Roma-Milan sembrava un'occasione propizia per i giallorossi per sfatare finalmente il tabù di vittorie contro le squadre di alta classifica. Non solo una questione di legge dei grandi numeri, bensì l'aver di fronte un avversario sí forte e bisognoso di punti, ma allo stesso tempo apparentemente scalfito nelle sue certezze da due pesanti ko e con alcuni elementi cardine dell'undici tipo lontani dalla migliore condizione.
In campo però alla fine ci vanno i giocatori, e Pellegrini e compagnia se ne sono accorti forse un po' tardi, considerando il pessimo approccio che ha permesso ai rossoneri di costruire una pioggia di palle gol nei primi 25'. L'1-2 finale è il quinto ko su otto tentativi contro le rivali dirette, quelle formazioni che ambiscono anch'esse alle posizioni di vertice. Solo in tre circostanze la compagine capitolina è riuscita a strappare un punticino: all'andata nel 3-3 di San Siro contro il team di Pioli, e nei 2-2 casalinghi contro Juventus e Inter. Il saldo tra gol fatti (9) e gol subiti (22) è ampiamente negativo, a testimonianza di come sia la difesa, o per meglio dire l'atteggiamento difensivo, ad andare maggiormente in sofferenza quando il livello si alza.
Allargando il discorso alla scorsa stagione e alla ripresa della Serie A post lockdown il bilancio è ancora più in rosso, dovendo sommare tre sconfitte (Atalanta, Napoli e Milan, tutte in trasferta), un pareggio (Inter in casa) e il 3-1 dell'ultima giornata all'Allianz Stadium, contro una Juventus rimaneggiata e con la testa in vacanza.
A giudicare da questo inquietante ruolino di marcia, puntare il dito contro chi si accomoda in panchina risulta piuttosto facile. Ma benché Paulo Fonseca non sia per nulla esente da colpe, scendendo in profondità nell'analisi di questa striscia negativa si trovano diverse partite come appunto quella di due giorni fa contro il Milan o come il derby, dove sono stati pagati a caro prezzo regali dei singoli che non ci si può permettere in questo tipo di appuntamenti.
Forse alcuni giocatori non sono ancora pronti per certi palcoscenici, ma la Roma deve sperare che crescano in fretta, perché per legittimare la propria voglia di Champions avrà bisogno di liberarsi da questo complesso di inferiorità verso le altre big.
In campo però alla fine ci vanno i giocatori, e Pellegrini e compagnia se ne sono accorti forse un po' tardi, considerando il pessimo approccio che ha permesso ai rossoneri di costruire una pioggia di palle gol nei primi 25'. L'1-2 finale è il quinto ko su otto tentativi contro le rivali dirette, quelle formazioni che ambiscono anch'esse alle posizioni di vertice. Solo in tre circostanze la compagine capitolina è riuscita a strappare un punticino: all'andata nel 3-3 di San Siro contro il team di Pioli, e nei 2-2 casalinghi contro Juventus e Inter. Il saldo tra gol fatti (9) e gol subiti (22) è ampiamente negativo, a testimonianza di come sia la difesa, o per meglio dire l'atteggiamento difensivo, ad andare maggiormente in sofferenza quando il livello si alza.
Allargando il discorso alla scorsa stagione e alla ripresa della Serie A post lockdown il bilancio è ancora più in rosso, dovendo sommare tre sconfitte (Atalanta, Napoli e Milan, tutte in trasferta), un pareggio (Inter in casa) e il 3-1 dell'ultima giornata all'Allianz Stadium, contro una Juventus rimaneggiata e con la testa in vacanza.
A giudicare da questo inquietante ruolino di marcia, puntare il dito contro chi si accomoda in panchina risulta piuttosto facile. Ma benché Paulo Fonseca non sia per nulla esente da colpe, scendendo in profondità nell'analisi di questa striscia negativa si trovano diverse partite come appunto quella di due giorni fa contro il Milan o come il derby, dove sono stati pagati a caro prezzo regali dei singoli che non ci si può permettere in questo tipo di appuntamenti.
Forse alcuni giocatori non sono ancora pronti per certi palcoscenici, ma la Roma deve sperare che crescano in fretta, perché per legittimare la propria voglia di Champions avrà bisogno di liberarsi da questo complesso di inferiorità verso le altre big.
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