Arrivederci al 2021 per le Nazionali, adesso i club faranno sul serio fino a Natale con una maratona di partite tra campionato e coppe europee. Un tour de force reso più complicato dagli infortuni e dai focolai di Covid, sebbene ci siano alcuni giocatori che in Serie A si sono dimostrati per il momento "invulnerabili" a queste due diverse problematiche non saltando neanche un minuto dopo sette giornate, con una logica prevalenza dei portieri (ben 11) rispetto ai giocatori di movimento. Ecco la top 11 con qualche nome insospettabile:
(3-5-1-1): Handanovic (Inter) ; Acerbi (Lazio), Milenkovic (Fiorentina), Mancini (Roma); Theo Hernandez (Milan), Schouten (Bologna), Locatelli (Sassuolo), Nandez (Cagliari), Tomiyasu (Bologna); De Paul (Udinese); Messias (Crotone)
Se la Roma non riesce a spiccare il volo nei big match, venendo puntualmente ridimensionata, uno dei motivi risiede probabilmente nell'inesperienza ad alti livelli di alcuni titolari dell'undici tipo: giocatori come Ibanez, Villar e Karsdorp hanno mostrato ottime qualità nel corso della stagione, ma non hanno familiarità nel competere per traguardi come la qualificazione alla Champions League, proveniendo chi da mesi in panchina all'Atalanta, chi dalla seconda serie spagnola. Contro il Napoli mancavano, oltre a Veretout, Mkhitaryan e Smalling, due tra i più navigati nella rosa di Fonseca, anche se in campo c'erano comunque Dzeko e Pedro. Lo spagnolo in particolare era stato acquistato in estate a parametro zero dal Chelsea per rappresentare un valore aggiunto in termini di leadership e mentalità vincente, in virtù della sua sconfinata bacheca. Se da questo punto di vista non sembra aver particolarmente inciso sulla maturità del gruppo giallorosso, peraltro con più di un
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