Passa ai contenuti principali

Post

Visualizzazione dei post da 2021

Roma, stagione finita per Kumbulla: il giudizio sull’albanese sospeso fino al prossimo anno

Ogni volta che i giocatori rispondono alla chiamata delle proprie Nazionali, ai rispettivi club di appartenenza spetta il compito di accendere un cero nella speranza che tornino indietro integri e arruolabili. Spesso non è sufficiente, e stavolta (non la prima, Zaniolo insegna) è stata la Roma a pagare il prezzo più alto. Neanche il tempo di mettersi alla prova contro l'Inghilterra nella seconda gara di qualificazione a Qatar 2022, che Marash Kumbulla ha accusato un dolore al ginocchio destro durante Andorra-Albania che non lo ha costretto a lasciare il campo, ma si è ripresentato dopo la partita. Una volta tornato nella Capitale, gli esami strumentali hanno evidenziato la lesione del menisco esterno: per il momento l'intervento chirurgico è stato scongiurato in favore della terapia conservativa, ma in ogni caso la stagione dell'ex Hellas Verona è già finita. Un primo anno in giallorosso sicuramente probante per il centrale albanese, che tra il Covid e gli infortuni non ha

Il talento c’è ma non si vede: le difficoltà di Tonali tra Milan e Under 21

Tra l'Agosto e il Settembre passati, Sandro Tonali mandava in visibilio il tifo milanista esprimendo la propria preferenza per il Diavolo, come diretta conseguenza di quella passione per i colori rossoneri nata da bambino. Il Milan così superava la concorrenza dei cugini dell'Inter, che comunque avevano già allentato la presa sul centrocampista, indirizzando in maniera favorevole la trattativa con il Brescia. Un'avventura dunque iniziata sotto i migliori auspici, con la maglia numero 8 dei suoi sogni indossata solo dopo l'autorizzazione richiesta con umiltà all'idolo Rino Gattuso. Sette mesi dopo però il percorso intrapreso con tanto entusiasmo si sta dimostrando più in salita del previsto : nonostante lo spazio avuto grazie ad un calendario intasato di impegni e all'infortunio di Bennacer, Tonali ha fatto molta fatica a mettere in mostra le stesse qualità e la stessa dose di personalità che gli avevano permesso di prendersi la fascia da capitano delle Rondinel

Ballottaggi in via di definizione in casa Italia: Berardi ha staccato il biglietto per l’Europeo?

Affaticato ma felice, Domenico Berardi è tornato a casa qualche giorno fa insieme al compagno di squadra Ciccio Caputo e a Chiellini, senza risultare più a disposizione del ct Roberto Mancini per le partite di qualificazione a Qatar 2022 contro Bulgaria e Lituania. L'ala del Sassuolo può comunque ritenersi soddisfatta, risentimento muscolare a parte, perché una maglia da titolare contro l'Irlanda del Nord gli è bastata per guadagnare altri punti in vista delle convocazioni ad Euro 2021. Grazie al gol al Tardini di Parma contro i britannici, il mancino calabrese è salito a tre reti nelle ultime tre presenze azzurre, un unicum nell'era Mancini. Un traguardo prezioso anche perché nell'affollato reparto esterni si cominciano a tirare le somme dopo il secondo dei tre impegni in calendario: Insigne e Chiesa sono i titolari mentre Kean, attualmente infortunato, avrà un posto in virtù della sua duttilità che gli permette di coprire più ruoli in attacco. L'ultimo slot se

Europei U21 al via: 5 giocatori di A che possono brillare nella fase a gironi

Inizia oggi l'edizione 2021 dell'Europeo U21 in Slovenia e Ungheria con un format nuovo e particolare, che prevede una fase a gironi a 16 squadre che si disputerà in questo mese di Marzo, prima delle partite a eliminazione diretta previste dal 31 Maggio al 6 Giugno a cui accederanno le prime e le seconde classificate dei gironi. L'avventura dell'Italia parte dalla sfida con la Repubblica Ceca, anche se sulla carta, gli azzurrini di Nicolato non partono con i favori del pronostico per raggiungere la finale di Lubiana rispetto a Nazionali più attrezzate come il Portogallo, la Spagna (che è nel girone italiano), l'Inghilterra e soprattutto la fortissima Francia. Ecco 5 giocatori di Serie A che potrebbero mettersi in luce da qui al 31 Marzo, con una fortissima presenza di colori rossoneri: Brahim Diaz: al Milan deve sempre sgomitare per una maglia da titolare, ma tra le giovani Furie Rosse, che non hanno convocato Ferran Torres e Bryan Gil nonostante fossero ampiament

Roma, la flessione di Pedro preoccupa: il mood “vacanze romane” deve finire dopo la sosta

Se la Roma non riesce a spiccare il volo nei big match, venendo puntualmente ridimensionata, uno dei motivi risiede probabilmente nell'inesperienza ad alti livelli di alcuni titolari dell'undici tipo: giocatori come Ibanez, Villar e Karsdorp hanno mostrato ottime qualità nel corso della stagione, ma non hanno familiarità nel competere per traguardi come la qualificazione alla Champions League, proveniendo chi da mesi in panchina all'Atalanta, chi dalla seconda serie spagnola. Contro il Napoli mancavano, oltre a Veretout, Mkhitaryan e Smalling, due tra i più navigati nella rosa di Fonseca, anche se in campo c'erano comunque Dzeko e Pedro. Lo spagnolo in particolare era stato acquistato in estate a parametro zero dal Chelsea per rappresentare un valore aggiunto in termini di leadership e mentalità vincente, in virtù della sua sconfinata bacheca. Se da questo punto di vista non sembra aver particolarmente inciso sulla maturità del gruppo giallorosso, peraltro con più di un

