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Il talento c’è ma non si vede: le difficoltà di Tonali tra Milan e Under 21

Tra l'Agosto e il Settembre passati, Sandro Tonali mandava in visibilio il tifo milanista esprimendo la propria preferenza per il Diavolo, come diretta conseguenza di quella passione per i colori rossoneri nata da bambino. Il Milan così superava la concorrenza dei cugini dell'Inter, che comunque avevano già allentato la presa sul centrocampista, indirizzando in maniera favorevole la trattativa con il Brescia. Un'avventura dunque iniziata sotto i migliori auspici, con la maglia numero 8 dei suoi sogni indossata solo dopo l'autorizzazione richiesta con umiltà all'idolo Rino Gattuso.
Sette mesi dopo però il percorso intrapreso con tanto entusiasmo si sta dimostrando più in salita del previsto: nonostante lo spazio avuto grazie ad un calendario intasato di impegni e all'infortunio di Bennacer, Tonali ha fatto molta fatica a mettere in mostra le stesse qualità e la stessa dose di personalità che gli avevano permesso di prendersi la fascia da capitano delle Rondinelle. Di fronte allo stentato rendimento agli ordini di Pioli, la parentesi in under 21 per disputare la fase a gironi dell'Europeo sembrava una boccata d'ossigeno. Si è rivelata però un incubo, con l'ingenua espulsione al debutto con la Repubblica Ceca che ha messo fine anzitempo al suo ritiro azzurro a causa delle tre giornate di squalifica; un'ingenuità grave per un elemento che era sceso dalla Nazionale maggiore (dove lo spazio si è ridotto a causa delle prestazioni opache) per fare da leader tra i suoi coetanei. Il ritorno anticipato a Milanello lo mette ora di fronte alle sue responsabilità. All'interno della dirigenza c'è cieca fiducia nel classe 2000 tanto è vero che il suo riscatto (15 milioni più 10 di eventuali bonus) non è minimamente in discussione, ma la speranza è che sfrutti il rush finale della stagione per mostrare segnali di crescita in vista della prossima, quella dell'auspicata e definitiva esplosione.

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