Se c'è qualcosa che si può rimproverare sottovoce alla fabbrica di sogni e meraviglie chiamata Atalanta, è di non essere mai stata una squadra dall'anima spiccatamente italiana negli ultimi anni di grandi soddisfazioni. "Colpa", tra mille virgolette, anche dell'abilità degli uomini mercato bergamaschi di fare grandi affari nel rapporto qualità/prezzo, pescando da campionati come quello belga o olandese. Non a caso la Dea ha fatto registrare un record piuttosto unico nella scorsa Serie A, terminata con la bellezza di 98 gol nessuno dei quali a firma di un giocatore nato nel Belpaese. Una serie che si è protratta complessivamente fino a 200 (!) marcature prima di infrangersi sull'ingresso nel tabellino dei marcatori di Matteo Pessina in un Atalanta-Sassuolo 5-1.
Una gioia significativa per il classe '97, l'equilibratore scelto da Gasperini per voltare pagina dopo la gloriosa epopea del Papu Gomez, che ha dovuto tuttavia sgomitare parecchio per arrivare ai livelli attuali. La sua carriera infatti racconta di una gavetta temprante fatta di diverse panchine a Lecce e Catania in Lega Pro, piazze prestigiose ma lontane dall'antico splendore. Poi l'inizio di un percorso di crescita tra il Como e lo Spezia in Serie B, tappe intermedie prima di scoprire la massima serie e fare la conoscenza di Ivan Juric a Verona, l'allenatore che più di tutti probabilmente ha cambiato la vita al giovane centrocampista. Anche se il primo club a credere in lui in realtà fu il Milan, che lo mise sotto contratto dopo il fallimento del Monza. L'inserimento del suo cartellino nella trattativa per portare Conti in rossonero non si è rivelato azzeccato col comodissimo sennò di poi, anche se la dirigenza milanista ebbe la lungimiranza di tutelarsi con un 50% sulla futura rivendita che potrebbe incidere sulle prospettive future dell'atalantino.
Per il momento Pessina però ha tutte le ragioni di godersi il presente, dopo la splendida doppietta contro il Napoli valsa la finale di Coppa Italia, coccolato dalle amorevoli cure di Gasperini che sa benissimo come valorizzare elementi con spiccate doti di inserimento, come fatto nel recente passato, uno su tutti, con Bryan Cristante.
Una gioia significativa per il classe '97, l'equilibratore scelto da Gasperini per voltare pagina dopo la gloriosa epopea del Papu Gomez, che ha dovuto tuttavia sgomitare parecchio per arrivare ai livelli attuali. La sua carriera infatti racconta di una gavetta temprante fatta di diverse panchine a Lecce e Catania in Lega Pro, piazze prestigiose ma lontane dall'antico splendore. Poi l'inizio di un percorso di crescita tra il Como e lo Spezia in Serie B, tappe intermedie prima di scoprire la massima serie e fare la conoscenza di Ivan Juric a Verona, l'allenatore che più di tutti probabilmente ha cambiato la vita al giovane centrocampista. Anche se il primo club a credere in lui in realtà fu il Milan, che lo mise sotto contratto dopo il fallimento del Monza. L'inserimento del suo cartellino nella trattativa per portare Conti in rossonero non si è rivelato azzeccato col comodissimo sennò di poi, anche se la dirigenza milanista ebbe la lungimiranza di tutelarsi con un 50% sulla futura rivendita che potrebbe incidere sulle prospettive future dell'atalantino.
Per il momento Pessina però ha tutte le ragioni di godersi il presente, dopo la splendida doppietta contro il Napoli valsa la finale di Coppa Italia, coccolato dalle amorevoli cure di Gasperini che sa benissimo come valorizzare elementi con spiccate doti di inserimento, come fatto nel recente passato, uno su tutti, con Bryan Cristante.
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