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Visualizzazione dei post da 2020

Il 2020 dell’Atalanta: la storia è stata scritta, ma il Papu non ne farà più parte

Mentre Bergamo osservava con dolore una sfilata di bare accompagnate dai mezzi dell'Esercito, l'Atalanta scriveva forse la pagina più bella della sua storia cercando di alleviare le pene di una città lacerata dalle ferite della prima ondata della pandemia Covid. Il micidiale uno-due subito agli sgoccioli della partita col Psg che è costato l'accesso ad una incredibile semifinale non cancella la bellezza del percorso europeo della Dea, capace di guadagnarsi il rispetto e il timore anche delle migliori corazzate del continente. Il principale artefice del miracolo orobico non può che essere Gian Piero Gasperini, capace di creare una spietata macchina da gol che con 98 (!) centri in campionato si è consacrata tra i migliori attacchi di tutta Europa; una prolificità che per qualche settimana ha permesso a Duvan e compagni di accarezzare persino il sogno Scudetto, quando i giri del motore della squadra erano al massimo. Chissà come sarebbe andata senza il fallo di mano di Muriel

Il 2020 della Roma: Ave, Friedkin!

12 anni senza trofei cominciano ad essere tanti per la pazienza dei tifosi della Roma ma, anche senza invertire la tendenza, questo 2020 ha mostrato segnali promettenti per sperare di dare una rispolverata alla bacheca in un futuro prossimo. Soprattutto a livello societario, perché dopo mesi di trattative nel mezzo di una pandemia che ha cambiato i termini economici dell'affare, si è chiusa l'era di James Pallotta (a proposito di digiuno di vittorie) con il passaggio di consegne alla famiglia Friedkin. Difficile immaginare in un contesto di austerity investimenti di primo piano a breve termine, ma il progetto di crescita è chiaro e la costante presenza di Dan e Ryan al seguito della squadra è già un forte segno di discontinuità rispetto alla precedente gestione. In campo invece è sfumata per il secondo anno consecutivo la qualificazione ai gironi di Champions League che avrebbe dato un po' di ossigeno al bilancio più rosso che giallo, ma sono state gettate le basi per l'

Il 2020 della Lazio: Immobile ed Inzaghi da Champions, ma il futuro cosa riserva?

Euforia ed orgoglio, delusione e rancore, il 2020 della Lazio è stato tutto questo. Iniziato come meglio non poteva, perché i biancocelesti escono dai blocchi della sosta natalizia lanciatissimi, completando una pazzesca striscia di imbattibilità che arriva a 21 partite: la squadra gira a memoria e vince come se fosse la cosa più naturale del mondo, riflettendo la coesione di un gruppo che si dimostra unito anche fuori dal campo. Poi però arriva il lockdown a rompere l'incantesimo, a stoppare uno straordinario momento di forma e a togliere a Luis Alberto e compagni il sostegno del pubblico dell'Olimpico. Lotito alzerà la voce per riprendere il campionato perché percepisce alla portata l'obiettivo forse irripetibile dello Scudetto, ma la Lazio dopo tre mesi di inattività non tiene più il passo, tradita dalle fragilità della sua rosa che non è strutturata per essere competitiva con partite ogni tre giorni. Alla fine è solo un quarto posto che può sembrare il traguardo minimo

Il 2020 del Napoli: le macerie della ricostruzione affidate a “Ringhio Star”, con il lutto nel cuore

L'inizio del 2020 è arrivato per il Napoli come l'alba che si affaccia dopo una notte di tempesta. Lo scioccante ammutinamento post-Salisburgo e il conseguente allontanamento di Ancelotti avevano calpestato le ambizioni degli azzurri, che sognavano di coronare finalmente con l'acuto finale un inseguimento alla Juventus durato anni grazie all'esperienza e al curriculum dell'ex allenatore del Milan. De Laurentiis per rimettere insieme i cocci di un gruppo psicologicamente destabilizzato ha scelto Gennaro Gattuso, che ha impiegato molto meno di un anno solare per entrare nel cuore della piazza con il suo attaccamento umano e professionale verso la squadra. Sul campo sono stati mesi di transizione, alla ricerca della versione migliore di sè stessi, con la mancata qualificazione in Champions League a causa del ritardo accumulato in classifica. Ma anche con la consolazione della Coppa Italia vinta contro i bianconeri rivali di sempre, un trofeo troppo spesso bistrattato e

Il 2020 della Juventus: un Maestro tira l’altro, in cerca della rivoluzione giusta

Vincere ma non convincere, un compromesso che troverebbe d'accordo 19 squadre di Serie A ma non la Juventus, che saluta questo 2020 con un sorriso forzato di parziale soddisfazione. Il nono Scudetto consecutivo, conquistato con il fiato corto, è un traguardo che va sicuramente celebrato ma che non cancella l'ennesima delusione europea, un mezzo fallimento se si considera che i bianconeri sono stati eliminati di nuovo non da una corazzata ma da una outsider: il Lione di Rudi Garcia come l'Ajax di Ten Hag nel 2019. Maurizio Sarri doveva essere il pioniere di una rivoluzione copernicana che avrebbe portato la Vecchia Signora ad imporsi tramite il collettivo e non le individualità, perché solitamente questa è la via maestra da seguire per trionfare in Champions, senza chiedere a Cristiano Ronaldo di ergersi sempre sopra ai comuni mortali. Un progetto sulla carta giusto ma che si è scontrato, tra i tanti ostacoli, con l'incapacità da parte dell'ex allenatore del Napoli d

