Riuscire ad imporsi e poi a brillare nel contesto di una squadra che vive una stagione di difficoltà non è facile, specie per un classe 2000 al secondo anno di Serie A. È quello che sta facendo però Dusan Vlahovic, che con la tripletta realizzata in 45' sul campo del Benevento ha eguagliato quanto fatto dallo svedese Kurt Hamrin in maglia viola nel 1964, unendosi al gruppo selezionato di giocatori nati nel XXI secolo che hanno raggiunto la doppia cifra di gol: Amine Gouiri del Nizza, l'italiano Moise Kean del Psg e ovviamente il fenomeno Erling Braut Haaland.
Il merito dell'esplosione del bomber serbo, che con i suoi 12 centri in campionato è il motivo principale per cui la Fiorentina riesce a distanziare le zone più calde della classifica, va ascritto principalmente a due persone: sicuramente Prandelli, che dal primo giorno dal suo insediamento gli ha consegnato le chiavi dell'attacco, ma anche Corvino, un po' troppo bistrattato in occasione della sua seconda esperienza a Firenze a dispetto delle sue preziose intuizioni, che lo mise a disposizione della Primavera gigliata acquistandolo giovanissimo dal Partizan Belgrado. A fronte di un rendimento così importante inevitabilmente sono cominciate a risuonare le sirene di mercato, amplificate da un rinnovo di contratto che potrebbe non arrivare mai. La scadenza dell'accordo (2023) in realtà non è così vicina, ma nonostante il rapporto, anche personale, tra Vlahovic e Commisso, l'entourage del centravanti ha fatto capire di non essere attratto dall'entità della proposta economica.
Il numero 9 viene descritto come un professionista estremamente ambizioso e potrebbe essere tentato dalla prospettiva di fare un salto di qualità a fine stagione. Riuscirà la Fiorentina a convincerlo della bontà del progetto e a respingere gli assalti di Milan, Roma, Lipsia e delle altre big che si faranno presto avanti?
Il merito dell'esplosione del bomber serbo, che con i suoi 12 centri in campionato è il motivo principale per cui la Fiorentina riesce a distanziare le zone più calde della classifica, va ascritto principalmente a due persone: sicuramente Prandelli, che dal primo giorno dal suo insediamento gli ha consegnato le chiavi dell'attacco, ma anche Corvino, un po' troppo bistrattato in occasione della sua seconda esperienza a Firenze a dispetto delle sue preziose intuizioni, che lo mise a disposizione della Primavera gigliata acquistandolo giovanissimo dal Partizan Belgrado. A fronte di un rendimento così importante inevitabilmente sono cominciate a risuonare le sirene di mercato, amplificate da un rinnovo di contratto che potrebbe non arrivare mai. La scadenza dell'accordo (2023) in realtà non è così vicina, ma nonostante il rapporto, anche personale, tra Vlahovic e Commisso, l'entourage del centravanti ha fatto capire di non essere attratto dall'entità della proposta economica.
Il numero 9 viene descritto come un professionista estremamente ambizioso e potrebbe essere tentato dalla prospettiva di fare un salto di qualità a fine stagione. Riuscirà la Fiorentina a convincerlo della bontà del progetto e a respingere gli assalti di Milan, Roma, Lipsia e delle altre big che si faranno presto avanti?
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