo successore più probabile in maglia giallorossa Olivier Giroud, ancora una volta accostato all'Italia. L'unica mezza certezza è rappresentata dal fatto che il bosniaco potrebbe salutare Trigoria solo con la formula di uno scambio di prestiti con un altro giocatore, perché nessuno di questi tempi è disposto ad accollarsi il suo lauto ingaggio da 7,5 milioni ricompensando allo stesso t

Napoli come Roma, sempre sull’orlo di una crisi di nervi: 180’ posson bastare per discutere Gattuso e Fonseca

Nel panorama del calcio nostrano alcune piazze sono note più di altre per la difficoltà nel mantenere equilibrio nei giudizi di fronte agli immediati responsi del campo: due partite positive sono sufficienti per ambire a traguardi ambiziosi, anche troppo, e due partite negative bastano per mettere in discussione l'operato di tutte le componenti del club. Certe volte questo concetto sfocia nel pregiudizio e nell'alibi per le squadre che nascondono i propri limiti dietro agli isterismi del famigerato "ambiente", ma in altri casi si rivela tristemente vero. E esonerare la guida tecnica ne rappresenta la conseguenza diretta perche cacciare l'allenatore è la scelta più facile, se non l'unica per ottenere una scossa; A Napoli per esempio sono giorni che per la prima volta si riflette con spirito critico sulla permanenza di Gennaro Gattuso, fino a poco tempo fa l'acclamato generale di un gruppo disposto ad andare in guerra ai suoi ordini. Il ko di Supercoppa e la

Serie A, la top XI (con un minimo di criterio tattico) del girone d’andata

Serie A al giro di boa al termine di 19 giornate sufficienti per stilare una top 11 di metà stagione dei giocatori di maggior rendimento, tra campioni dai nomi altisonanti e protagonisti meno attesi (come Silvestri, saracinesca del Verona che soffia i guantoni da titolare a Scsczesny). Le scelte più difficili come sempre sono quelle in attacco dove si guadagnano una maglia di diritto Cristiano Ronaldo, in virtù del provvisorio trono di capocannoniere con 15 gol, e Zlatan Ibrahimovic, più reti che presenze in campionato. Un posto davanti se lo guadagna con merito l'outsider Hirving Lozano, sia per il rendimento strepitoso e inatteso fatto di 9 gol (senza rigori) e 3 assist, sia per dare un briciolo di equilibrio tattico alla formazione e renderla più verosimile contrariamente a quanto si fa di solito con questo tipo di speciali graduatorie. Menzione doverosa per i bomber che loro malgrado rimangono fuori solo perché spazio per tutti non ce ne è: Ciro Immobile, straordinario per cont

Coppa Italia, le quote dei quarti di finale: si parte col derby di Milano

Piatto forte del menù nonché match di apertura stasera dei quarti di finale in gara secca di Coppa Italia: sarà Inter-Milan, seconda contro prima nella classifica di Serie A, a regalare il primo pass per le semifinali. L'Inter è già fuori dalle competizioni europee e con una sconfitta stasera rischia un pericoloso all-in sullo Scudetto per non considerare negativo il bilancio di questa stagione; il Milan ha vinto 2-1 il derby alla quarta giornata ma è reduce da un netto ko tanto nel risultato quanto nei contenuti contro l'Atalanta. Queste sono le motivazioni alla base del pronostico a favore dell'Inter sia per Snai (1 a 2.05) che per Sisal Matchpoint (1 a 2.10), contro una nuova affermazione rossonera data in lavagna a 3.35 da Snai e a 3.30 da Sisal Matchpoint . La X che porterebbe la contesa ai supplementari paga 3.60 volte la posta. Numerosi i precedenti della stracittadina meneghina nel torneo: Diavolo in vantaggio con 10 successi rispetto ai 7 dei cugini e 7 pareggi

Napoli, “il veleno non si compra al supermercato”: ma non si ritrova mettendo in discussione Gattuso

Ogni volta che Gennaro Gattuso si presenta ai microfoni dopo una sconfitta si ha una sensazione di deja-vu: l'ex tecnico del Milan lamenta una mancanza di mentalità dei suoi (a dire il vero spesso anche dopo le vittorie), di quella cattiveria propedeutica alla continuità di risultati necessaria per ambire ad un piazzamento di primo piano in campionato. Perdere 3-1 con le stesse modalità intraviste ieri al Bentegodi solo una settimana dopo il roboante 6-0 alla Fiorentina, lasciando per un attimo da parte il doloroso ko in Supercoppa, è un preoccupante campanello d'allarme sulla personalità molto altalenante di un Napoli incapace di approfittare degli episodi in giornate in cui il motore della squadra non gira al massimo: nel caso di specie il vantaggio dopo soli otto secondi firmato da Hirving Lozano grazie ad un regalo dell'Hellas. Mettere in discussione però la conferma dell'allenatore, come filtrato nelle ultime ore con Juric e il cavallo di ritorno Benitez che sono s

Juventus, il centrocampo parla sud...americano: Pirlo ha trovato la formula magica?