Il 2020 del Milan: Ibra e Pioli guidano una rinascita attesa da tempo

Se un catastrofico 2020 può considerarsi positivo per qualcuno, tra questi va annoverato sicuramente il Milan nella globalità delle sue componenti. I tifosi, che da troppi anni vivevano di ricordi preferendoli alle magre soddisfazioni - e qualche umiliazione - del presente; la Società, che sembra aver trovato un minimo di stabilità prendendo le scelte giuste nel quadro di un progetto tecnico finalmente chiaro; e non ultimi i giocatori e lo staff tecnico, con Stefano Pioli in primis. L'ex tecnico di Inter e Lazio negli ultimi 12 mesi ha convinto tutti dello spessore del suo lavoro, togliendosi l'etichetta limitativa di brava persona benvoluta da tutti che ne aveva messo in secondo piano le idee e le qualità di allenatore. Il suo Milan è sbocciato in una squadra imbattuta dal post-lockdown, con un'identità precisa e con trame di gioco piacevoli, capace di conquistare più punti di tutti nella classifica dell'anno solare e di issarsi in cima a quella della Serie A in corso.

Eriksen l’ultimo di una lunga lista di rimpianti interisti: ma c’è una differenza con i predecessori

Se si parla di un club in Italia che si porta dietro la nomea, tra i confini nazionali ma anche all'estero, di squadra colpevole di clamorosi e autolesionisti errori di valutazione sul mercato, non si può che tirare in ballo l'Inter. Tra problemi di inserimento, incomprensioni tattiche con l'allenatore del momento e motivazioni di bilancio, i nerazzurri sono stati la casa pro tempore di alcuni grandissimi giocatori che hanno dimostrato tutto il loro talento solo lontano dalla Pinetina. Interpreti di altissimo livello del calcio moderno o del recente passato su cui l'Inter ha avuto la lungimiranza di puntare ma che non ha avuto il coraggio di aspettare. Senza andare a scomodare i vari Zaniolo e Bonucci, che sono stati sacrificati quando erano solo degli importanti prospetti in Primavera, gli scambi che hanno portato Fabio Cannavaro alla Juventus e soprattutto Pirlo e Seedorf in rapida successione al Milan fanno parte della letteratura storiografica del pallone nostrano e

Inter, finisce l’agonia di Eriksen: un divorzio annunciato e un errore da non ripetere più..

L'assenza di Christian Eriksen per la trasferta del Bentegodi aveva tanto il sapore dell'addio: una sensazione in realtà, più che una controprova, perché il danese era volato in patria con il permesso della società per assistere alla nascita della figlia. Ma le parole di Marotta "ha avuto difficoltà di inserimento, non è funzionale, è un dato oggettivo. E' giusto dargli la possibilità di avere più spazio altrove" hanno eliminato ogni equivoco, e ufficializzato una circostanza ampiamente prevedibile e a questo punto inevitabile per non tenersi in rosa un giocatore scontento. Niente più polemiche social sul suo scarso utilizzo, sulla mancanza di rispetto per un finalista di Champions League impiegato durante i minuti di recupero, per la fine di Gennaio Conte si girerà verso la panchina e non dovrà mandare a riscaldarsi controvoglia quello che ormai considerava più un peso che una risorsa. Si è dibattuto talmente tanto sull'apporto che l'ex Spurs avrebbe pot

“Capita di sentirsi in vacanza prima di Natale”: la Juve alla ricerca di sè stessa, oltre gli errori e gli episodi

Accanirsi contro una squadra che ha dovuto giocare in dieci uomini per 70' a causa di una giusta espulsione, al termine di un tour de force di partite che ha prosciugato le energie di tutti, può sembrare severo; ma se la squadra in questione si chiama Juventus e il risultato che ne viene fuori è uno 0-3 le critiche diventano legittime. Un crollo a ridosso della sosta natalizia che fa rumore, perché trovare traccia di una sconfitta bianconera di tali dimensioni tra le mura amiche e protettive dello Stadium nell'ultimo decennio di Serie A è impresa titanica. Senza dimenticare poi che l'avversario era la Fiorentina di Prandelli, che aveva sì mostrato segnali incoraggianti di ripresa nei pareggi contro Sassuolo e Verona, ma non vinceva dal 25 Ottobre, un'eternità. Le decisioni discutibili di una direzione arbitrale avversa hanno sicuramente condizionato i 90 minuti contro la Viola, ma a preoccupare la Juve più che le polemiche sull'identità di gioco e sulla mancanza di

Milano caput Italiae: una Serie A di nuovo a tinte rosso-nero-azzurre

Il decennio appena trascorso del calcio nostrano è stato indubbiamente monopolizzato dalla Juventus che, non è un mistero, ha costruito la sua egemonia grazie anche al momento storico negativo delle milanesi. Sia Inter che Milan, alle prese con travagliati passaggi societari dopo la fine delle presidenze Moratti e Berlusconi, hanno vissuto stagioni di scarsa competitività facendo da spettatrici alla lotta Scudetto e ponendosi come unico obiettivo, spesso neanche centrato, la partecipazione ai danarosi salotti glamour della Champions League. Il 2020 ha restituito però al campionato una Milano del pallone protagonista assoluta, con rossoneri e nerazzurri che sono rispettivamente primi e secondi sia nella classifica della Serie A 2020/2021, che in quella dell'anno solare (79 punti in 35 gare per il Diavolo, contro i 73 punti dei cugini). La sorprendente e giovanissima banda di Pioli dal post lockdown continua a macinare risultati e statistiche impressionanti senza soffrire di vertigin

