C'è da scommettere che a Pirlo non dispiacerebbe avere la bacchetta magica che Weston McKennie ha sfoggiato in occasione dell'esultanza per il gol del 2-0 contro il Bologna. Uno dei primi incantesimi dell'allenatore juventino sarebbe rivolto a potenziare le prestazioni del suo centrocampo, tremendamente in affanno nei momenti più bui della prima parte di stagione bianconera.
Pur senza aver frequentato Hogwarts, l'ex Campione del Mondo dopo il ko senza appello nel derby d'Italia sembra aver trovato lo stesso una fisionomia, forse definitiva, per la sua mediana; che non può in alcun modo prescindere dall'energia contagiosa di Weston McKennie. È sotto gli occhi di tutti che l'ex Schalke 04 sia diventato ormai un vero ago della bilancia per gli equilibri della Juve, grazie alla sua straordinaria duttilità che permette alla squadra di cambiare schieramento tattico nel corso della partita: quasi come se avesse la capacità di sdoppiarsi, l'americano un momento fa l'esterno offensivo e quello dopo fa la mezzala con licenza di inserimento, condizionando in positivo i movimenti dei compagni. A beneficiarne in questo momento è la coppia tutta sudamericana formata da Arthur e Rodrigo Bentancur, la cui sintonia migliora al punto da scambiarsi con costanza il ruolo in cabina di regia nei 90'. Il brasiliano in particolare si è tolto la soddisfazione di segnare, in maniera fortunosa, la sua prima rete a Torino ad un anno di distanza dall'ultima con il Barcellona (nel 5-0 all'Eibar) ed è sembrato in crescita: deve ancora limare qualche eccesso di confidenza quando gestisce il pallone in zone pericolose, ma le sue geometrie cominciano ad essere finalmente più incisive. Quanto basta per guardare al futuro con più positività rispetto a soli sette giorni fa.
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