C'è da scommettere che a Pirlo non dispiacerebbe avere la bacchetta magica che Weston McKennie ha sfoggiato in occasione dell'esultanza per il gol del 2-0 contro il Bologna. Uno dei primi incantesimi dell'allenatore juventino sarebbe rivolto a potenziare le prestazioni del suo centrocampo, tremendamente in affanno nei momenti più bui della prima parte di stagione bianconera. Pur senza aver frequentato Hogwarts, l'ex Campione del Mondo dopo il ko senza appello nel derby d'Italia sembra aver trovato lo stesso una fisionomia, forse definitiva, per la sua mediana; che non può in alcun modo prescindere dall'energia contagiosa di Weston McKennie.  È sotto gli occhi di tutti che l'ex Schalke 04 sia diventato ormai un vero ago della bilancia per gli equilibri della Juve, grazie alla sua straordinaria duttilità che permette alla squadra di cambiare schieramento tattico nel corso della partita: quasi come se avesse la capacità di sdoppiarsi, l'americano un momento

Una settimana di ordinaria follia: Fonseca vince e allontana le nubi

Se esiste una squadra capace di trasformare nell a p artit a dell a vit a  l'abbordabile sfida casalinga ad una neopromossa che il calendario ha collocato alle 15 di un Sabato apparentemente anonimo, non può che trattarsi della Roma. I giallorossi vincono all'ultimo respiro al termine di 90' emozionanti e resi più complicati dai tanti errori e dalla fragilità mentale della squadra, incomprensibile soprattutto nei suoi elementi più esperti.  Il 4-3 finale non sarà bello e limpido come quello tra Italia e Germania a Messico '70, ma riscrive il copione del prossimo futuro giallorosso. Il tragico errore di Smalling sembrava il preludio al successivo esonero di Fonseca, ma al tramonto della contesa ci ha pensato Lorenzo Pellegrini, Capitano romano e romanista nonché uno dei "pretoriani" del portoghese che lo ha sempre difeso anche nei momenti poco brillanti, a dare una raffreddata alle fameliche tastiere di chi era pronto a far saltare la testa dell'ex tecnico

Dzeko come Papu Gomez? Giallo sull’infortunio e sul rapporto con Fonseca

Esattamente una settimana fa, la Roma veniva considerata dalla stampa più ottimistica una potenziale concorrente per lo Scudetto in virtù della posizione in classifica e del pareggio appena ottenuto con carattere contro l'Inter. Sette giorni dopo, in casa giallorossa regna il caos a seguito del doloroso ko nel derby e dell'imbarazzante eliminazione in Coppa Italia con annesso pasticcio della sesta sostituzione nei tempi supplementari. Sono saltate le teste di Gianluca Gombar e Manolo Zubiria ma le nuvole non si sono affatto diradate sopra Trigoria, anzi. Senza volersi addentrare nelle corpose ricostruzioni dei media della Capitale che in questi giorni hanno finito l'inchiostro raccontando di ammutinamenti, allenamenti sotto accusa, colloqui fiume per discutere la posizione di Fonseca, una delle spine principali nel fianco del tecnico portoghese, la cui posizione in panchina traballa parecchio, sembra essere il rapporto (suo e del suo staff) con Edin Dzeko. Il bosniaco non è

La Fiorentina gioca alla roulette russa: talento e dannazione, le due anime di Kokorin

Per risolvere il problema della "siccità" in zona gol e affiancare Dusan Vlahovic, la Fiorentina si spinge fino alle gelide latitudini della Russia. Daniele Pradè punta tutto su Aleksandr Kokorin, ex ragazzo prodigio del calcio russo da quando nel 2008 diventò il più giovane marcatore della storia della Dinamo Mosca. L'attaccante, ora allo Spartak, si è praticamente autoannunciato visite mediche permettendo, e a 30 anni si appresta a vivere la prima avventura all'estero. La scommessa del ds viola sa di vero e proprio gioco d'azzardo perché il talento dell'ex Zenit non è mai stato in discussione, ma da anni è stato messo in secondo piano da un carattere tormentato che lo ha spinto a fare una serie di errori imperdonabili per un professionista. L'anno di carcere nel 2018 con il compagno di bravate Pavel Mamaev, a seguito di una rissa in un bar con uomo rivelatosi poi un funzionario statale è stato solo la punta dell'iceberg. Nel suo vasto curriculum di &