Inter, oltre le critiche e la pensione: Handanovic torna saracinesca

In un decennio come l'ultimo decisamente avaro di traguardi e trofei per l'Inter dopo la scorpacciata del Triplete, Samir Handanovic è uno di quelli che si è sempre elevato nella mediocrità generale di una squadra che tra un Obi e uno Schelotto in campo ha vissuto annate difficili. È rimasto fedele per più stagioni alla causa nerazzurra con la sua silenziosa leadership, rinunciando per lungo tempo al palcoscenico della Champions League che altre squadre avrebbero potuto offrirgli, regalando sempre un buon bottino di punti grazie ai suoi istinti felini tra i pali. Dura la vita di chi abitua ai miracoli, perché quando gli standard di rendimento si abbassano, e a 36 anni inevitabilmente può accadere, le critiche cominciano a pioverti addosso. È quello che è successo all'estremo difensore sloveno che tra lo scorso campionato e l'inizio di questo, ha riscosso suo malgrado molti meno consensi all'interno di una parte della tifoseria che gli rimprovera di non avere più la

Verso Inter-Napoli, una poltrona per due: sfida verità sulle ambizioni Scudetto

"Si tratta di una partita decisiva per lo Scudetto?", questa la domanda ricorrente dei giornalisti nelle conferenze stampa alla vigilia di un big match, alla quale gli allenatori sono soliti rispondere minimizzando, un po' perché ne sono convinti, un po' per levare pressione ai propri giocatori. Alla 12esima giornata questo Inter-Napoli non può certo esprimere giudizi definitivi nella corsa alla vetta della classifica, ma può dire tanto sul peso specifico e il valore delle due squadre. L'Inter continua a vivere sulle montagne russe di risultati altalenanti, ma nonostante il trauma dell'uscita prematura dalla Champions (e dall'Europa) League, è reduce da un filotto di quattro vittorie consecutive che le hanno permesso di appropriarsi della seconda piazza. I nerazzurri sembrano sempre sull'orlo di una crisi di nervi alimentata dalle feroci critiche sull'integralismo di Antonio Conte, ma riescono sempre a rimanere in piedi quando sembrano barcollare:

Verso Juve-Atalanta, non è una partita per Diez: la classe si accomoda in panchina, e il futuro..

Lo scorso 11 Luglio andava in scena allo Stadium uno Juventus-Atalanta da zone altissime di classifica, con un rigore di capitale importanza segnato al 90' dall'infallibile Ronaldo che aveva di fatto infranto i sogni Scudetto di una Dea lanciatissima e preservato la leadership della squadra di Sarri, in evidente affanno. 5 mesi dopo la stessa partita non presenta la medesima posta in palio, sia perché i bianconeri per una volta non guardano dall'alto in basso tutte le altre, sia perché i bergamaschi hanno perso diversi punti per strada in questo inizio di stagione. A differenza di quel 2-2, difficilmente saranno protagonisti stavolta Paulo Dybala e Alejandro Gomez, costretti a cercarsi la posizione ideale sulle rispettive panchine più che in campo come loro abitudine. La classe che viene messa da parte, la fantasia che lascia spazio al pragmatismo, due Diez argentini, compagni nella Nazionale albiceleste e amici fuori dal rettangolo verde, costretti a guardare i compagni c

Il Papu e il Gasp, c’eravamo tanto amati: rottura insanabile, si pensa già al futuro

Riavvolgendo il nastro della stagione atalantina in modo da tornare a un mese fa, non di più, immaginare un Alejandro Gomez lontano da Bergamo sarebbe sembrata una follia non supportata da alcuna ragione concreta. Il Papu e la Dea, un binomio quasi inscindibile tra la squadra e il suo Capitano, bergamasco d'adozione, con il condottiero Gasperini che non ha mai perso occasione di tessere le lodi del suo primo subordinato, non rinunciando mai a farlo scendere in campo neanche dopo i viaggi intercontinentali al seguito della Nazionale albiceleste. Poi in concomitanza con un calo di rendimento del collettivo è arrivato il Midtjylland, il durissimo litigio all'intervallo, la non convocazione per la trasferta di Udine, un audio diventato virale che anche se non verificato nella sua veridicità sembra raccontare una situazione vicina alla realtà. Come un fulmine a ciel sereno, l'idillio all'interno della famiglia Atalanta è diventato solo un dolce ricordo e la società, dopo un

Sorteggi Europa League: amarcord Milan, un’altra spagnola per il Napoli, Fonseca torna in Portogallo

Non si prevedevano accoppiamenti proibitivi e così è stato per Roma, Napoli e Milan, presentatesi tutte al rendez-vous con l'urna del sorteggio dei sedicesimi forti del primato nei rispettivi gironi. Trasferta al Marakaná di Belgrado per il Milan che pesca la Stella Rossa dell'ex interista Dejan Stankovic, squadra che evoca dolci ricordi: nel 1988 e nel 2006 i rossoneri affrontarono la formazione serba in Coppa dei Campioni/Champions League, risultando vincitori della competizione a fine torneo in entrambi i casi. Altra squadra spagnola invece sul cammino del Napoli, che dopo aver faticato nel doppio confronto con la Real Sociedad pur portando a casa quattro punti, se la vedrà con l'insidioso Granada. Torna in Portogallo infine Paulo Fonseca con la sua Roma per sfidare lo Sporting Braga, che ha allenato per 57 partite nella stagione 15/16 prima di accettare la chiamata dello Shakhtar Donetsk. I lusitani hanno una robusta esperienza in Europa League e sono arrivati secondi

Sorteggi Champions League: la Juve non trema, una montagna da scalare per Lazio e Atalanta

