Riavvolgendo il nastro della stagione atalantina in modo da tornare a un mese fa, non di più, immaginare un Alejandro Gomez lontano da Bergamo sarebbe sembrata una follia non supportata da alcuna ragione concreta. Il Papu e la Dea, un binomio quasi inscindibile tra la squadra e il suo Capitano, bergamasco d'adozione, con il condottiero Gasperini che non ha mai perso occasione di tessere le lodi del suo primo subordinato, non rinunciando mai a farlo scendere in campo neanche dopo i viaggi intercontinentali al seguito della Nazionale albiceleste.
Poi in concomitanza con un calo di rendimento del collettivo è arrivato il Midtjylland, il durissimo litigio all'intervallo, la non convocazione per la trasferta di Udine, un audio diventato virale che anche se non verificato nella sua veridicità sembra raccontare una situazione vicina alla realtà. Come un fulmine a ciel sereno, l'idillio all'interno della famiglia Atalanta è diventato solo un dolce ricordo e la società, dopo un primo tentativo di mediazione al fine di non scontentare nessuno, si è accorta di dover scegliere per non perdere entrambi sostenendo la posizione di Gasperini, il primo artefice dei maggiori traguardi della storia orobica.
In attesa di capire quale sarà il suo impiego fino a Gennaio, il Diez argentino, come testimoniato anche dal suo post di sfogo sui social ("volevo dirvi che quando me ne andrò si saprà la verità di tutto") sembra già proiettato ad un futuro in una squadra diversa. Margini per ricucire uno strappo pesante visto il carattere e la riconoscenza che i due attori del contenzioso pensano di meritare non sembrano esserci, e dopo aver rifiutato nel recente passato le sirene milionarie dell'Arabia Saudita non è da escludere un doloroso addio verso le altre big di Serie A, ingolosite dalla prospettiva di un possibile affare con cifre al ribasso. Non tutte le favole d'altronde, neanche quelle da 59 gol e 71 assist in 251 presenze, possono terminare con il lieto fine.
Poi in concomitanza con un calo di rendimento del collettivo è arrivato il Midtjylland, il durissimo litigio all'intervallo, la non convocazione per la trasferta di Udine, un audio diventato virale che anche se non verificato nella sua veridicità sembra raccontare una situazione vicina alla realtà. Come un fulmine a ciel sereno, l'idillio all'interno della famiglia Atalanta è diventato solo un dolce ricordo e la società, dopo un primo tentativo di mediazione al fine di non scontentare nessuno, si è accorta di dover scegliere per non perdere entrambi sostenendo la posizione di Gasperini, il primo artefice dei maggiori traguardi della storia orobica.
In attesa di capire quale sarà il suo impiego fino a Gennaio, il Diez argentino, come testimoniato anche dal suo post di sfogo sui social ("volevo dirvi che quando me ne andrò si saprà la verità di tutto") sembra già proiettato ad un futuro in una squadra diversa. Margini per ricucire uno strappo pesante visto il carattere e la riconoscenza che i due attori del contenzioso pensano di meritare non sembrano esserci, e dopo aver rifiutato nel recente passato le sirene milionarie dell'Arabia Saudita non è da escludere un doloroso addio verso le altre big di Serie A, ingolosite dalla prospettiva di un possibile affare con cifre al ribasso. Non tutte le favole d'altronde, neanche quelle da 59 gol e 71 assist in 251 presenze, possono terminare con il lieto fine.
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