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I cambi di Conte e i messaggi di sottofondo alla società: a rimetterci continua ad esserci solo l’Inter

"I cambi sono stato fatti ruolo per ruolo, non è che uno si è inventato chissà che cosa. Una squadra come l'Inter se ha delle ambizioni deve avere anche una rosa importante, quindi non devo essere preoccupato di cambiare giocatori ruolo per ruolo, specie per 15 minuti poi". Questo è il punto di partenza per analizzare l'harakiri dell'Inter, che dopo aver investito di colpi una Roma in difficoltà nella prima metà del secondo tempo, permette a un barcollante avversario di evitare il ko tecnico e andare a punti. Il giorno dopo il 2-2 dell'Olimpico a finire sotto accusa sono i cambi di Conte, reo di aver dato un messaggio sbagliato alla squadra togliendo Lautaro e Hakimi. Se però sbagliare valutazione nella lettura di una partita può succedere ad ogni allenatore (anche se in molti gli rimproverano di essere recidivo dopo le sostituzioni e l'analoga sofferenza nel finale di gara contro un Napoli ridotto in 10) a lasciare più basiti sono i ripetuti messaggi subliminali con cui il tecnico nerazzurro sembra voler pizzicare la società, quasi a voler scaricare la responsabilità a danno di chi non gli mette a disposizione alternative all'altezza dei titolari. A pensar male forse si fa peccato, ma nelle sue dichiarazioni post-partita si è colto un sottofondo polemico che non manca mai verso chi lo ricompensa con uno stipendio a otto cifre.
Piccole ma frequenti schermaglie che non fanno che alimentare l'idea che quella tra Conte e l'Inter sia una convivenza forzata che va avanti dalla scorsa estate per cause economiche di forza maggiore. E a rimetterci in questo contesto sono le ambizioni Scudetto di Lukaku e compagni, perché anche se la squadra è saldamente nelle mani dell'ex bandiera della Juventus, è difficile che un obiettivo così importante possa essere centrato senza unità di intenti a tutti i livelli.

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