È notizia di ieri che la Procura federale della Figc ha deciso di aprire un'inchiesta ai danni della Lazio per accertare eventuali violazioni dei protocolli sanitari anti-Covid-19, con particolare attenzione alle modalità con cui vengono processati i tamponi e alla gestione della bolla "alla luce delle positività alterne di giocatori come Immobile, Leiva e Strakosha, disponibili per le gare di campionato (i primi due sono subentrati durante il secondo tempo a Torino) e fermati da presunte positività invece dall'Uefa". Gli ispettori federali hanno fatto visita a Formello per ben tre volte nelle ultime due settimane, ma i biancocelesti si dicono tranquilli per aver agito nel rispetto delle norme vigenti e in collaborazione con le istituzioni sportive nazionali ed internazionali.
In attesa di fare luce su questa vicenda che nel migliore dei casi ha evidenziato una colpevole mancanza di trasparenza, la Lazio ha comunque il dovere di concentrarsi sul campo, dove tra poche ore è atteso il fischio d'inizio con lo Zenit San Pietroburgo. Partita importantissima perché la squadra di Semak è con l'acqua alla gola dopo due sconfitte nelle prime due giornate, e una vittoria laziale in trasferta sarebbe sinonimo di ipoteca sulla qualificazione agli ottavi. Nonostante le rotazioni limitate, tra infortuni e la situazione contagi, la truppa di Inzaghi arriva all'appuntamento Champions con il morale alto e con lo spirito di gruppo cementato dall'epica vittoria del weekend contro i granata.
Ancora una volta l'uomo della provvidenza è stato Felipe Caicedo, il bomber di scorta che in estate doveva fare le valigie, specialista in rimonte specie quando si gioca lontano dalle mura dell'Olimpico: le sue reti in extremis furono decisive anche lo scorso anno nelle trasferte di Cagliari e Sassuolo, quando la Lazio aprí una serie positiva che le permise di accarezzare un sogno Scudetto infranto dalla pandemia. La "zona Cesarini" a Formello ormai è stata ribattezzata "zona Caicedo". E attende di fare la sua comparsa anche in Europa..
Se la Roma non riesce a spiccare il volo nei big match, venendo puntualmente ridimensionata, uno dei motivi risiede probabilmente nell'inesperienza ad alti livelli di alcuni titolari dell'undici tipo: giocatori come Ibanez, Villar e Karsdorp hanno mostrato ottime qualità nel corso della stagione, ma non hanno familiarità nel competere per traguardi come la qualificazione alla Champions League, proveniendo chi da mesi in panchina all'Atalanta, chi dalla seconda serie spagnola. Contro il Napoli mancavano, oltre a Veretout, Mkhitaryan e Smalling, due tra i più navigati nella rosa di Fonseca, anche se in campo c'erano comunque Dzeko e Pedro. Lo spagnolo in particolare era stato acquistato in estate a parametro zero dal Chelsea per rappresentare un valore aggiunto in termini di leadership e mentalità vincente, in virtù della sua sconfinata bacheca. Se da questo punto di vista non sembra aver particolarmente inciso sulla maturità del gruppo giallorosso, peraltro con più di un
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