Finalmente Juventus-Napoli: le quote della Supercoppa Italiana

Da Aurelio De Laurentiis era arrivata la proposta provocatoria di rinviare a tempi migliori la disputa della Supercoppa, cogliendo la palla al balzo delle positività riscontrate a Torino, ma alla fine Juventus-Napoli andrà in scena al Mapei Stadium di Reggio Emilia. Con buona pace delle Asl, il primo confronto stagionale tra gli ex campioni d'Italia e d'Europa col Milan e del mondo con l'Italia, Andrea Pirlo e Gennaro Gattuso, stavolta avrà luogo. Le due squadre ci arrivano con stati d'animo decisamente contrapposti: i bianconeri sono reduci da un cocente ko nel derby d'Italia mentre gli azzurri hanno fatto il pieno di autostima dopo le sei reti rifilate alla Fiorentina. Tre i precedenti tra le formazioni per aggiudicarsi il trofeo, con due successi partenopei (1990 e 2014) e uno juventino (2012). I betting analysts comunque non si fidano né della tradizione sfavorevole né del momento molto delicato che sta attraversando la Vecchia Signora; la Juventus resta favori

Mandzukic e la 9 del Milan: “mister No Good” per sfatare il tabù

Mario Mandzukic è ufficialmente un nuovo giocatore del Milan. 6 mesi di contratto per l'ex Juve, idolo della tifoseria bianconera che gli ha dedicato anche un comunicato di "saluto", con opzione per rimanere in rossonero un altro anno. Senza indugi il centravanti croato ha scelto la maglia numero 9 che neanche Ibra ha deciso di indossare, di certo non per mancanza di personalità. Un girone intero quindi a sua disposizione per fare meglio dei suoi predecessori, anche illustri, che sono inciampati nella "maledizione" del numero nove al Milan. È dal 2012 che il fantasma di Pippo Inzaghi perseguita gli audaci che cercano di seguire, con risultati modestissimi, le sue orme: chi per oggettivi limiti tecnici come Matri (1 gol in 15 presenze), Destro (3 gol in 15 presenze) e Lapadula (8 gol in 27 presenze); chi perché non si è dimostrato all'altezza del salto di qualità come Luiz Adriano (4 gol in 26 presenze), André Silva (2 gol in 24 presenze) e Krzysztof Piatek (

Dal potenziale riscatto all’umiliazione dentro e fuori dal campo: la Roma e l’incubo Spezia, sei anni dopo

Dallo scioccante approccio che ha permesso ad un incredulo Spezia di trovarsi sullo 0-2 dopo 15' alle clamorose palle gol divorate da Borja Mayoral che avrebbero potuto riscrivere il copione della gara; dai 90 secondi di follia in cui prima Mancini e poi Pau Lopez si fanno espellere all'alba dei supplementari, al gol del prodotto del vivaio di Trigoria Daniele Verde passando per il pallonetto alla Totti di Saponara che fa calare i titoli di coda. Nessun ingrediente, neanche il più insignificante e apparentemente insapore, è mancato nella debacle che vede la Roma arrendersi ai liguri e scrivere una delle pagine più buie dei suoi 94 anni di storia. Nessuna iperbole perché al forte imbarazzo per quanto visto in campo si somma l'aggravante dell'imperdonabile ignoranza del regolamento, a causa della quale nell'extra-time è stata effettuata una sostituzione in più, la sesta, che avrebbe comportato in ogni caso una sconfitta a tavolino. Un errore dilettantesco che è la spi

Juventus, l’agonia del centrocampo tra presente e passato

Come se non bastasse perdere il derby d'Italia con un secco 2-0, le espressioni sorridenti e soddisfatte degli ex Antonio Conte e Arturo Vidal sono state il sale sulle ferite di una Juventus cancellata dal campo come si fatica a ricordare negli ultimi dieci anni di Serie A. In particolare il gol del cileno, con uno spietato inserimento in area quasi nostalgico dei fasti bianconeri, unito allo strapotere di un Barella atleticamente dominante, ha messo a nudo gli evidenti limiti del centrocampo della Vecchia Signora. Prendersela con un reparto solo in una prestazione così povera di contenuti tattici e agonistici come quella della squadra di Pirlo, è limitativo; ma il confronto con gli omologhi nerazzurri è stato impietoso, la chiave del successo dell'Inter. Che siano finiti i tempi in cui uno tra Pogba, Marchisio e gli stessi Pirlo e Vidal doveva accomodarsi in panchina a causa della troppa abbondanza non è un mistero, ma Paratici non aveva messo in conto di dover rimpiangere il

