L'assenza di Christian Eriksen per la trasferta del Bentegodi aveva tanto il sapore dell'addio: una sensazione in realtà, più che una controprova, perché il danese era volato in patria con il permesso della società per assistere alla nascita della figlia. Ma le parole di Marotta "ha avuto difficoltà di inserimento, non è funzionale, è un dato oggettivo. E' giusto dargli la possibilità di avere più spazio altrove" hanno eliminato ogni equivoco, e ufficializzato una circostanza ampiamente prevedibile e a questo punto inevitabile per non tenersi in rosa un giocatore scontento. Niente più polemiche social sul suo scarso utilizzo, sulla mancanza di rispetto per un finalista di Champions League impiegato durante i minuti di recupero, per la fine di Gennaio Conte si girerà verso la panchina e non dovrà mandare a riscaldarsi controvoglia quello che ormai considerava più un peso che una risorsa.
Si è dibattuto talmente tanto sull'apporto che l'ex Spurs avrebbe potuto fornire ad una squadra povera di fantasia, che è meglio proiettarsi al futuro e al post-Eriksen. Le sette vittorie consecutive in Serie A hanno rinsaldato la posizione del tecnico pugliese, che per lanciare la volata Scudetto vorrebbe uno sforzo sul mercato di Gennaio: a patto che siano profili che incarnino il suo credo calcistico, sudore, lacrime e pochi fronzoli. Con buona pace dei tifosi, perché fino a quando Conte sarà l'allenatore nerazzurro ci sarà uno spazio limitato per l'estro fuori dagli schemi, la classe, la capacità di vedere l'ultimo passaggio di elementi che per indole e caratteristiche non lasciano l'anima sul campo. Tutto quello che il numero 24, sentendo la fiducia di un mister che lo mette al centro del progetto, avrebbe potuto dare alla causa dell'Inter.
Si è dibattuto talmente tanto sull'apporto che l'ex Spurs avrebbe potuto fornire ad una squadra povera di fantasia, che è meglio proiettarsi al futuro e al post-Eriksen. Le sette vittorie consecutive in Serie A hanno rinsaldato la posizione del tecnico pugliese, che per lanciare la volata Scudetto vorrebbe uno sforzo sul mercato di Gennaio: a patto che siano profili che incarnino il suo credo calcistico, sudore, lacrime e pochi fronzoli. Con buona pace dei tifosi, perché fino a quando Conte sarà l'allenatore nerazzurro ci sarà uno spazio limitato per l'estro fuori dagli schemi, la classe, la capacità di vedere l'ultimo passaggio di elementi che per indole e caratteristiche non lasciano l'anima sul campo. Tutto quello che il numero 24, sentendo la fiducia di un mister che lo mette al centro del progetto, avrebbe potuto dare alla causa dell'Inter.
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