Il vecchio leone Ibra batte l’aspirante allievo: ma Vlahovic si conferma sulla strada giusta

Fiorentina-Milan da un punto di vista dei singoli era la partita del provvidenziale ritorno di Ibrahimovic dopo il terzo infortunio stagionale, ma anche la sfida a distanza tra lo svedese e Dusan Vlahovic, uno dei giocatori del momento dopo la tripletta di Benevento e chiacchieratissimo in prospettiva mercato, soprattutto in ottica Milan . A Ibra sono bastati 9 minuti per tornare protagonista, mentre l'attaccante serbo non ha segnato ma ha giocato ottimamente di sponda per Ribery per il momentaneo vantaggio viola, battendosi con determinazione contro l'arcigna coppia di centrali formati da Kjaer e Tomori. Nonostante la sconfitta, una prestazione più che soddisfacente considerando la pressione che è seguita al rendimento degli ultimi tempi; le aspettative sul suo conto si sono inevitabilmente alzate ma il classe 2000 sembra avere la maturità per gestirle nonostante la giovane età. A fine partita Vlahovic ha avuto anche in dono l'agognata maglia con autografo e dedica persona

Un’altra lezione di Gattuso a Fonseca: presente e futuro ipotetico della panchina del Napoli

Quando si è in mezzo a una tempesta, bisogna cercare di mantenere il controllo del timone e imbarcare meno acqua possibile, in attesa che il cielo torni sereno. È quello che ha fatto il Napoli che, dopo un periodo passato a giocare tre partite a settimana in preda ad un costante logorio fisico, ha superato l'emergenza infortuni ed ha approfittato di un calendario più umano causa eliminazione dalle coppe per tornare a brillare dal punto di vista dei risultati. Due vittorie in trasferta a San Siro e all'Olimpico prima della sosta, mantenendo la porta inviolata, sono tanta roba per una squadra di cui era stato celebrato il funerale con troppo anticipo e senza dare il giusto peso ad alcune circostanze avverse. In occasione del sacco di Roma contro i giallorossi, Gattuso peraltro si è tolto la soddisfazione di battere uno dei suoi papabili successori sulla panchina azzurra , quel Paulo Fonseca molto stimato, si dice, da De Laurentiis per la dimensione europea che ha dato alla sua R

Milan, ritorno in Hauge: contro la Fiorentina può rivedersi il norvegese

Un girone fa Jens Petter Hauge segnava il suo primo gol in Serie A, quello che fissò il risultato di 1-3 allo stadio Maradona contro il Napoli, coronando un'ascesa repentina; dal Bodø/Glimt al Milan con un biglietto di sola andata, complice il colpo di fulmine risalente ai preliminari di Europa League. Da allora lo spazio a sua disposizione si è progressivamente ridotto, costringendolo ai margini della rosa, nonostante il buonissimo rendimento in maglia rossonera durante i gironi della seconda competizione europea (Due gol al Celtic, uno allo Sparta Praga). Contro la Fiorentina però, complice l'emergenza infortuni che costringe ai box i suoi concorrenti diretti per il ruolo di ala sinistra, Rebic e Leão, il norvegese potrebbe avere l'occasione di togliersi di dosso l'odore di naftalina. Come mai, in molti si chiedono, il classe '99 è sparito dai radar nel 2021, finendo fuori dalla lista per la fase ad eliminazione diretta dell'Europa League, e retrocedendo addir

Alla Roma il compito (ingrato) di difendere i colori italiani in Europa: può arrivare in fondo all’Europa League?

A dispetto delle opinioni personali trasformate in verità universali da una parte del giornalismo sportivo nostrano (ogni riferimento a un quotidiano di colore rosa è puramente casuale..), è la Roma la portabandiera dei colori italiani in Europa . All'indomani dell'uscita di scena a testa alta del Milan contro il Manchester United, con Juventus, Atalanta e Lazio che erano già cadute nella trincea degli ottavi di Champions, i giallorossi, piaccia o meno, sono gli unici superstiti del nostro calcio ancora in gioco in campo internazionale. L'unica speranza sia in termini di ranking Uefa, sia per non esacerbare i toni del processo contro i mali strutturali del nostro movimento calcistico che non gode di buona salute. La squadra di Fonseca ha le spalle larghe per sopportare una responsabilità così grande? L'urna di Nyon ha regalato l'Ajax, un incrocio che promette spettacolo all'insegna di idee di gioco offensive e dello scarso interesse a speculare sugli errori avve