Luci a San Siro per il derby d’Italia: le quote di Inter-Juventus

Conte che ritrova la Juventus, Pirlo che a sua volta ritrova Conte, l'uomo che per sua ammissione lo ha invogliato a intraprendere il percorso da allenatore, in parole povere il suo...maestro. Sarà un Inter-Juventus ricco di temi, come se non bastassero le motivazioni di classifica e la tradizionale attesa che porta con sè il derby d'Italia, uno degli appuntamenti cerchiati in rosso nel calendario di Serie A. I nerazzurri devono riscattare la sconfitta di Genova e il 2-2 dell'Olimpico contro la Roma che hanno interrotto una serie di 8 vittorie consecutive, mentre i bianconeri hanno iniziato il nuovo anno con tre successi consecutivi; entrambe però sono reduci dal passaggio del turno in Coppa Italia, passando dalla dispendiosa gogna dei supplementari rispettivamente contro Fiorentina e Genoa. Conte non è ancora riuscito a sfatare il tabù del suo passato juventino, dopo aver rimediato due ko lo scorso anno quando c'era ancora Maurizio Sarri sulla panchina avversaria. Le q

“Un’amichevole” senza storia: l’ennesimo capolavoro di Inzaghi contro una Roma senza spina dorsale

La panchina della Lazio in piedi a festeggiare diversi minuti prima del fischio finale, mentre i compagni in campo giocano in disimpegno con un torello quasi da allenamento che vede al centro una Roma annichilita. Queste sono due delle immagini che meglio fotografano il racconto di un derby senza storia come pochi, il primo giocato di Venerdì, il primo dei Friedkin, accolti nella Capitale da Lotito che aveva battezzato con una sconfitta il debutto nel derby anche di Di Benedetto e Pallotta. Finisce 3-0 come nel 2006 e nel 2019, le vittorie con maggiore scarto dei biancocelesti nella stracittadina. Risultato profondamente giusto, che è frutto dell'ennesima lezione tattica di Inzaghi al rivale di turno sulla panchina giallorossa: la Lazio gioca sempre allo stesso modo, Luis Alberto e Milinkovic a inventare per la profondità di Immobile che fa a fette la difesa, ma non si trovano contromisure per arginarla. Un'affermazione maiuscola che dovrebbe fare da preludio al nero su bianco

Milan-Mandzukic, tempo di riflessioni: tra il progetto giovani e gli insegnamenti dello scorso Gennaio

Sono ore di approfondite valutazioni in casa Milan, con Maldini e soci alla ricerca di un attaccante di stazza per riempire la casella del vice-Ibra. Con la crescita realizzativa di Leão, sembrava che questa necessità fosse passata in secondo piano, ma quando sul mercato degli svincolati c'è una tentazione di nome Mario Mandzukic difficile rimanere indifferenti. Il croato non ha bisogno di presentazioni quanto a esperienza, palmares e carisma ma non gioca da 8 mesi (ironicamente più dei 6 che sono stati messi sul piatto), un lasso di tempo da prendere ulteriormente con le pinze se si considerano le misere 5 presenze collezionate nell'ultima avventura qatariota all'Al-Duhail. In pratica l'ex Juve è lontano dal grande calcio dalla rescissione con i bianconeri e al netto della routine degli allenamenti il ritmo partita gli manca addirittura dalla fine della stagione 2018-2019, l'ultima agli ordini di Max Allegri. È per questo motivo che all'interno della dirigenza

Verso Lazio-Roma, l’handicap di essere favoriti

La prima volta di Venerdì, la prima volta a porte chiuse senza il sostegno e il folklore del pubblico, la prima dei Friedkin al cospetto del veterano Lotito dopo l'esordio perdente dei connazionali Di Benedetto e Pallotta prima di loro. Sarà un derby indubbiamente ricco di significati, a cui è la Roma ad arrivare nella scomoda posizione di favorita stando ai rumores dell'ambiente romano in questa settimana di avvicinamento: non tanto per la migliore posizione in classifica quanto più per la maggiore regolarità nei risultati rispetto ai cugini laziali, penalizzati nella continuità dal dispendio di energie fisiche e mentali che impone la bramata Champions League. Se esiste però una stracittadina che sfugge alla logica del pronostico, senza dubbio è quella di Roma. Non si contano alla memoria dei tifosi più attenti le occasioni in cui la squadra apparentemente meno in forma, più in difficoltà nel rapporto anche quotidiano con la propria tifoseria o, molto semplicemente, più scarsa

