Vigilia di Champions per l'Inter che si prepara a una partita da dentro o fuori col Real Madrid, dopo il 3-2 dell'Estadio Alfredo di Stefano. Margini di errore praticamente nulli per Lukaku e compagnia, fanalini di coda di un girone equilibratissimo che comprende anche Shakhtar Donetsk e Borussia Monchengladbach. La sconfitta di misura in terra spagnola non ha evidenziato una grandissima differenza tra le due squadre, riflettendo in qualche modo il bilancio aggiornato delle sfide giocate fino ad oggi (7 vittorie a testa e 2 pareggi).
Un precedente in particolare evoca dolci ricordi e incrementa scaramanticamente la fiducia degli uomini di Conte: un 3-1 a San Siro, datato 25 Novembre 1998. Era l'Inter di un Javier Zanetti alle prime armi e di Ronaldo il Fenomeno, che però lasciò per l'occasione il ruolo di attore principale a Zamorano e a Roberto Baggio, eroe di serata con la sua doppietta decisiva dopo essere entrato dalla panchina; inutile col senno di poi la rete madridista di Clarence Seedorf, che di lì a poco farà il salto della barricata.
A 22 anni esatti di distanza i nerazzurri vanno a caccia, con protagonisti diversi, della stessa gloria.
Se la Roma non riesce a spiccare il volo nei big match, venendo puntualmente ridimensionata, uno dei motivi risiede probabilmente nell'inesperienza ad alti livelli di alcuni titolari dell'undici tipo: giocatori come Ibanez, Villar e Karsdorp hanno mostrato ottime qualità nel corso della stagione, ma non hanno familiarità nel competere per traguardi come la qualificazione alla Champions League, proveniendo chi da mesi in panchina all'Atalanta, chi dalla seconda serie spagnola. Contro il Napoli mancavano, oltre a Veretout, Mkhitaryan e Smalling, due tra i più navigati nella rosa di Fonseca, anche se in campo c'erano comunque Dzeko e Pedro. Lo spagnolo in particolare era stato acquistato in estate a parametro zero dal Chelsea per rappresentare un valore aggiunto in termini di leadership e mentalità vincente, in virtù della sua sconfinata bacheca. Se da questo punto di vista non sembra aver particolarmente inciso sulla maturità del gruppo giallorosso, peraltro con più di un
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