Sorteggi Europa League: ostacolo Ajax sul cammino della Roma

La Roma evita le squadre inglesi, ma dovrà vedersela con l'Ajax per salire ancora un gradino in Europa League ed andare oltre i quarti di finale, raggiunti per la prima volta da quando la vecchia Coppa Uefa ha cambiato denominazione. Sorteggio complesso quindi per i giallorossi, contro i lancieri eliminati nel girone di Champions dall'Atalanta ma finalisti della seconda competizione europea nel 2017, con un giovanissimo Matthijs De Ligt già protagonista (sconfitta 0-2 contro il Manchester United, gol di Pogba e.. Henrikh Mkhitaryan! ) Una buona e una cattiva notizia per la squadra di Fonseca, che potrà giocarsi la gara di ritorno all'Olimpico ma in caso di semifinale dovrà vedersela contro la vincente di Granada-Manchester United: giustizieri rispettivamente del Napoli e del Milan. Ecco il quadro completo dei quarti di finale: Granada-Manchester United Arsenal-Slavia Praga Ajax-Roma Dinamo Zagabria-Villarreal Semifinale 1 : Manchester United-Granada/Ajax

Sorteggi Champions League: spicca Bayern-Psg, la rivincita della finale dello scorso anno

Non c'erano squadre italiane presenti nell'urna, ma questo già si sapeva dopo le eliminazioni di Juventus, Atalanta e Lazio agli ottavi; il nostro calcio ha fatto da spettatore con un po' di amarezza e nostalgia al sorteggio dei quarti di finale di Champions. Nel tabellone che mette una contro l'altra le migliori otto d'Europa, spicca sicuramente la rivincita della finale dello scorso anno tra il Bayern e il Psg, decisa da un gol di Kingsley Coman. La corazzata bavarese, campione d'Europa e del mondo, si misura di nuovo contro Mbappé e Neymar, che nel frattempo hanno cambiato guida tecnica passando da Thomas Tuchel a Mauricio Pochettino. Molto affascinante anche la riedizione delle finali 2018 e 2019 tra due formazioni titolatissime come Real Madrid e Liverpool, mentre i carnefici bianconeri del Porto affronteranno il Chelsea. Il quadro completo dei quarti di finale: Manchester City-Borussia Dortmund Porto-Chelsea Bayern Monaco-Paris Saint-Germ

Alla scoperta dell’Europa Conference League: la terza competizione UEFA che debutterà il prossimo anno

Se ne parla ancora poco, ma dalla prossima stagione la Champions e l'Europa League verranno affiancate da una sorella minore, la neonata Conference League, una sorta di ibrido tra la vecchia Coppa delle Coppe e il defunto Intertoto. Una competizione pensata dalla Uefa per facilitare l'accesso alle coppe da parte delle squadre di tutte e 55 le federazioni affiliate, comprese quelle di minore rilevanza calcistica, e per aumentare la competitività dell'Europa League, che passerà da 48 a 32 partecipanti nella fase a gironi. Come funzionerà questo nuovo torneo? Dopo tre turni di qualificazione e un play-off, inizierà la fase a gironi con 32 squadre divise in otto gironi da quattro. Le otto vincitrici dei gironi si qualificheranno per gli ottavi, mentre le otto seconde affronteranno le otto terze dei gironi di Europa League, ovviamente in gara di andata e ritorno. Nessuna squadra sarà automaticamente qualificata alla fase a gironi . Oltre alle 22 squadre che otterranno il pass tr

Ai piedi di “Karim The Dream”: con questo Benzema al Real non serve Cristiano

Nella gloriosissima storia del Real Madrid solamente tre centravanti sono stati in grado di mantenersi al centro dell'attacco delle merengues per almeno dieci anni: due sono leggende assolute del club e rispondono al nome di Alfredo Di Stefano e Raul Gonzalez Blanco, mentre il terzo, probabilmente anche per una propensione caratteriale a lasciare agli altri l'onore delle copertine, ha a lungo faticato a fare breccia nel cuore dell'esigente tifo madridista, in maniera diametralmente opposta alla considerazione altissima di tutti gli allenatori che lo hanno avuto ai loro ordini. Si tratta ovviamente di Karim Benzema, l'attuale faro offensivo della squadra di Zidane. Anche ieri la punta franco-algerina ha timbrato il cartellino contro l'Atalanta, approfittando del regalo di Sportiello e del cioccolatino di Modric per siglare una rete che gli ha permesso di diventare il terzo giocatore a segnare in Champions League per 17 anni di fila insieme a Raul e Messi, al quinto

Juve, Danilo è uno e trino: terzino, difensore centrale e centrocampista

Da quando nell'estate del 2019 Juventus e Manchester City hanno completato lo scambio, con ampio conguaglio a favore dei bianconeri, che ha portato João Cancelo in Inghilterra e Danilo in Italia, il paragone tra il rendimento dei due calciatori è stato continuo. Anche perché l'addio del portoghese ha rappresentato e rappresenta tuttora una ferita aperta, per quella amara sensazione di non aver compreso appieno il potenziale di un esterno con qualità tecniche quasi uniche in Europa. Il fil rouge che unisce il lusitano ex Benfica e il brasiliano si è rafforzato in virtù dell'evoluzione tattica che curiosamente ha portato entrambi in tempi recenti a indossare i panni del centrocampista agli ordini di Guardiola e Pirlo. Uno "sbocco" nel reparto mediano che nel caso di Danilo è da un lato conseguenza diretta della sua naturale inclinazione ad essere il regista difensivo della squadra, dall'altro apice degli stupefacenti miglioramenti fatti vedere in questa stagio

Vlahovic nell’elite dei millennials goleador: riuscirà la Fiorentina a blindarlo?

