Passa ai contenuti principali

Una punizione non ti cambia la vita: Conte frena gli entusiasmi su Eriksen

La punizione-gioiello con cui Christian Eriksen ha deciso nei minuti di recupero il secondo derby di Milano stagionale ha fatto il giro d'Europa, ottenendo particolare eco mediatico in Inghilterra dove il danese ha abituato per anni i palati fini della Premier a questo tipo di magie. Subito tutti hanno cominciato a chiedersi se quel lampo di rara bellezza fosse la svolta "è l'inizio di una nuova avventura per Eriksen a Milano?".
Ci ha pensato però Conte in conferenza stampa a riportare tutti coi piedi per terra: "Vogliamo che Eriksen ci dia un contributo anche durante la partita, non solo sui calci da fermo. In questi anni non abbiamo avuto uno specialista, è un'arma in più ma da lui ci aspettiamo anche qualcosa di fattivo durante la partita. Non si può pensare di farlo giocare solo per tirare i calci di punizione. Il calcio non è il rugby dove i giocatori entrano solo per calciare". L'allenatore nerazzurro d'altronde è questo, prendere o lasciare. Chiunque altro al suo posto avrebbe utilizzato toni più concilianti per incoraggiare un elemento che ha bisogno di fiducia per esprimersi e superare i limiti di un carattere mite. Non Conte, che predilige chi mette in campo lo spirito guerriero che lui aveva prima di appendere gli scarpini a chiodo, con buona pace di chi possiede una qualità individuale superiore da mettere a disposizione della squadra.
Domani contro il Benevento l'ex Spurs potrebbe comunque giocare al posto di Brozovic, dal 1' o a gara in corso, anche perché incombe la semifinale di Coppa Italia con la Juventus; ma la sensazione è che sarà costretto a disegnare pennellate di alto valore artistico con continuità se vorrà veramente scrivere un nuovo e più felice capitolo della sua storia all'Inter.

Commenti

Post popolari in questo blog

Roma, la flessione di Pedro preoccupa: il mood “vacanze romane” deve finire dopo la sosta

Se la Roma non riesce a spiccare il volo nei big match, venendo puntualmente ridimensionata, uno dei motivi risiede probabilmente nell'inesperienza ad alti livelli di alcuni titolari dell'undici tipo: giocatori come Ibanez, Villar e Karsdorp hanno mostrato ottime qualità nel corso della stagione, ma non hanno familiarità nel competere per traguardi come la qualificazione alla Champions League, proveniendo chi da mesi in panchina all'Atalanta, chi dalla seconda serie spagnola. Contro il Napoli mancavano, oltre a Veretout, Mkhitaryan e Smalling, due tra i più navigati nella rosa di Fonseca, anche se in campo c'erano comunque Dzeko e Pedro. Lo spagnolo in particolare era stato acquistato in estate a parametro zero dal Chelsea per rappresentare un valore aggiunto in termini di leadership e mentalità vincente, in virtù della sua sconfinata bacheca. Se da questo punto di vista non sembra aver particolarmente inciso sulla maturità del gruppo giallorosso, peraltro con più di un...

Il mercato da doppia promozione dell’ambizioso Monza, la Serie B è avvisata

"Non ci nascondiamo, ho detto ai ragazzi che se arriveremo quarti avremo fallito, l'obiettivo è andare in Serie A direttamente." Parole di Adriano Galliani, amministratore delegato di un Monza che non ha intenzione di mascherare le proprie ambizioni di doppia promozione, dopo aver dominato il girone A di Lega Pro l'anno passato. Difficile chiaramente disputare un campionato a fari spenti quando hai una proprietà di tale livello che ti permette di costruire una squadra con un budget fuori categoria; il club di Berlusconi sarà sicuramente una delle maggiori attrazioni della prossima Serie B e il calciomercato non fa che rafforzare questa convinzione. I brianzoli infatti sono letteralmente scatenati in campagna acquisti e si sono già assicurati una coppia gol da seguire con attenzione: manca solo l'annuncio ufficiale per il bosniaco classe '95 Mirko Maric autore di 20 reti nel campionato croato con la maglia dell'Osijek, innesto che ha fatto seguito a quello...

Roma,che spettacolo : la furia giallorossa si abbatte sul Cska Mosca

Dopo quattro lunghi anni di esilio dai prestigiosi palcoscenici della Champions League,non poteva ricominciare in modo migliore l'esperienza della Roma nella massima competizione europea per club.In una partita da non sbagliare contro il Cska Mosca,la squadra di Rudi Garcia è stata fantastica trasformando l'emozione in carica positiva e annichilendo i poveri avversari con un avvio bruciante.Dopo dieci minuti il risultato era già indirizzato,dopo venti la partita archiviata.Un inarrestabile Gervinho,stranamente lucido amche negli ultimi metri con due reti di pregevole fattura e un assist,e un frizzante Iturbe sono penetrati come lame nel burro della difesa moscovita.Molto deludente la squadra di Slutsky,incapace di opporre una minima resistenza,molle dal punto di vista del pressing e dell'intensità,confusa sotto il profilo tattico.Demeriti dei russi quindi ma meriti evidenti anche della Roma,presa per mano da un Francesco Totti non a segno ma dispensatore di palloni pregiati...