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La nuova vita da playmaker di Eriksen: più ombre che luci nella prima davanti alla difesa

"È un ruolo che penalizzerebbe troppo il calciatore. Christian ha una dote importante secondo me, ha un calcio importante, sia di destro che di sinistro. Se gli togli la migliore dote e lo metti davanti alla difesa snaturi totalmente il giocatore". Così si pronunciava Antonio Conte ad espressa domanda sulla possibilità di provare Christian Eriksen in un ruolo diverso rispetto a quello del trequartista. Per questo motivo le sue parole alla vigilia dell'ottavo di Coppa Italia contro la Fiorentina "Mi aspetto delle grandi risposte da Eriksen, abbiamo avuto modo e tempo di lavorare nel nuovo ruolo, quello di play, quello che riveste Brozovic", avevano destato grande stupore. Forse un estremo e poco convinto tentativo di rivalutare una risorsa della rosa, che Marotta ha apertamente dichiarato in partenza, alla luce dell'impossibilità di portare alla Pinetina volti nuovi in questo mercato di Gennaio.
C'era comunque comprensibile curiosità intorno alla prova del danese, che già ai tempi del Tottenham saltuariamente aveva arretrato il proprio raggio d'azione in mediana. Nei 120' disputati un'apertura degna della sua qualità tecnica per Lautaro, un giallo, qualche palla persa potenzialmente sanguinosa e un coinvolgimento nella manovra abbastanza modesto. La cosa migliore della sua partita è stata il tiro scoccato dal limite che ha portato al rigore fischiato su Sanchez. Conte lo ha tenuto in campo a sorpresa anche per tutti i tempi supplementari, affiancandolo al subentrato Brozovic; le prossime settimane chiariranno se si tratta di un insperato segnale di fiducia nei confronti di Eriksen o più probabilmente una scelta in ottica turnover per l'approssimarsi di Inter-Juventus.

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