Riuscire ad imporsi e poi a brillare nel contesto di una squadra che vive una stagione di difficoltà non è facile, specie per un classe 2000 al secondo anno di Serie A. È quello che sta facendo però Dusan Vlahovic, che con la tripletta realizzata in 45' sul campo del Benevento ha eguagliato quanto fatto dallo svedese Kurt Hamrin in maglia viola nel 1964, unendosi al gruppo selezionato di giocatori nati nel XXI secolo che hanno raggiunto la doppia cifra di gol: Amine Gouiri del Nizza, l'italiano Moise Kean del Psg e ovviamente il fenomeno Erling Braut Haaland. Il merito dell'esplosione del bomber serbo, che con i suoi 12 centri in campionato è il motivo principale per cui la Fiorentina riesce a distanziare le zone più calde della classifica, va ascritto principalmente a due persone: sicuramente Prandelli , che dal primo giorno dal suo insediamento gli ha consegnato le chiavi dell'attacco, ma anche Corvino , un po' troppo bistrattato in occasione della sua seconda esp

“El Toro” incorna il Toro: un Lautaro senza limiti tra gol pesanti e un contributo che va oltre i numeri

Rieccolo il Lautaro sprecone che ha bisogno di più occasioni per inquadrare la porta hanno pensato ed esclamato diversi tifosi interisti, dopo il colpo di testa mandato a lato nei primi minuti su cross di Perisic, seppur da posizione non proprio centralissima. Invece la punta argentina ha terminato la partita all'Olimpico di Torino da Mvp, con un rigore procurato e una splendida torsione aerea  valsa tre punti di enorme peso specifico e un +9 sul Milan secondo. Il "Toro" che incorna il Toro granata, con una rete che gli permette di salire a 14 in campionato, a cinque lunghezze dal gemello del gol Lukaku; un piccolo divario che è frutto dei cinque penalty calciati dal belga anche se come si suol dire, bisogna pur sempre saperli calciare. Dove può arrivare l'ex Racing in classifica marcatori dopo aver eguagliato ieri lo score della scorsa stagione (che raggiunse dopo 35 presenze)? Il traguardo delle 20 marcature con 11 giornate ancora da disputare sembra alla portata, a

Cristiano Ronaldo e la Juventus: “fino alla fine” o “vincere è l’unica cosa che conta”?

Negli ultimi giorni il processo mediatico che si è scatenato intorno alla Juventus dopo l'eliminazione dalla Champions League per mano del Porto, ha trovato, con ragioni anche fondate, il suo bersaglio preferito in Cristiano Ronaldo; il campionissimo preso per spostare gli equilibri in campo internazionale, l'uomo che doveva facilitare l'accesso all'ultimo gradino per salire sul tetto d'Europa, se non fosse che le tegole di quest'ultimo sono cadute in testa ai bianconeri facendogli fare un passo indietro in Europa in ognuno degli ultimi tre anni. In seguito alla scena muta del portoghese nel doppio confronto con i Dragoes , si sono sprecate fior fiori di analisi sui freddi numeri vicino alla porta, comunque sempre spaziali, e su quelli ancora più freddi dei conti economici, alla luce dell'investimento da 115 milioni tra cartellino e oneri accessori fatto nell'estate del 2018, a cui va sommato l'esborso di 31 milioni netti all'anno di ingaggio (se

Roma, la fascia ha responsabilizzato Pellegrini: l’investitura di Totti è sempre più realtà

Dopo i dolorosi e soffertissimi addii di Totti e De Rossi, la fascia di Capitano della Roma ha faticato a trovare un padrone definitivo passando dal braccio di Alessandro Florenzi, ceduto prima al Valencia e poi al Psg, a quello di Edin Dzeko, degradato di recente dopo il litigio con Paulo Fonseca. La chiusura della parentesi bosniaca in favore di un altro figlio della Lupa come Lorenzo Pellegrini, è stata accolta con un po' di scetticismo nella Capitale: le qualità tecniche del numero 7 giallorosso non sono mai state messe in dubbio se non dai suoi sistematici detrattori, ma la sua personalità e la capacità di prendere per mano la squadra nei momenti importanti è spesso stata piuttosto ondivaga. Oggi però, a quasi due anni di distanza dalla famosa investitura di Totti, che durante la conferenza stampa d'addio come dirigente lo incoronó suo erede e futuro Capitano nonostante la presenza in rosa di Florenzi, Pellegrini sembra sbocciato nelle vesti del giocatore che tutti a Trigo

Manchester United-Milan: due giganti dormienti con un comune percorso di rinascita

George Best, Gianni Rivera, Bobby Charlton, Kakà, Ronaldo, Ronaldinho, Wayne Rooney.. sono solo alcuni dei campioni leggendari che hanno scolpito il loro nome a suon di colpi di classe nella storia di una sfida dal sapore unico come Manchester United-Milan. Quattro precedenti sempre in Coppa dei Campioni/Champions League, dal 1958 sino al doppio confronto del 2009/2010 decisamente amaro per i colori rossoneri. Quanto sembrano lontane le magiche notti della semifinale del 2007 , con un Kakà formato Pallone d'Oro che prima fece il fenomeno ad Old Trafford per poi completare l'opera a San Siro sotto una fitta pioggia, capace di rendere ancora più iconico il 3-0 della gara di ritorno? Colpa ovviamente delle stagioni complesse attraversate, da entrambe le squadre, negli ultimi anni; in concomitanza con la fine della presidenza Berlusconi da un lato, e con la fine dell' epopea di Sir Alex Ferguson in panchina dall'altro. Il Milan manca dai prestigiosi salotti internazionali