Non ci sono squadre facili da affrontare quando si arriva tra le migliori 16 d'Europa, la frase storicamente più gettonata alla vigilia del sorteggio (e dopo) per definire gli accoppiamenti degli ottavi di finale di Champions League. Essere testa di serie o meno però, privilegio riservato alla sola Juventus, unica tra le italiane ad aver vinto il suo girone, fa una grande differenza a questi livelli. Se ne sono accorte Lazio e Atalanta, che hanno pescato da un'urna che comunque non prevedeva soluzioni abbordabili, rispettivamente Bayern Monaco e Real Madrid. I campioni d'Europa in carica e i maggiori vincitori della competizione, peggio di così non poteva andare soprattutto per i biancocelesti. Decisamente più morbido invece il sorteggio della squadra di Andrea Pirlo, che si troverà di fronte quel Porto già sconfitto nel 2017 con un 3-0 on aggregate sul percorso che portò all'amara finale di Cardiff. Completano il tabellone Lipsia-Liverpool, Siviglia-Dortmund, Atletico

È morto Paolo Rossi: addio ad un altro eroe di un calcio romantico

Ci fu un periodo nei mitici anni 80 in cui tutti si sentivano un po' Paolo Rossi. Un nome comune e un fisico ordinario, la caduta e la rinascita, l'idea che le grandi imprese fossero alla portata di tutti. Paolo Rossi è stato grande non solo per i tre gol al Brasile e il sigillo in finale alla Germania, ma soprattutto per questo.  Non aveva una muscolatura sviluppata, era mingherlino, nel calcio degli atleti super fisicati di oggi ne sono rimasti rarissimi esemplari, ma era il più agile e soprattutto il più furbo di tutti. Paolo Rossi era il più classico rapinatore d'area, cioè uno che per fiuto e istinto naturale intuisce prima degli altri dove spunterà il pallone da una mischia per metterci un piede, uno stinco, la testa, qualsiasi parte del corpo utile per fare gol ed entrare nei tabellini. E poi quel nome comune, quasi banale, diventato unico e iconico, come un timbro, il suo personale marchio: Pablito. Fu Enzo Bearzot a darglielo in Argentina nel 1978, ancora prima di

Lazio agli ottavi col brivido e con merito: Immobile sulla scia di Inzaghi 20 anni dopo

Fino alla mezz'ora del secondo tempo di ieri, la Lazio ha assaporato un prestigioso passaggio del turno da imbattuta e prima del girone; poi nel giro di pochi minuti il Borussia Dortmund ha piazzato un uno-due micidiale e insperato sul campo dello Zenit, e in contemporanea i biancocelesti subivano il pareggio del Club Brugge per poi rischiare clamorosamente di capitolare a tempo scaduto sulla traversa belga colpita da De Ketelaere. La sindrome del braccino non ha però compromesso per fortuna la qualificazione degli uomini di Inzaghi e rovinato la festa per un traguardo storico come il superamento dei gironi, conquistato con merito e atteso da 20 anni: per dare un'idea di quanto tempo sia passato, l'ultima volta che la Lazio ci era riuscita (stagione 2000/01) il format della Champions League prevedeva un secondo girone eliminatorio al posto degli ottavi di finale. Quello era un gruppo formidabile, con un arsenale di soluzioni per risolvere le partite da far invidia a tutti,

La Juve scopre l’America in quattro giorni: Air McKennie ancora una volta decisivo

Nella Juve che riscrive i libri di storia del calcio italiano passeggiando sulle macerie di una gloriosa squadra di nome Barcellona, non è facile esaltare il singolo a fronte di una grande prova collettiva anche se le ovvie copertine se le prende Cristiano Ronaldo per il duello a distanza stravinto con l'immalinconito rivale di sempre, Leo Messi. Weston McKennie è però la fotografia di una squadra che dopo tanti esperimenti sta provando a trovare una sua identità: Pirlo ha deciso di dargli fiducia a sorpresa nel silenzio spettrale del Camp Nou, e il centrocampista texano lo ha ripagato con il secondo gol consecutivo dopo quello nel derby della Mole, sfruttando il pezzo forte del repertorio, i tempi di inserimento combinati ad una certa audacia nello sfidare la forza di gravità. Non solo reti pesanti però, il contributo di McKennie va oltre quello che emerge dal tabellino e si sublima in un dinamismo in entrambe le fasi che sembra già indispensabile per il calcio fluido che vuole me

Appuntamento con la storia per il calcio italiano: gli ultimi 90 minuti per il Settebello in Europa

La settimana di impegni europei per le italiane, gli ultimi della fase a gironi, si apre con la prospettiva di raggiungere uno storico traguardo. Mai nella storia del nostro calcio sette squadre hanno superato lo "sbarramento" dei gironi nelle due competizioni europee, tenendo presente che il ranking Uefa non sempre ha assegnato alla Serie A sette posizioni utili per la qualificazione alle coppe dell'anno successivo. Cosa manca per fare l'en plein? A prima vista non molto. La situazione è particolarmente in discesa in Europa League, dove Roma e Milan sono già sicure del passaggio del turno (i giallorossi da primi del girone) e al Napoli basta un pareggio in casa con la Real Sociedad per accedere ai sedicesimi di finale. Due risultati su tre per i partenopei, come per Lazio e Atalanta in Champions League: gli uomini di Inzaghi e di Gasperini hanno bisogno solo non perdere, rispettivamente all'Olimpico contro il Club Brugge e all'Amsterdam Arena contro l'Aja

Un weekend alla “American Beauty”: le giovani leve del soccer Usa incantano l’Europa

Se chiedi ad un attento osservatore di calcio internazionale il nome di una Nazionale con un futuro brillante e ampi margini di crescita, ci sono ottime probabilità che risponderà gli Stati Uniti, che in occasione delle ultime amichevoli hanno convocato una rosa con un'età media di 22,8 anni. Gli Yankees infatti hanno tutta l'intenzione di raccogliere i frutti in occasione del Mondiale del 2022 dei progressi di un movimento calcistico che si è fatto spazio sgomitando tra gli sport più radicati nella tradizione americana, grazie anche alla precoce emigrazione delle migliori promesse nel Vecchio Continente. Tra i protagonisti del fine settimana a stelle e striscie c'è sicuramente Weston McKennie , che ha scelto un appuntamento non banale per consegnare agli almanacchi il suo primo gol in Serie A e in maglia Juventus, il derby della Mole: sua la rete che ha avviato la rimonta bianconera con il personale marchio di fabbrica, il colpo di testa in inserimento. Il centrocampista

