"Thomas Muller chi?". È divertente provare ad immaginare le reazioni euforiche di parenti e amici di Jamal Musiala, al triplice fischio di un ottavo di finale di Champions in cui il gioiello classe 2003 si è trovato a sostituire il campione tedesco, ai box causa Coronavirus, segnando il gol del momentaneo 2-0 del suo Bayern Monaco all'Olimpico.
Una rete che gli ha permesso di diventare per una sera l'uomo (anzi l'adolescente, visto che compirà 18 anni tra due giorni) sulla bocca di tutti, nonostante il suo enorme talento si fosse già notato nella massima competizione europea (aveva già giocato titolare in casa dell'Atletico Madrid) e in Bundesliga, dove ha raccolto 16 presenze con tre esultanze al suo attivo. Il tecnico Hansi Flick lo considera un'opzione all'altezza dei big di cui dispone in rosa e non è un caso che sia diventato il più giovane esordiente in massima serie nella storia di un club glorioso come quello bavarese.
La Lazio nel destino verrebbe da dire, proprio come quel Jude Bellingham che in maglia Dortmund ha trovato il suo battesimo del fuoco in Champions contro i biancocelesti: così simili i due, due fenomeni di precocità nati nello stesso anno, formatisi nelle academy inglesi, il Birmingham per Jude e il Chelsea (fino al 2019) per Jamal, prima di trasferirsi in Germania in un campionato tremendamente all'avanguardia nello sviluppo dei migliori talenti, con una particolare predilezione per quelli provenienti dalla terra d'Albione.
Amici e compagni nella Nazionale inglese u17 e u21, ma rivali nel Klassiker e nel prossimo futuro in Nazionale maggiore. Musiala, corteggiatissimo per mesi dai ct Löw e Southgate, ha scelto infatti la Männschaft tedesca dopo una lunga riflessione, lui che è di padre anglo-nigeriano e mamma tedesca. Una scelta dettata anche dalla convinzione di poter trovare più spazio senza dover sgomitare con i vari Foden, Sancho, Mount e compagnia, tutta gente comunque con cui ben presto si contenderà i titoli e le copertine più ambite del calcio internazionale.
Una rete che gli ha permesso di diventare per una sera l'uomo (anzi l'adolescente, visto che compirà 18 anni tra due giorni) sulla bocca di tutti, nonostante il suo enorme talento si fosse già notato nella massima competizione europea (aveva già giocato titolare in casa dell'Atletico Madrid) e in Bundesliga, dove ha raccolto 16 presenze con tre esultanze al suo attivo. Il tecnico Hansi Flick lo considera un'opzione all'altezza dei big di cui dispone in rosa e non è un caso che sia diventato il più giovane esordiente in massima serie nella storia di un club glorioso come quello bavarese.
La Lazio nel destino verrebbe da dire, proprio come quel Jude Bellingham che in maglia Dortmund ha trovato il suo battesimo del fuoco in Champions contro i biancocelesti: così simili i due, due fenomeni di precocità nati nello stesso anno, formatisi nelle academy inglesi, il Birmingham per Jude e il Chelsea (fino al 2019) per Jamal, prima di trasferirsi in Germania in un campionato tremendamente all'avanguardia nello sviluppo dei migliori talenti, con una particolare predilezione per quelli provenienti dalla terra d'Albione.
Amici e compagni nella Nazionale inglese u17 e u21, ma rivali nel Klassiker e nel prossimo futuro in Nazionale maggiore. Musiala, corteggiatissimo per mesi dai ct Löw e Southgate, ha scelto infatti la Männschaft tedesca dopo una lunga riflessione, lui che è di padre anglo-nigeriano e mamma tedesca. Una scelta dettata anche dalla convinzione di poter trovare più spazio senza dover sgomitare con i vari Foden, Sancho, Mount e compagnia, tutta gente comunque con cui ben presto si contenderà i titoli e le copertine più ambite del calcio internazionale.
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