Roma-Shakhtar ormai è una “classica”: ex, precedenti ed amarcord del confronto con gli ucraini

Quando l'urna di Nyon ha regalato l'accoppiamento con lo Shakhtar Donetsk, in quel di Trigoria si deve essere subito sperato che la seconda reunion di Paulo Fonseca con una sua vecchia squadra, terminasse come la prima con lo Sporting Braga. Almeno nell'esito finale, perché la Roma sa che portare a termine il doppio confronto degli ottavi con la stessa serenità del turno precedente non sarà semplice. Gli ucraini sono avversario ostico e i capitolini non hanno neanche bisogno di mettere a fuoco il doppio 0-0 contro l'Inter nel girone di Champions terminato proprio davanti ai nerazzurri, per ricordarselo. Roma-Shakhtar è diventata ormai quasi un appuntamento fisso in campo internazionale , con tre incroci, sei partite in totale, tutte nella massima competizione continentale, già in archivio negli ultimi 15 anni. L'ultimo risale al 2018, con il gol di Dzeko, tornato a disposizione per stasera con un tempismo eccezionale, decisivo per ribaltare il 2-1 dell'andata

Leader, goleador, stakanovista: Mancini si è preso definitivamente la Roma, e le altre big osservano

In mezzo all'emergenza difensiva causata dai contemporanei ko di Ibanez, Kumbulla e Smalling e che ha costretto Paulo Fonseca a chiedere un sacrificio ai vari Spinazzola e Karsdorp nonché a rispolverare l'obsoleto Fazio, la Roma ha potuto ammirare la definitiva maturazione di Gianluca Mancini. Il classe '96 è diventato ormai il leader del reparto arretrato giallorosso, indipendentemente da chi gioca con lui, confermando la crescita costante rispetto agli alti e bassi dello scorso anno, il primo nella Capitale. La svolta è arrivata sicuramente con il passaggio alla difesa a tre , a lui più familiare per i trascorsi a Bergamo e più congeniale per esaltarne le caratteristiche. Curiosamente il suo punto di forza ad oggi è anche il suo punto debole: l'innato senso dell'anticipo , così prezioso per la squadra perché permette un recupero di palla alto e la possibilità di eseguire transizioni veloci, a volte si tramuta in un'eccessiva foga , un'arma a doppio taglio

Vado al massimo: dopo Theo, è l’ora dell’esame Gosens per Hakimi

Sarà Inter-Atalanta l'atteso posticipo della 26esima giornata di Serie A, in un incrocio che tradizionalmente regala reti ed emozioni e che, a seconda del risultato, avrà risvolti importanti nella corsa Scudetto e nella lotta per entrare in Champions. Di fronte ci saranno i due attacchi migliori del campionato, da un lato la LuLa e dall'altro il tandem colombiano formato da Muriel e Zapata, ma il duello più equilibrato sarà quello che vedrà protagonisti sulla fascia Hakimi e Gosens, due delle frecce più acuminate del calcio nostrano sulle corsie esterne: il bottino del tedesco, straripante attualmente dal punto di vista fisico, si compone di 9 gol e 4 assist, superiore ai 6 gol e 5 assist del marocchino. L'ex Real Madrid, dopo aver affrontato in più occasioni nel derby di Milano Theo Hernandez, compagno di squadra e di panchine nei blancos, in un'altra sfida all'ultimo sprint, si troverà contro per la prima volta il tedesco. All'andata era assente nelle fila ber

La rivincita dei gregari: la forza del gruppo trascina ancora una volta il Milan

Quando il gioco si fa duro, sembra che il Milan cominci ad esaltarsi. La vittoria dei rossoneri al Bentegodi assume inevitabilmente i connotati dell'impresa quando si considera l'assenza di ben sei titolari, con i forfait di Theo Hernandez e Tonali arrivati nelle ore immediatamente precedenti alla partita; anche perché contro c'erano i gialloblù di Juric, spesso molto pericolosi quando si tratta di fare lo sgambetto ad una big, ma in questo caso domati con il piglio autorevole della grande squadra. Le pesanti defezioni sarebbero state appetitoso alibi da interviste post-gara per molte compagini, ma non per quella guidata di Pioli, che può essere sicuramente orgoglioso di un gruppo in cui nel momento del bisogno si ergono come protagonisti a turno giocatori meno abituati a prendersi le copertine: contro il Verona è toccato a Krunic fare il Calhanoglu con una punizione di rara bellezza, mentre Diogo Dalot si è messo in mostra come emulo di Theo con un inserimento centrale in

Inter, la Maravilla di avere l’imbarazzo della scelta: Conte lavora su tre giocatori per completare l’opera

C'è chi, come la Juventus, spesso deve risolvere un rompicapo per schierare una formazione competitiva al 100% complici gli infortuni, e chi, come l'Inter, ha l'imbarazzo della scelta potendo sfogliare una margherita di opzioni sempre più numerose e di alto livello. Merito ovviamente del lavoro quotidiano e della possibilità di poter giocare mediamente una sola partita alla settimana, ma in fondo la profondità della rosa nerazzurra era stata acclamata sin da inizio anno dagli addetti ai lavori. Il vero salto di qualità è arrivato però solo in corso d'opera con l'integrazione definitiva di Christian Eriksen e Ivan Perisic nell'undici tipo, prima della ciliegina sulla torta rappresentata dal pieno recupero di Alexis Sanchez. Il cileno, riempito di elogi da Conte che non è uomo prodigo di complimenti, ha apposto la sua firma su una doppietta pesante a Parma, lanciando un messaggio a Lukaku e Lautaro che una maglia da titolare in attacco non è più scontata. Ma l'