La lavatrice difettosa: Strootman si rimette in gioco per dimostrare di non essere finito

Il calcio ti dà e ti toglie, arricchisce il conto in banca di giocatori reduci da un'infanzia di tante rinunce ma occasionalmente limita anche le ambizioni di grandezza di gente che ha tutto per arrivare ai vertici, talento, professionalità, leadership. Kevin Strootman nella stagione 2013-2014 appena sbarcato a Roma si era subito imposto come uno dei mediani più forti dell'intero campionato, andando a formare in giallorosso un centrocampo straordinario per quantità e qualità accanto a De Rossi, Pjanic e Nainggolan. Rudi Garcia l'aveva subito ribattezzato "la lavatrice" per la sua capacità di "ripulire" i palloni sporchi e avviare l'azione dei suoi.  A sette anni e mezzo di distanza dalla sua calorosa accoglienza in quel di Fiumicino, con quasi 31 primavere sulle spalle e due devastanti infortuni al legamento crociato del ginocchio sinistro con interessamento cartilagineo che hanno compromesso il dinamismo dei bei tempi, la lavatrice che fatica a tene

La nuova vita da playmaker di Eriksen: più ombre che luci nella prima davanti alla difesa

"È un ruolo che penalizzerebbe troppo il calciatore. Christian ha una dote importante secondo me, ha un calcio importante, sia di destro che di sinistro. Se gli togli la migliore dote e lo metti davanti alla difesa snaturi totalmente il giocatore" . Così si pronunciava Antonio Conte ad espressa domanda sulla possibilità di provare Christian Eriksen in un ruolo diverso rispetto a quello del trequartista. Per questo motivo le sue parole alla vigilia dell'ottavo di Coppa Italia contro la Fiorentina "Mi aspetto delle grandi risposte da Eriksen, abbiamo avuto modo e tempo di lavorare nel nuovo ruolo, quello di play, quello che riveste Brozovic" , avevano destato grande stupore. Forse un estremo e poco convinto tentativo di rivalutare una risorsa della rosa, che Marotta ha apertamente dichiarato in partenza, alla luce dell'impossibilità di portare alla Pinetina volti nuovi in questo mercato di Gennaio. C'era comunque comprensibile curiosità intorno alla prova

Napoli, Zaccagni per Giugno: una mossa da salto di qualità?

Il Napoli negli ultimi anni ha spesso pescato "in provincia", puntando su giocatori capaci di mettersi in mostra in realtà con obiettivi minori: non sempre con profitto come dimostrano i vari Verdi, Pavoletti e Inglese ma pilastri attuali o del recente passato come Hysaj e Di Lorenzo sono arrivati dall'Empoli, dove si sono fatti un nome anche Mario Rui (prelevato però dopo una stagione infruttuosa alla Roma) e soprattutto Piotr Zielinski (che era di proprietà dell'Udinese), sicuramente il talento più puro del lotto. Mediamente giovani, e quindi potenzialmente rivendibili, e dall'ingaggio abbordabile per gli standard del club, questo l'identikit degli acquisti che piacciono a De Laurentiis. In estate è stata la volta di Amir Rrahmani dall'Hellas, desaparecido nella rosa degli azzurri fino all'occasione da titolare non sfruttata ad Udine nel weekend. Sulla scia del kosovaro il Napoli vorrebbe prenotare adesso Mattia Zaccagni per Giugno esattamente come f

La Coppa Italia entra nel vivo: le quote degli ottavi di finale

La Coppa Italia entra nella fase calda della competizione con gli ottavi di finale (da disputare in gara secca), che verranno inaugurati stasera a San Siro dalla capolista Milan che ospita il Torino, replay della partita di Serie A andata in scena solo tre giorni fa e finita 2-0 per i rossoneri. Secondo i betting analyst di Stanleybet il bis della squadra di Stefano Pioli è probabile dato che il successo del Diavolo è dato a 1,58 contro il 5,40 della vittoria granata; un X che porterebbe le due formazioni ai supplementari paga invece 4,20 volte la posta. Il menù di Mercoledì si apre invece alle ore 15 con i cugini interisti impegnati in un'ostica trasferta al Franchi, dove i nerazzurri hanno una tradizione recente sfavorevole. La Fiorentina ha già superato due turni eliminando con difficoltà Padova e poi Udinese (ai supplementari) ma le quote la vedono sfavorita. L'affermazione della squadra di Prandelli è data a 4,30 , il pareggio ad uno stuzzicante 4,10: fiducia quindi agli