Roma, Pellegrini e il polverone post Sassuolo: il rapporto con la piazza resta complicato

Al termine di una partita che per poco la Roma non ha vinto in inferiorità numerica rispetto al Sassuolo, e inevitabilmente segnata dalle polemiche per l'arbitraggio discutibile di Maresca, Lorenzo Pellegrini ha gettato altra benzina sul fuoco. "Voi continuate a parlare ed insultare tutti, noi continuiamo a correre e lottare per questa maglia. Falliti. Forza Roma, forza questo grande gruppo" , questo il contenuto della sua storia Instagram. Una reazione di pancia quella del vice-capitano giallorosso, uscito dal campo con un trauma contusivo-distorsivo alla caviglia destra, che ha cercato di fare dietrofront poche ore dopo: "Ho sbagliato ad usare la parola 'falliti', ma non era per chi critica sportivamente visto che ovviamente ognuno è libero di farlo…ma per chi insulta! Ricordatevi che siamo uomini prima che calciatori" Il numero 7 della Roma si era sfogato in particolare per le critiche piovutegli addosso a seguito dell'episodio di gioco che ha

Balotelli raggiunge Boateng al Monza: l’ultima fermata di una carriera gettata al vento

La colonia di ex milanisti dell'ambizioso Monza sta per arricchirsi di una nuova figurina. Mario Balotelli sta infatti per raggiungere l'amico Boateng, mettendosi a disposizione di mister Brocchi con l'obiettivo dichiarato da parte della formazione brianzola di ottenere la promozione diretta in Serie A . L'ex ragazzo prodigio del calcio italiano è in procinto di trovare così squadra dopo la burrascosa fine della sua fallimentare esperienza a Brescia e qualche mese da svincolato. Gli abboccamenti per una potenziale avventura esotica (Vasco da Gama in Brasile) non hanno avuto seguito e a tendergli una mano sono ancora Berlusconi e Galliani, che lo apprezzano sin dai nostalgici fasti rossoneri. Contratto fino a fine stagione per l'ormai ex attaccante della Nazionale, all'ennesimo e forse ultimo tentativo di rilancio della sua tormentata carriera a soli 30 anni, dopo un'estate di porte in faccia dai club di massima serie nonostante l'influenza e l'abilit

Milan, un altro leader va ko: dopo Ibra anche Kjaer

Proprio adesso che Zlatan Ibrahimovic è vicino a smaltire il problema muscolare che lo ha tenuto fuori contro Fiorentina e Celtic (anche se Pioli ha fatto capire che si procederà con cautela quanto a un suo impiego nella trasferta di Marassi contro la Samp), il Milan perde un'altra pedina fondamentale. Gli esami strumentali infatti hanno evidenziato che Simon Kjaer, uscito al minuto 11 della sfida di Europa League contro gli scozzesi, ha riportato una lesione di primo grado al retto femorale della coscia destra che lo terrà fermo per una settimana in attesa di altri controlli. Non si è rivelata azzeccata la scelta di non concedere un fisiologico riposo al centrale dopo la maratona di partite tra club e Nazionale danese da parte di Pioli, che adesso deve fare i conti con una brutta tegola: sia per la riconosciuta leadership in campo e dentro lo spogliatoio dell'ex Roma e Atalanta, sia perché il reparto arretrato è indubbiamente quello che offre meno certezze in casa rossonera. I

Il missile di Calafiori e lo slalom di Hauge: quando l’Europa League regala sorrisi e facce nuove

Caricare il gruppo alla vigilia di una partita di Europa League è l'incubo di ogni allenatore di una squadra di medio-alto livello; i calciatori non amano giocare di Giovedì sera con la prospettiva di avere un recupero limitato per gli impegni di campionato e capita che scendano in campo con un atteggiamento conservativo e superficiale, per risparmiare energie fisiche e mentali. Specie ai gironi, quando le avversarie non sempre offrono molti stimoli. Tali partite sono però il palcoscenico ideale per giovani vogliosi di ritagliarsi il loro spazio, e ieri è stata indubbiamente la serata di Riccardo Calafiori della Roma e Jens-Petter Hauge del Milan. Il classe 2002 giallorosso ha segnato con un meraviglioso bolide di controbalzo il suo primo gol tra i grandi, alla seconda presenza europea e terza da titolare in assoluto. Ai limiti della commozione a fine partita ha ricordato il gravissimo infortunio al ginocchio che ha rischiato di interromperne circa due anni fa la promettente carrie

Napoli, a caccia della prima vittoria italiana ad Alkmaar: i gioielli dell’Az in vetrina

Dopo il perentorio 4-0 rifilato alla Roma nella notte della vera celebrazione del ricordo di Diego Armando Maradona, per il Napoli è tempo di pensare nuovamente all'Europa League. C'è una qualificazione da conquistare e una sconfitta da vendicare, quella dell'andata in casa contro l'Az Alkmaar, l'unica che al momento ha sporcato il percorso nel girone. Gli olandesi si presentarono a Napoli con qualche defezione causa Covid, ma riuscirono a portare a casa i tre punti con una prestazione molto accorta e cinica. Gattuso ha messo tutti in guardia sulle caratteristiche dell'avversario: "L'Az in Europa gioca un calcio diverso da quello che fa in Olanda, molto più spregiudicato. Credo che domani vedremo una gara diversa da quella dell'andata" . L'aria dell'AFAS Stadion potrebbe infatti incoraggiare gli uomini di Arne Slot a giocare più a viso aperto, sia per la necessità di vincere, sia perché i precedenti casalinghi contro formazioni italiane

Lazio, gerarchie a rischio tra i pali: Strakosha o Reina?