Il doppio bivio: nessun margine di errore e uomini contati per la Juve tra Lazio e Porto

Un solo risultato a disposizione e nessun margine di errore tra Lazio e Porto, che nello spazio di soli quattro giorni faranno visita all'Allianz Stadium. Questo lo scenario che si pone davanti alla Juventus, un doppio bivio che a seconda della direzione intrapresa in campionato e in Champions League può condizionare enormemente il bilancio stagionale. Un aut aut che ad Andrea Pirlo avrebbe fatto piacere dirimere con i ranghi della rosa bianconera al completo. Invece per la partita di stasera, in attesa del dentro o fuori in campo europeo, mancheranno Chiellini, De Ligt, Dybala e Bentancur, quest'ultimo causa Coronavirus. Assenze comunque annunciate, che da questo punto di vista preoccupano meno delle condizioni precarie di chi è stato considerato arruolabile e in campo perciò dovrà scendere: Bonucci e Cuadrado hanno appena recuperato dai rispettivi infortuni, Arthur a sorpresa c'e ma difficilmente verrà rischiato, Morata sta recuperando il ritmo dopo l'aggressivo viru

Veretout ko, Diawara in ascesa: gioie e dolori a centrocampo per la Roma

La notizia per distacco più nefasta per la Roma che torna da Firenze con tre punti ottenuti più con il carattere che attraverso il gioco, è sicuramente l'infortunio di Jordan Veretout. Il francese si è accasciato durante una rincorsa al connazionale Franck Ribery chiamando subito il cambio; il fatto che sia stato portato a spalla a bordo campo non preannuncia niente di buono in vista degli esami strumentali che verranno effettuati domani. Una tegola pesantissima per Paulo Fonseca che, in caso venisse confermata la diagnosi di lesione al flessore, potrebbe perdere anche per un mese quello che è il capocannoniere della squadra in Serie A con 10 reti. Da un centrocampista che va ko a uno che ha tanta voglia di sentirsi di nuovo importante. Amadou Diawara è stato sinora un comprimario della stagione giallorossa, protagonista sicuramente più per il mancato inserimento in lista contro l'Hellas Verona che ha determinato la sconfitta a tavolino (a tal proposito si aspetta sempre l'

Paratici e la Juve, prove di futuro insieme: ma i suoi errori condizionano il presente bianconero

Di fronte ad un presente contraddittorio, che regala alla Juventus sicuramente meno soddisfazioni rispetto alle abitudini dell'ultimo decennio, alla Continassa si sta programmando il futuro. Nelle idee di Agnelli si coglie la voglia di dare continuità al nuovo progetto avviato in estate, sempre che la stagione non termini in maniera troppo negativa, con le probabili conferme di Pirlo in panchina e di Paratici, per cui sono state gettate le basi del rinnovo di contratto, come figura preposta a capo della "Football Area". Il dirigente bianconero non riscuote però un consenso unanime nell'ambiente, nonostante la stima e la fiducia di cui gode in società e gli apprezzamenti arrivati nei suoi confronti anche dall'estero. Da quando ha preso il comando in solitaria dell'area tecnica nel Dicembre 2018 dopo la separazione con Beppe Marotta, Paratici si è reso protagonista di affari mediaticamente e finanziariamente imponenti come quello di De Ligt, e di altre operazion

Roma, tutti i numeri del “complesso di inferiorità” con le big del campionato

Roma-Milan sembrava un'occasione propizia per i giallorossi per sfatare finalmente il tabù di vittorie contro le squadre di alta classifica. Non solo una questione di legge dei grandi numeri, bensì l'aver di fronte un avversario sí forte e bisognoso di punti, ma allo stesso tempo apparentemente scalfito nelle sue certezze da due pesanti ko e con alcuni elementi cardine dell'undici tipo lontani dalla migliore condizione. In campo però alla fine ci vanno i giocatori, e Pellegrini e compagnia se ne sono accorti forse un po' tardi, considerando il pessimo approccio che ha permesso ai rossoneri di costruire una pioggia di palle gol nei primi 25'. L'1-2 finale è il quinto ko su otto tentativi contro le rivali dirette , quelle formazioni che ambiscono anch'esse alle posizioni di vertice. Solo in tre circostanze la compagine capitolina è riuscita a strappare un punticino: all'andata nel 3-3 di San Siro contro il team di Pioli, e nei 2-2 casalinghi contro Juven

Non sarà un altro Papu: Gasperini alla ricerca del miglior Ilicic, tra bastone e carota

