Il rapporto tra squadre di club e Nazionali nell'ultimo decennio è andato progressivamente logorandosi, parallelamente all'aumento del numero delle partite; i club non hanno mai visto di buon occhio la puntuale ecatombe di infortuni che si verificano quando viene dato spazio alle rappresentative dei vari paesi, e di cui loro stessi fanno le spese. Il contrasto si è acuito ancora di più in tempo di pandemia, con i viaggi intercontinentali che aumentano il rischio di contagio e si collocano all'interno di un calendario sempre più intasato. C'è chi lo dichiara apertamente e chi no, ma tutti gli allenatori, dirigenti e presidenti sono preoccupati per ciò che avviene lontano dai loro occhi: ovviamente anche le Nazionali hanno i loro rigidi protocolli ma il clamoroso caso Vida, sostituito durante l'intervallo di Turchia-Croazia perché nel frattempo era arrivato il referto della sua positività, ha definitivamente scoperchiato il vaso di Pandora.
Non che il Covid sia l'unico dei problemi, perché ci sono giocatori che tornano puntualmente dalle rispettive selezioni con dei problemi fisici. Il caso principe è ovviamente quello di Alexis Sanchez, che da quando è all'Inter torna alla base sempre in precarie condizioni dopo aver difeso i colori del suo Cile. Il ct dei cileni, Reinaldo Rueda ha pensato bene di alzare i toni dopo le polemiche in merito all'ennesimo fastidio accusato dall'ex United: "Dobbiamo rispettarci da entrambe le parti. Non siamo nell'epoca delle colonie, dobbiamo essere chiari su questo". Dichiarazioni forti che hanno indispettito i nerazzurri, già alle prese con l'impiego di Lukaku col Belgio, convocazione che ha fatto discutere al pari di quella dell'infortunato Kylian Mbappe con la Francia.
Ai club non è riconosciuto il potere di trattenere i propri tesserati e le Nazionali non ci stanno a mostrarsi inferiori rinunciando alle loro prerogative o diminuendo i loro impegni, anche se l'utilità di amichevoli come quella giocata dall'Italia contro l'Estonia lascia perplessi. Uefa e Fifa non intervengono sulla vicenda ma rischiano di dover prendere a breve una posizione per sedare gli animi in un momento storico in cui, nel calcio e non, conciliare gli interessi di tutti è assai arduo.
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