Nella notte in cui Haaland e Immobile rinnovano il loro personale duello a distanza tra bomber implacabili, terminato in parità nel 3-1 biancoceleste dell'Olimpico, la Lazio riflette bene su chi dovrà anestetizzare tra i pali la fame di gol del giovane fenomeno norvegese. Nelle ultime settimane infatti il ballottaggio tra Strakosha e Reina è più di attualità che mai. L'ex portiere di Napoli e Milan ha dimostrato di essere ancora affidabile coi guantoni addosso oltre che una presenza di valore nello spogliatoio, non commettendo sbavature quando impiegato; dal canto suo invece l'estremo difensore albanese sta facendo i conti con un inizio di stagione difficile che l'ha visto nell'occhio del ciclone per il caso dei tamponi ballerini, e anche contro l'Udinese, pienamente ristabilito, non si è attestato sui suoi migliori livelli di rendimento. I tifosi chiedono un avvicendamento ma per la trasferta del Signal Iduna Park, che potrebbe aprire al club capitolino le port

Juventus, un problema in più per Pirlo: la gestione schizofrenica di Kulusevski

Riavvolgendo il nastro fino allo scorso 20 Settembre, si torna al debutto stagionale della Juventus che si sbarazza con facilità tra le mura amiche della Sampdoria, pur priva in attacco di un Paulo Dybala convalescente e di un Alvaro Morata che farà il suo secondo esordio juventino solo la settimana seguente contro la Roma. Gli elogi sono tutti per Dejan Kulusevski, partner occasionale di Ronaldo e in gol alla prima con la nuova maglia a suggellare una prestazione di incredibile personalità per un ragazzo così giovane. In mezzo alle necessità di formazione dunque, primi passi a Torino per lo svedese molto convincenti e radicalmente diversi, per esempio, da quelli di Dybala e del primo Morata, centellinati con maestria da Allegri prima di diventare protagonisti. A più di due mesi di distanza da quella partita il classe 2000 è lontano dal diventare un caso ma la sua gestione solleva più di un interrogativo: la concorrenza rappresentata dall'adattato McKennie e da un Ramsey dai muscol

Il day after la batosta di Napoli: la Roma si riscopre fragile e timorosa

Dopo 17 partite di campionato da imbattuta a cavallo tra due stagioni, la Roma va di nuovo ko e a chiudere la striscia positiva è curiosamente la stessa squadra capace di batterla per l'ultima volta. I giallorossi sono stati demoliti 4-0 da un avversario super motivato in un contesto ambientale emotivamente molto particolare, ma l'aver affrontato un Napoli in 12 uomini per l'apporto spirituale di Maradona non basta a giustificare un passivo così pesante. Nel posticipo del San Paolo non ha funzionato tutto quello che non doveva funzionare e ne è conseguito un monologo azzurro: dai forfait per infortunio di Mancini prima e Veretout poi alle prestazioni spente dei tenori dell'attacco di Fonseca, passando per la condizione apparsa precaria dei rientranti dal Covid. L'allenatore portoghese è rimasto deluso dall'atteggiamento dei suoi, a cui è mancato il coraggio e la forza di reazione viste nei big match contro Milan e Juventus. A Roma si passa velocemente dalle stel

Una Juve smeMorata: senza la vecchia guardia la mentalità latita

Vedere la Juventus fuori dalla zona Champions dopo nove giornate non è una novità assoluta ma fa sempre un certo effetto, specie se si considera che dei 17 punti raccolti finora, 3 sono arrivati a tavolino per gentile omaggio del Napoli. La dirigenza bianconera è fin troppo esperta per non aver previsto un percorso incidentato con un allenatore alle prime armi in panchina, ma dopo circa un quarto di campionato la creatura di Pirlo continua ad essere altalenante sul piano gioco e carente come mentalità. L'assenza della vecchia guardia nella trasferta del Vigorito con Chiellini, Buffon e il cannibale Ronaldo non convocati e Bonucci in panchina, ha avuto un suo peso su una squadra che non riesce ad espugnare questi campi rinunciando magari a qualcosa sul piano estetico. Nell'ultimo decennio trionfante è capitato alla Juve di lasciare a sorpresa per strada qualche punto contro formazioni impegnate nella lotta salvezza ma "capire che le partite non sono tutte uguali e i momenti

Verso Napoli-Roma, nel nome di Diego e di chi dovrà onorare il suo lascito

Dopo un Napoli-Rijeka giocato con il lutto nel cuore e al braccio per la fresca scomparsa di Diego Armando Maradona, gli azzurri si preparano ad accogliere la Roma in un San Paolo pronto a cambiare ufficialmente nome. Il derby del Sud, una partita di cartello più consona ai palcoscenici su cui il Diez era solito illuminare la scena con la sua classe e il suo carisma, pur essendo l'Europa League la moderna versione di quella Coppa Uefa regalata alla bacheca del club. Maradona ha legato la sua leggenda alle sfide contro il Milan degli olandesi e contro la Juventus, ma anche contro i giallorossi ebbe modo di lasciare il segno 5 volte. Un peccato che i tifosi non possano offrire il loro tributo anche dentro lo stadio a chi sul rettangolo verde ha costruito la sua grandezza, ma il suo spirito accompagnerà lo stesso la squadra di Gattuso (che per l'occasione indosserà una speciale maglia celebrativa) e soprattutto i leader del gruppo, sicuramente provati dallo shock; ovviamente Loren

