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Inter, Eriksen e le “tante occasioni avute”: minutaggio alla mano i conti non tornano

Nel giro di pochi giorni Christian Eriksen è passato dall'incassare le dichiarazioni di stima e vicinanza di Lukaku a quelle molto più fredde del suo allenatore, in conferenza stampa: "Penso che Christian abbia avuto tantissime occasioni, ha giocato più di tanti altri". Difficile non concedere un minimo di comprensione a Conte di fronte al consueto giro di domande sull'impiego del danese, che è più puntuale del bollettino della Protezione Civile in tempo di pandemia; però è altrettanto vero che non si può non percepire una differenza di approccio tra le parole dell'attaccante belga e le sue, che non sembrano essere finalizzate a incoraggiare un giocatore che potrebbe rivelarsi un'arma preziosa a disposizione. Ma in soldoni, o meglio in numeri, sono così tante le occasioni e quindi la fiducia che il tecnico pugliese gli ha accordato fino ad ora?
L'ex Tottenham in questo inizio di stagione ha totalizzato sul contachilometri 301' spalmati su 7 presenze tra campionato e Champions, di cui 4 da titolare. Solo sette tra i suoi compagni di squadra che hanno disputato almeno 1' (Sanchez, Ranocchia, Skriniar, Gagliardini, Sensi, Nainggolan, Pinamonti) hanno giocato meno: peccato che quasi tutti siano stati indisponibili, talvolta anche per periodi prolungati, tra infortuni e la quarantena Covid che ha messo a dura prova la tenuta della rosa nerazzurra. Conte non dice dunque propriamente la verità anche se resta il fatto che il trequartista scandinavo è il primo a doversi aiutare da solo. Più che il minutaggio a penalizzarlo è la continuità, quella convinzione che se non illuminerà la scena come tutti si aspettano ad attenderlo ci sarà solo una panchina e un fratino da riscaldamento. Ma la scintilla per modificare un futuro che sembra già scritto, deve partire da lui.

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