Quando il mercato non distrae ma rafforza le certezze: Caicedo sempre più centrale nella Lazio

C'era una volta un centravanti che spaccava le partite negli ultimi minuti, nella ormai famosa "Zona Caicedo", perché il suo impatto era superiore subentrando dalla panchina rispetto alle occasioni avute da titolare. Quell'attaccante non c'è più, perché Felipe Caicedo è diventato letale in questo 2021 anche scendendo in campo dall'inizio, complice l'infortunio di Correa che ha incrementato il suo minutaggio. L'ecuadoregno è un precario del gol, uno di quelli sempre con le valigie in mano come testimoniano le tante squadre cambiate in carriera nonostante non abbia mai fatto mancare il suo contributo realizzativo. Idem alla Lazio, dove non ha mai avuto il posto assicurato ed ha sempre vissuto in bilico tra una permanenza in fondo gradita a tutti e l'addio. In estate l'arrivo di Muriqi sembrava fosse il preludio per un volo solo andata destinazione Emirati Arabi ma alla fine non se ne fece niente, anche se le sirene di mercato sono tornate a suona

I cambi di Conte e i messaggi di sottofondo alla società: a rimetterci continua ad esserci solo l’Inter

"I cambi sono stato fatti ruolo per ruolo, non è che uno si è inventato chissà che cosa. Una squadra come l'Inter se ha delle ambizioni deve avere anche una rosa importante, quindi non devo essere preoccupato di cambiare giocatori ruolo per ruolo, specie per 15 minuti poi" . Questo è il punto di partenza per analizzare l'harakiri dell'Inter, che dopo aver investito di colpi una Roma in difficoltà nella prima metà del secondo tempo, permette a un barcollante avversario di evitare il ko tecnico e andare a punti. Il giorno dopo il 2-2 dell'Olimpico a finire sotto accusa sono i cambi di Conte, reo di aver dato un messaggio sbagliato alla squadra togliendo Lautaro e Hakimi. Se però sbagliare valutazione nella lettura di una partita può succedere ad ogni allenatore (anche se in molti gli rimproverano di essere recidivo dopo le sostituzioni e l'analoga sofferenza nel finale di gara contro un Napoli ridotto in 10) a lasciare più basiti sono i ripetuti messaggi sub

Milan, Duarte libera spazio in difesa: il primo e (per ora) unico buco nell’acqua di Maldini

L'asse tra il Flamengo e il Milan, nonostante l'assonanza di colori sociali, non sembra portare molta fortuna di recente al club di via Aldo Rossi. Negli ultimi anni infatti da Rio de Janeiro sono sbarcati a Malpensa in rapida successione Lucas Paquetá e Leo Duarte. Il primo ha già lasciato Milanello (e sta facendo benissimo al Lione) senza esser riuscito a diventare il degno erede di una importante tradizione di fantasisti verdeoro con la maglia del Diavolo addosso; il secondo è in procinto di farlo per tentare l'avventura in prestito all'Istanbul Basaksehir. In entrambi i casi un bagno di sangue per le casse rossonere. Duarte è arrivato in Italia nell'estate del 2019, fortemente sponsorizzato tra gli altri dall'ex milanista Serginho, a fronte di un investimento da quasi 11 milioni sicuramente non ripagato dalla miseria di nove presenze complessive. Numerosi infortuni hanno frenato il suo inserimento nella nuova realtà, ma anche quando ha avuto l'opportunit

Verso Roma-Inter: Spinazzola recupera, in tempo per rinnovare la sfida a chi non l’ha voluto

Se la Roma è in decollo verso le zone più nobili della classifica, il merito è anche dei suoi esterni che hanno spiccato il volo da quando i giallorossi hanno optato, verso la fine dello scorso campionato, per la difesa a tre. A destra l'insospettabile Karsdorp sta facendo tesoro della seconda chance datagli da Fonseca, mentre a sinistra il treno Spinazzola ogni tanto salta delle fermate a causa di qualche infortunio, ma le sue scorribande sono importanti nell'economia del gioco della squadra persino più di quanto descrivano i numeri (1 gol e 3 assist l'attuale bottino in Serie A).  L'ex Atalanta deve ancora dare il benvenuto al 2021 sul campo, ma ha recuperato in tempo per non mancare alla sfida a suon di sgasate sulla fascia con Achraf Hakimi. Si troverà davanti di nuovo l'Inter, che lo scaricò dopo averlo sedotto esattamente un anno fa facendo saltare uno scambio praticamente definito con Politano per le troppe incognite legate alla sua tenuta fisica. I nerazzurr