Juve, CR7 a riposo: Dybala a Benevento non deve più fallire

L'inizio di stagione di Paulo Dybala, tra il Covid, il recupero dall'infortunio che lo aveva tenuto fuori col Lione e le polemiche su un rinnovo di contratto che non arriva, ha vissuto talmente tanti contrattempi che giudicare le sue prestazioni, comunque negative, diventa difficile. Il modesto Ferencvaros sembrava l'avversario ideale per ritrovare l'ispirazione dei tempi migliori, ma anche contro gli ungheresi la Joya (con la fascia da capitano al braccio) è stata tra i peggiori in campo, all'interno di un contesto di squadra che aveva preso troppo sotto gamba l'impegno europeo nei primi 45'.  Il riposo programmato di Ronaldo che non prenderà parte alla trasferta di Benevento, concede però una seconda chance da non fallire all'ex Palermo. Morata è sempre più avanti a lui nelle gerarchie sia per una questione di rendimento che di complementarietà col portoghese, ma non è detto che le cose non possano cambiare. Serve una scintilla, un lampo che restituisc

Roma, rebus difesa: le soluzioni possibili per Fonseca

Dopo il 5-0 dello Stadio Olimpico la Roma concede la rivincita al Cluj con l'obiettivo di archiviare la qualificazione ai sedicesimi di finale di Europa League, vicini ma non ancora in tasca. Trasferta insidiosa quella in Transilvania per la squadra di Paulo Fonseca, alle prese con un'emergenza in difesa da codice profondo rosso. Con i risentimenti muscolari (senza lesioni) accusati da Ibanez e Mancini contro il Parma, Kumbulla e Fazio (negativo ma non ancora idoneo per giocare) out per Covid e Smalling alle prese con un fastidio al ginocchio dopo aver smaltito l'intossicazione alimentare, l'unico difensore disponibile rimane Juan Jesus; al brasiliano si aggiunge Bryan Cristante, più volte adattato nel cuore della retroguardia a tre. La soluzione più naturale in questa situazione sarebbe il ritorno al vecchio 4-2-3-1, ma se il tecnico portoghese decidesse di confermare l'assetto tattico che sta dando tante soddisfazioni ai giallorossi, ci sarà bisogno di una vera  m

Fiorentina, la luce in fondo al tunnel indicata da chi non t’aspetti: la serata magica di Montiel

Quando le cose vanno male, bisogna avere il coraggio di osare con una mossa a sorpresa in grado di rompere gli schemi: è quello che ha fatto ieri Cesare Prandelli quando ha richiamato dal riscaldamento il match winner Cristobal Tofol Montiel per farlo entrare, dopo aver osservato che la sua Fiorentina non riusciva a sbloccare il punteggio con l'Udinese neanche ai supplementari.  Una piccola, lucida, follia quella dell'ex ct della Nazionale che ha deciso di affidarsi al giovane esterno spagnolo, talento da zero minuti con Iachini e relegato in una Primavera che è categoria che ormai non gli appartiene più. Stagione difficile l'ultima per il classe 2000 che è passato dall'essere il Robin perfetto per Batman Vlahovic, accumulando soddisfazioni e trofei con i giovani viola insieme al serbo, al trovare uno spazio limitato tra i grandi per poi provare l'esperienza estera al Vitoria Setubal, con esiti infruttuosi. In estate non ha trovato altra sistemazione ed ha aspettato

E' MORTO DIEGO ARMANDO MARADONA : Napoli e il mondo piangono el pibe de oro

A 60 anni è morto Diego Armando Maradona. L'ex leggendario calciatore del Napoli, del Barcellona e della Nazionale argentina, è deceduto secondo quanto riportano il Clarin e la CNN."Il quotidiano di Buenos Aires racconta che Maradona “ha subito un arresto cardiorespiratorio nella casa di Tigre dove si era stabilito dopo l’operazione alla testa”.Diego è stato il più grande di sempre, la Fifa lo ha eletto miglior calciatore del XX secolo al pari del brasiliano Pelé.″È triste perdere amici in questo modo” ha commentato Pelé, che da sempre si contende con Maradona la palma del calciatore più forte di tutti i tempi.“Sicuramente un giorno giocheremo insieme lassù in cielo”.Una lunghissima carriera da professionista, ha militato nell’Argentinos Juniors, nel Boca Juniors, nel Barcellona, nel Napoli, nel Siviglia e nel Newell’s Old Boys.Ha segnato il gol del secolo ai mondiali del 1986 in Messico – che vinse con l’Argentina – contro l’Inghilterra. Nella stessa partita segnò un gol di m

Verso Liverpool-Atalanta, a lezione da Klopp: come vincere anche senza difesa

A 3 settimane di distanza dal pesantissimo 0-5 con cui i Reds hanno ribadito la propria forza ridimensionando le velleità di grandezza della banda di Gasperini, l'Atalanta si prepara alla seconda parte dell'esame Liverpool. Ad Anfield la Dea farà visita ad una squadra che ha quasi in tasca il pass per gli ottavi e terribilmente incerottata in difesa; margini quindi per portare a casa un risultato migliore rispetto a quello di Bergamo ce ne sono (anche perché fare peggio non sarebbe facile), ma attenzione a sopravvalutare i problemi nel reparto arretrato della formazione di Klopp.  Il vate tedesco non ha a disposizione com'è noto Van Dijk, che si è rotto il crociato a causa di un intervento killer di Pickford nel derby con l'Everton, Joe Gomez, Alexander-Arnold e probabilmente risparmierà anche Robertson, che ha stretto i denti nel weekend di Premier League ma è tornato acciaccato dagli impegni con la Nazionale scozzese: in sintesi, tutta la retroguardia titolare è out.