Dopo la rottura tra Gomez e l'Atalanta, con la conseguente partenza del Papu direzione Siviglia, l'eredità tecnica ed emotiva dell'argentino era destinata a passare nelle mani, anzi nei piedi fatati, di Josip Ilicic. Un passaggio di consegne naturale, da un trascinatore all'altro. Se non fosse che la Dea quest'anno non ha quasi mai visto in campo la versione migliore dello sloveno. Dopo un lungo periodo di riabilitazione psicologica per uscire dal tunnel della depressione in cui entrato durante il lockdown, tra la fine del 2020 e l'inizio del 2021 si erano rivisti sprazzi del vero Ilicic, lampi di un talento capace di abbagliare la città di Bergamo e la Serie A intera. Un fuoco di paglia tuttavia, prima della ricaduta, del ritorno sulle montagne russe di un rendimento che è stato discontinuo per gran parte della sua carriera. Nell'ultimo mese ha perso spazio nelle gerarchie di Gasperini che ha atteso il suo ritorno ad alti livelli in pianta stabile, prima di

Il peso specifico di un bomber nella storia: Mertens torna e trascina il Napoli

Nelle ultime settimane di risultati scadenti, in cui il Napoli si è trascinato con grande difficoltà da un impegno all'altro assuefacendosi inconsciamente a convivere con l'emergenza infortuni, Rino Gattuso ha dovuto schierare in più di un'occasione una formazione senza una punta di ruolo, a causa delle contemporanee assenze di Osimhen, Petagna e Dries Mertens. Contro il Benevento il belga, finalmente ristabilito dal fastidioso problema alla caviglia che gli ha fatto saltare 13 partite, non ci ha messo molto ad evidenziare come avere a disposizione un attaccante vero faccia tutta la differenza del mondo rispetto ai volenterosi ma adattati Lozano e Politano. Specie se non si tratta poi di un attaccante qualunque, ma del miglior bomber della storia del club azzurro, a quota 250 presenze e 131 gol dopo aver timbrato il cartellino allo Stadio Maradona contro i sanniti. Il ritorno di Mertens non sarà la panacea di tutti i mali per una squadra che ha dimostrato di avere più di un

La maturazione contro il riscatto: Roma-Milan non è solo uno scontro diretto in chiave Champions

Il posticipo della 24esima giornata di Serie A metterà di fronte domani sera Roma e Milan, entrambe reduci dalle fatiche di Europa League, con la qualificazione agli ottavi raggiunta in maniera piuttosto diversa: la squadra di Fonseca ha archiviato la pratica Braga senza difficoltà, mentre il Milan si è dovuto avvalere della regola dei gol in trasferta per piegare la coriacea Stella Rossa di Dejan Stankovic, uscita imbattuta dai 180' nonostante l'inferiorità numerica patita sia all'andata che al ritorno. Pioli in conferenza stampa ha ricordato come ormai si sia entrati nel momento decisivo della stagione, in cui i punti pesano di più, specie quelli in palio in uno scontro diretto come quello che andrà in scena all'Olimpico. Dopo i ko contro Spezia e Inter, e un pareggio in campo europeo che ha confermato il momentaccio di Ibra e compagni, l'obbligo in casa del Diavolo è quello di riscattarsi per non dover cominciare seriamente a guardarsi le spalle dalle numerosi co

Sorteggi Europa League: Milan ad Old Trafford, il caro vecchio Shakhtar per la Roma

Il pericolo di questi tempi viene dall'Inghilterra, sul fronte sanitario ma anche in Europa League. L'urna degli ottavi presentava tre grandi insidie provenienti dalla Premier League, e il Milan ha pescato probabilmente la peggiore, il Manchester United. Accoppiamento dall'alto coefficiente di difficoltà, ma anche incrocio amarcord perché la memoria vola subito alle semifinali di Champions League del 2006/2007, anno di grazia rossonero. Sarà lo Shakhtar Donetsk invece l'avversaria della Roma, in una sfida che ormai è una classica del calcio europeo: l'ultimo precedente riporta agli ottavi del magico percorso in Champions del 2017/2018, ma le due squadre si sono già affrontate nel 2006/2007 e nel 2010/2011, con alterne fortune. Per Paulo Fonseca si tratta della seconda reunion con un club allenato prima di sbarcare nella Capitale, dopo aver eliminato il Braga nei sedicesimi di finale.

Calhanoglu e il Milan, serve ancora tempo per il rinnovo: ma merita davvero i soldi che chiede?

Come se non bastassero le preoccupazioni del campo, con Pioli chiamato a gestire il momento più delicato della stagione dopo il doppio ko contro lo Spezia e nel derby, il Milan è sempre alle prese fuori dal rettangolo verde sul fronte rinnovi con gli spinosi dossier relativi a Donnarumma e Calhanoglu. Maldini, Massara e compagnia rimangono fiduciosi, forti della volontà di entrambi i giocatori di non svuotare i rispettivi armadietti, ma intanto i giorni passano, gli incontri con gli entourage non si rivelano conclusivi, e le firme non arrivano. Per quanto riguarda il turco, l'ultimo meeting con l'agente Gordon Stipic ha confermato le discrepanze già note sulle richieste economiche: i rossoneri non vorrebbero spingersi oltre i 4 milioni all'anno , mentre il trequartista ex Bayer Leverkusen ne chiede 5. Una distanza forse colmabile con l'inserimento di bonus legati a obiettivi individuali e collettivi (ma il nodo sta nel coefficiente di difficoltà di questi incentivi), an

Un bagno di umiltà e un piano di crescita: cosa può insegnare alla Lazio la sconfitta contro il Bayern