Milan, non farti sfuggire Simakan! Dopo Koné, anche il gioiello dello Strasburgo è in bilico

È sul mercato che il Milan sta cercando di leccarsi qualche ferita dopo la sconfitta casalinga contro la Juventus, che comunque non ha né pregiudicato il primato in classifica né ridimensionato lo status dei rossoneri, arrivati al big match con numerose e pesanti defezioni. I profili ricercati sono sempre gli stessi (giovani, affamati e con grandi margini di miglioramento) e i ruoli da rinforzare sono noti: la mediana e il cuore della retroguardia, dove è stato già messo in preventivo dalla scorsa estate un acquisto importante.  Dopo che a centrocampo è sfumata la pista che portava al classe 2001 del Tolosa Kouadio Koné, diretto verso il Borussia M'Gladbach dopo un'offerta da circa 10 milioni decisamente superiore alla valutazione che il Milan faceva del giocatore, il focus di Maldini e compagnia adesso è orientato sul non lasciarsi sfuggire il primo obiettivo di questo mercato di Gennaio per la difesa, ovvero Mohamed Simakan. Sul duttile centrale dello Strasburgo, si è scatena

Sulla scia di McKennie ma sognando Davies: la Juve si regala Reynolds, bruciata la Roma

Che il soccer americano sia in grande ascesa non è ormai un mistero, e a testimoniarlo non sono solo le prestazioni nei migliori campionati d'Europa dei vari Pulisic, Reyna, McKennie ecc.. ma anche il numero crescente di giovani emergenti offerti dal campionato locale, meta sempre più intrigante per gli osservatori dei club del Vecchio Continente. Tra i talenti più in vista della Major League Soccer c'è sicuramente Bryan Reynolds, terzino destro classe 2001 del Fc Dallas che la Juve è in procinto di regalarsi per il futuro. Nelle movenze può ricordare il primo Maicon, con le dovute proporzioni, per le qualità in fase di spinta abbinate ad una notevole struttura fisica ma per il percorso di crescita una delle principali fonti di ispirazione non può che essere Alphonso Davies: il canadese del Bayern Monaco (dove è stato in prova per un periodo anche Reynolds) è diventato uno dei migliori terzini del mondo dopo essersi fatto notare ai Vancouver Whitecaps giocando da esterno offens

Chiesa al centro del villaggio juventino: Pirlo scopre un nuovo leader nel momento del bisogno

Theo Hernandez è giustamente uno dei terzini più celebrati ed esaltati della Serie A per la sua straordinaria qualità e potenza nel supportare la manovra offensiva. La fase difensiva non è il pezzo forte del repertorio del franco-spagnolo, ma quasi mai dal suo approdo in Italia dal Real Madrid lo si era visto così in difficoltà come ieri contro Federico Chiesa. Il figlio d'arte ha stravinto il duello individuale col rossonero, battendolo sul terreno a lui congeniale della velocità e del dribbling in corsa. Una doppietta fondamentale per il proseguo del campionato della Juventus che consacra il processo di crescita dell'esterno bianconero, trascinatore in una serata in cui Cristiano Ronaldo ha preferito restare dietro alle quinte invece di prendersi con forza il proscenio come sua abitudine. In estate c'era più di qualche dubbio sull'onerosa operazione da 60 milioni complessivi condotta da Paratici, che aveva depauperato il budget rinforzando la squadra in un reparto dov

“È il nostro tempo”: il Milan con una vittoria stasera può già detronizzare la Juve?

Per un attimo si è manifestato davvero il pericolo che non si giocasse, tra l'ironia social di chi ha ricordato il precedente di Juventus-Napoli e il fondato timore che si stesse creando un focolaio all'interno del gruppo juventino, ma alla fine lo spettacolo di Milan-Juventus andrà in scena. Le assenze nelle due squadre si contano e si pesano, tra le positività al Covid equamente divise di Cuadrado e Alex Sandro da un lato e Rebic e Krunic dall'altro più le varie indisponibilità per infortunio. Ma il big match di stasera, benché magari non crocevia fondamentale per l'assegnazione dello Scudetto, fornirà una risposta ad un quesito importante che il campionato si pone: la Juventus è ancora in corsa per la vittoria finale? Gli uomini di Pirlo (che sfida dal sapore particolare per lui..), accusano un ritardo di 10 punti con una gara in meno rispetto alla controparte rossonera, che potenzialmente arriverebbe a 13 con una sconfitta; di tempo ce ne sarebbe ancora per recupera