Inter, bivio Champions col Real: 22 anni fa esatti il precedente a cui ispirarsi

Vigilia di Champions per l'Inter che si prepara a una partita da dentro o fuori col Real Madrid, dopo il 3-2 dell'Estadio Alfredo di Stefano. Margini di errore praticamente nulli per Lukaku e compagnia, fanalini di coda di un girone equilibratissimo che comprende anche Shakhtar Donetsk e Borussia Monchengladbach. La sconfitta di misura in terra spagnola non ha evidenziato una grandissima differenza tra le due squadre, riflettendo in qualche modo il bilancio aggiornato delle sfide giocate fino ad oggi (7 vittorie a testa e 2 pareggi).  Un precedente in particolare evoca dolci ricordi e incrementa scaramanticamente la fiducia degli uomini di Conte: un 3-1 a San Siro, datato 25 Novembre 1998. Era l'Inter di un Javier Zanetti alle prime armi e di Ronaldo il Fenomeno, che però lasciò per l'occasione il ruolo di attore principale a Zamorano e a Roberto Baggio, eroe di serata con la sua doppietta decisiva dopo essere entrato dalla panchina; inutile col senno di poi la rete mad

E alla fine arriva.. l’esordio! Moukoko, star a 16 anni capace di rubare la scena ad Haaland

l weekend calcistico in Germania era atteso con una certa curiosità; non necessariamente perché ci fosse in programma una sfida di alta classifica o un derby sentito ma per la prima convocazione tra i grandi di Youssoufa Moukoko, baby attaccante classe 2004 considerato il prossimo grande  craque  del calcio tedesco, e perché no, mondiale . Una chiamata arrivata con una tempistica che di casuale non ha niente: il giovanissimo talento del Borussia Dortmund ha appena compiuto 16 anni, età minima da regolamento per poter scendere in campo in Bundesliga. Circostanza che non si è fatta attendere grazie ai 5 minuti giocati sul prestigioso terreno di gioco dell'Olympiastadion contro l'Hertha Berlino, che per poco non oscuravano lo straordinario poker di reti firmato da Erling Braut Haaland. È stato proprio il centravanti norvegese a lasciargli il posto, in quello che potrebbe essere un ideale passaggio di consegne nel prossimo futuro in un palcoscenico da urlo per i migliori prospetti

Milan, tegola Ibra: la vera prova di maturità comincia adesso

Gli aggettivi per descrivere uno Zlatan Ibrahimovic più dominante che mai a 39 anni sono ormai finiti, i suoi record di prolificità e "anzianità" lasciano a bocca aperta tanto quanto il suo strapotere sugli impotenti difensori avversari. La soddisfazione per la doppietta di ieri utile per vincere una partita al San Paolo che, se non era sfida Scudetto, ha messo in palio comunque tre punti che potrebbero rivelarsi pesanti a fine stagione nella corsa Champions, è stata però soffocata dal problema muscolare che lo ha costretto ad abbandonare il campo.  La diagnosi odierna ha confermato i timori, lesione del bicipite femorale della coscia sinistra e stop di almeno 10 giorni, ma che potrebbe essere anche più lungo perché i contrattempi muscolari possono essere infidi e impongono cautela. La tegola peggiore per il Milan, con tutti i tifosi rossoneri in apprensione davanti alla tv alla prima smorfia di dolore del loro leader maximo, anche perché dal mercato non è arrivata una vera r

Inter, Eriksen e le “tante occasioni avute”: minutaggio alla mano i conti non tornano

Nel giro di pochi giorni Christian Eriksen è passato dall'incassare le dichiarazioni di stima e vicinanza di Lukaku a quelle molto più fredde del suo allenatore, in conferenza stampa: "Penso che Christian abbia avuto tantissime occasioni, ha giocato più di tanti altri". Difficile non concedere un minimo di comprensione a Conte di fronte al consueto giro di domande sull'impiego del danese, che è più puntuale del bollettino della Protezione Civile in tempo di pandemia; però è altrettanto vero che non si può non percepire una differenza di approccio tra le parole dell'attaccante belga e le sue, che non sembrano essere finalizzate a incoraggiare un giocatore che potrebbe rivelarsi un'arma preziosa a disposizione. Ma in soldoni, o meglio in numeri, sono così tante le occasioni e quindi la fiducia che il tecnico pugliese gli ha accordato fino ad ora? L'ex Tottenham in questo inizio di stagione ha totalizzato sul contachilometri 301' spalmati su 7 presenze tr

Napoli, Mertens e un’astinenza da gol che deve finire: il Milan lo ispira

L'immagine positiva che il Napoli si tiene stretto da una pausa per le Nazionali che ha portato in dote la lussazione alla spalla di Osimhen e le positività al Covid di Hysaj e Rrahmani, è sicuramente la gioia di Dries Mertens per il ritorno al gol. La punizione vincente che gli ha permesso di entrare nel tabellino dei marcatori nel 2-0 del Belgio contro l'Inghilterra ha posto fine a un digiuno che durava dalla partita col Genoa, seconda giornata di campionato. Quasi due mesi senza segnare, decisamente un'anomalia per un attaccante del suo livello.  Adesso la missione diventa quella di gonfiare la rete di nuovo con la maglia azzurra e il prossimo ostacolo sul cammino dei partenopei si chiama Milan, un avversario che spesso stimola la classe del folletto ex Psv Eindhoven. Vero è che i rossoneri sono lontani dall'essere la squadra da lui più bucata, inarrivabili Bologna e Cagliari trafitte rispettivamente 11 e 10 volte; ma specie da quando ha completato la sua trasformazi