Fino alla mezz'ora del secondo tempo di ieri, la Lazio ha assaporato un prestigioso passaggio del turno da imbattuta e prima del girone; poi nel giro di pochi minuti il Borussia Dortmund ha piazzato un uno-due micidiale e insperato sul campo dello Zenit, e in contemporanea i biancocelesti subivano il pareggio del Club Brugge per poi rischiare clamorosamente di capitolare a tempo scaduto sulla traversa belga colpita da De Ketelaere.
La sindrome del braccino non ha però compromesso per fortuna la qualificazione degli uomini di Inzaghi e rovinato la festa per un traguardo storico come il superamento dei gironi, conquistato con merito e atteso da 20 anni: per dare un'idea di quanto tempo sia passato, l'ultima volta che la Lazio ci era riuscita (stagione 2000/01) il format della Champions League prevedeva un secondo girone eliminatorio al posto degli ottavi di finale.
Quello era un gruppo formidabile, con un arsenale di soluzioni per risolvere le partite da far invidia a tutti, ma da cui spiccava un Simone Inzaghi particolarmente ispirato nelle notti europee, a segno ben 9 volte nell'edizione precedente a cavallo del nuovo secolo (l'anno del famoso poker col Marsiglia) e trascinatore di una squadra spintasi fino ai quarti, poi persi, col Valencia. Oggi il più giovane dei fratelli Inzaghi allena Ciro Immobile che macina statistiche impressionanti e tallona il suo record societario di 20 reti nelle competizioni europee, a quota 16 dopo il rigore di ieri. Un primato che, c'è da scommettere, baratterebbe pur di vedere un Ciro così decisivo anche nella fase a eliminazione diretta del torneo.
La sindrome del braccino non ha però compromesso per fortuna la qualificazione degli uomini di Inzaghi e rovinato la festa per un traguardo storico come il superamento dei gironi, conquistato con merito e atteso da 20 anni: per dare un'idea di quanto tempo sia passato, l'ultima volta che la Lazio ci era riuscita (stagione 2000/01) il format della Champions League prevedeva un secondo girone eliminatorio al posto degli ottavi di finale.
Quello era un gruppo formidabile, con un arsenale di soluzioni per risolvere le partite da far invidia a tutti, ma da cui spiccava un Simone Inzaghi particolarmente ispirato nelle notti europee, a segno ben 9 volte nell'edizione precedente a cavallo del nuovo secolo (l'anno del famoso poker col Marsiglia) e trascinatore di una squadra spintasi fino ai quarti, poi persi, col Valencia. Oggi il più giovane dei fratelli Inzaghi allena Ciro Immobile che macina statistiche impressionanti e tallona il suo record societario di 20 reti nelle competizioni europee, a quota 16 dopo il rigore di ieri. Un primato che, c'è da scommettere, baratterebbe pur di vedere un Ciro così decisivo anche nella fase a eliminazione diretta del torneo.
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