La panchina della Lazio in piedi a festeggiare diversi minuti prima del fischio finale, mentre i compagni in campo giocano in disimpegno con un torello quasi da allenamento che vede al centro una Roma annichilita. Queste sono due delle immagini che meglio fotografano il racconto di un derby senza storia come pochi, il primo giocato di Venerdì, il primo dei Friedkin, accolti nella Capitale da Lotito che aveva battezzato con una sconfitta il debutto nel derby anche di Di Benedetto e Pallotta.
Finisce 3-0 come nel 2006 e nel 2019, le vittorie con maggiore scarto dei biancocelesti nella stracittadina. Risultato profondamente giusto, che è frutto dell'ennesima lezione tattica di Inzaghi al rivale di turno sulla panchina giallorossa: la Lazio gioca sempre allo stesso modo, Luis Alberto e Milinkovic a inventare per la profondità di Immobile che fa a fette la difesa, ma non si trovano contromisure per arginarla. Un'affermazione maiuscola che dovrebbe fare da preludio al nero su bianco per il meritatissimo rinnovo di contratto; questa squadra non sarebbe la stessa senza il suo condottiero che la telecomanda dall'area tecnica.
Un derby, non si dovrebbe , ma purtroppo si può, perdere. Non si dovrebbe perdere però senza combattere, senza opporsi, consegnandosi ad un avversario affamato trasformando l'ultima mezz'ora in un cestistico "garbage time". Questo viene rimproverato alla Roma. Fonseca non verrà esonerato come successo a Di Francesco due anni fa dopo simile debacle, ma dovrà per forza analizzare i limiti di personalità dei suoi, usciti con le ossa rotte già dagli scontri diretti con Napoli e Atalanta. Se punti in alto in campionato non puoi pensare di uscire dalla contesa quando c'è ancora tutto il tempo per recuperare, solo perché errori individuali hanno condizionato il piano partita studiato in settimana. Se l'incapacità di reagire agli schiaffi durante i 90 minuti preoccupa molto, almeno a Trigoria dovranno essere capaci di farlo ora che il fischio finale è arrivato da un pezzo, per non far sì che gli strascichi di questa notte da dimenticare in fretta compromettano quanto di buono fatto fin qui in stagione.
Finisce 3-0 come nel 2006 e nel 2019, le vittorie con maggiore scarto dei biancocelesti nella stracittadina. Risultato profondamente giusto, che è frutto dell'ennesima lezione tattica di Inzaghi al rivale di turno sulla panchina giallorossa: la Lazio gioca sempre allo stesso modo, Luis Alberto e Milinkovic a inventare per la profondità di Immobile che fa a fette la difesa, ma non si trovano contromisure per arginarla. Un'affermazione maiuscola che dovrebbe fare da preludio al nero su bianco per il meritatissimo rinnovo di contratto; questa squadra non sarebbe la stessa senza il suo condottiero che la telecomanda dall'area tecnica.
Un derby, non si dovrebbe , ma purtroppo si può, perdere. Non si dovrebbe perdere però senza combattere, senza opporsi, consegnandosi ad un avversario affamato trasformando l'ultima mezz'ora in un cestistico "garbage time". Questo viene rimproverato alla Roma. Fonseca non verrà esonerato come successo a Di Francesco due anni fa dopo simile debacle, ma dovrà per forza analizzare i limiti di personalità dei suoi, usciti con le ossa rotte già dagli scontri diretti con Napoli e Atalanta. Se punti in alto in campionato non puoi pensare di uscire dalla contesa quando c'è ancora tutto il tempo per recuperare, solo perché errori individuali hanno condizionato il piano partita studiato in settimana. Se l'incapacità di reagire agli schiaffi durante i 90 minuti preoccupa molto, almeno a Trigoria dovranno essere capaci di farlo ora che il fischio finale è arrivato da un pezzo, per non far sì che gli strascichi di questa notte da dimenticare in fretta compromettano quanto di buono fatto fin qui in stagione.
Commenti