A giudicare dalle reazioni dopo il fischio finale di voci e volti ampiamente noti all'interno dell'ambiente laziale, viene da pensare che la schiacciante superiorità grazie alla quale il Bayern si è concesso una passeggiata di salute all'Olimpico non fosse stata messa in preventivo. Il valore dell'avversario, campione d'Europa e del Mondo, era ampiamente noto, ma il percorso europeo di Immobile e soci, imbattuti nel girone, ispirava evidentemente fiducia. I bavaresi invece hanno crudelmente riportato sulla terra i biancocelesti , colpevolmente autolesionisti con una serie di errori imperdonabili che hanno facilitato il compito della corazzata tedesca. Nulla di cui disperarsi comunque: la Lazio era assente dalla Champions da 13 anni prima dell'attuale partecipazione e non si confrontava con una vera big europea da troppo tempo. Da queste sconfitte passa inevitabilmente il processo di crescita in campo internazionale , e Inzaghi lo sa. Dall'1-4 incassato da Mu

A star is born: Musiala, il gioiello del Bayern legato a filo doppio a Bellingham

"Thomas Muller chi?" . È divertente provare ad immaginare le reazioni euforiche di parenti e amici di Jamal Musiala, al triplice fischio di un ottavo di finale di Champions in cui il gioiello classe 2003 si è trovato a sostituire il campione tedesco, ai box causa Coronavirus, segnando il gol del momentaneo 2-0 del suo Bayern Monaco all'Olimpico. Una rete che gli ha permesso di diventare per una sera l'uomo (anzi l'adolescente, visto che compirà 18 anni tra due giorni) sulla bocca di tutti, nonostante il suo enorme talento si fosse già notato nella massima competizione europea (aveva già giocato titolare in casa dell'Atletico Madrid) e in Bundesliga, dove ha raccolto 16 presenze con tre esultanze al suo attivo. Il tecnico Hansi Flick lo considera un'opzione all'altezza dei big di cui dispone in rosa e non è un caso che sia diventato il più giovane esordiente in massima serie nella storia di un club glorioso come quello bavarese. La Lazio nel destino ver

Lazio a caccia dell’impresa: tre motivi per credere che il Bayern non sia imbattibile

È possibile pensare di confrontarsi con una corazzata del calcio europeo senza timori reverenziali, e avere una convinzione nei propri mezzi tale da sentirsi in grado di eliminare dalla Champions i campioni uscenti, alla prima partecipazione nella competizione dopo 13 anni di assenza? Simone Inzaghi ne è convinto, e in questi giorni a Formello ha lavorato tanto sull'aspetto tattico quanto sulla testa dei suoi giocatori, per rendere l'Everest che la Lazio dovrà scalare in 180' un po' meno impervio a prima vista. I biancocelesti in fondo si presentano agli ottavi con poco da perdere dopo l'accoppiamento proibitivo riservato dall'urna, e soprattutto ci arrivano dopo aver portato a termine il girone da imbattuti raccogliendo 4 punti nel doppio incrocio contro i tedeschi del Borussia Dortmund, anch'essi considerati sulla carta superiori al momento del sorteggio iniziale. Che avversario si troveranno contro Immobile e compagni? I bavaresi per blasone e livello te

Il rinnovo e poi l’esonero: Cagliari l’ultima tappa della parabola discendente di Di Francesco

Era ormai nell'aria, mancava solo l'ufficialità che puntualmente è arrivata. Eusebio Di Francesco è stato sollevato dall'incarico di allenatore del Cagliari, che lo sostituisce con l'ex Spal Leonardo Semplici. Il Presidente dei sardi Tommaso Giulini ha provato a difenderlo fino alla fine, rinnovandogli poche settimane fa anche il contratto (fino al 2023..) per dare forza e continuità all'ambizioso progetto avviato in estate, ma la sconfitta nello scontro salvezza con il Torino è stata fatale. Impossibile ignorare ancora i numeri impietosi: 1 punto nelle ultime 10 partite, 1 gol segnato nelle ultime 7, la vittoria che non arriva dallo scorso Novembre (quasi un girone fa, 16 partite) e la classifica che racconta di un'agonizz ante  terzultima posizione con 15 punti raccolti in 23 giornate. Con l'aggravante di una rosa altamente competitiva, che sarebbe stato meno sorprendente veder lottare per un posto in Europa piuttosto che per evitare la retrocessione. Eppu

Due schegge impazzite nel motore di una squadra solidissima: la ricetta Scudetto dell’Inter

Vincere, convincere, dominare. L'Inter è riuscita a fare tutto questo e di più nel derby di Milano, aggredendo l'avversario rossonero sin dai primi minuti forte anche del vantaggio psicologico acquisito con il sorpasso in classifica, risalente a solo sette giorni fa. Quella nerazzurra è stata un'assoluta prova di forza, per la prima volta Lukaku e compagni hanno offerto la nitida impressione di essere la vera squadra da battere, la corazzata che il campionato deve temere, legittimando la posizione di favorita che ha sempre avuto da molti addetti ai lavori. Eppure questa Inter, fino ad oggi, non sempre si era dimostrata formazione da salto di qualità, che vuole solo vincere lasciando agli altri il piacere di partecipare. Grande solidità, assicurata da una difesa che ormai si conosce a memoria, gli strappi di Barella, le sgasate di Hakimi e la potenza di fuoco dei gemelli del gol più letali della Serie A: mancava però qualcuno dotato di un po' di creatività in mezzo al ca