Serie A, la flop 5 (ad oggi) del calciomercato estivo

Nonostante l'attuale e drammatica penuria di liquidità molte squadre sono attive sul mercato, iniziato solo ieri, per cercare di puntellare la propria rosa. Solitamente i club si muovono nella finestra invernale di trasferimenti per tre motivi: per piazzare qualche colpo in prospettiva futura, per aggiungere qualche gregario al fine magari di far fronte a degli infortuni, oppure per rimediare ai sanguinosi errori commessi durante l'estate. D'altronde non tutte le ciambelle riescono col buco e anche ai migliori dirigenti capita di fare delle valutazioni sbagliate. Ecco le più grandi delusioni, ad oggi, del mercato estivo, tenendo a mente la premessa d'obbligo che alcuni giocatori hanno bisogno di un periodo di ambientamento più lungo e che quindi i giudizi potranno cambiare da qui a fine campionato: un esempio lampante è Ante Rebic, oggetto misterioso del Milan l'anno scorso fino all'esplosione di Gennaio dopo la quale è diventato un imprescindibile per mister Pi

Inter, anno nuovo stesso Vidal: ma il sergente Conte non fa sconti a nessuno

Nell'Inter che ha iniziato il 2021 travolgendo il Crotone con un tennistico 6-2, l'unica nota stonata, al di là di un approccio iniziale troppo "festivo", è rappresentata dalla prestazione di Arturo Vidal. Il cileno ha commesso il fallo da rigore che ha portato al momentaneo 2-2, all'interno di una partita che lo ha visto colpevole protagonista di altre amnesie. Una prova sulla falsariga di quelle dei primi mesi della stagione, contraddistinte da una serie di sbavature e di ingenuità, che care sono costate soprattutto in Champions ai nerazzurri, imperdonabili per un elemento di tale esperienza. Contro i pitagorici Conte ha voluto dare un segnale forte togliendo l'ex Barça all'intervallo per poi metterlo in guardia nel post partita: "Deve sicuramente lavorare, testa bassa e pedalare perché qua nessuno ha il posto assicurato. Lui deve dimostrare di meritare di giocare, deve fare molto meglio di quello che sta facendo. Mi riferisco a quello che abbiamo v

Dalla Cina con furore, Pellé sogna in grande: Inter e Juventus ci pensano

Non è mai tardi per raggiungere la tappa più prestigiosa della propria carriera, neanche a 35 anni. Lo sa Graziano Pellé che dopo essersi svincolato dallo Shandong Luneng, sente il profumo della grande occasione in Serie A, lontano dalla quale ha trascorso il fiore dei suoi anni calcisticamente parlando. Un'offerta faraonica da 15 milioni annui lo spinse a fare le valigie direzione Cina, subito dopo l'Europeo del 2016 disputato da protagonista ma terminato in maniera sciagurata con la sequenza dei rigori nei quarti contro la Germania; la spending review a cui va incontro la Chinese Super League lo ha riportato invece in Europa insieme ad altri giocatori che faranno a breve questo passo (tra cui Stephan El Shaarawy), in virtù di un accordo contrattuale che è venuto a decadere lo scorso 31 Dicembre. I centimetri del centravanti salentino fanno gola a diversi club del campionato italiano, attratti dalla sua esperienza e, perché no, anche dalla professionalità con cui ha affrontato

-2 alla riapertura del calciomercato: tutte le necessità delle big, e Pogba..

A soli tre mesi dalla chiusura della sessione "estiva", riapre i battenti il calciomercato. Dallo scorso 5 Ottobre sembra passata una manciata di giorni, ma è già tempo di finalizzare le trattative in corso nel contesto di quello che tradizionalmente viene chiamato mercato di riparazione; ovvero una finestra di trasferimenti dove vengono apportate piccole modifiche all'operato di inizio stagione, rimandando, salvo eccezioni che confermano la regola, investimenti maggiori a tempi migliori. Eppure anche a Gennaio circolano i grandi nomi, a metà tra suggestioni mediatiche e affari concreti. Come Paul Pogba, il cui ritorno alla Juventus per il momento rientra nella prima categoria, nonostante la scadenza contrattuale prevista per il 2022 imponga una certa attenzione alle manovre del suo agente Mino Raiola. Il francese durante le feste è stato impiegato da titolare da Solskjaer, segno che per il suo (secondo) addio al Manchester United i tempi non sono ancora maturi. Più prob