Dopo diversi giorni di relativa quiete tra pause di riflessione, ammiccamenti e presunti ultimatum la trattativa per Victor Osimhen è tornata ad infiammare la quotidianità del popolo napoletano. Dopo la famosa gita tra Napoli e Capri la punta nigeriana sembra molto vicina a legarsi al club azzurro, pur nel contesto di un'operazione complessa, tra l'alto costo del cartellino e la quadra da trovare a livello di ingaggio e di commissioni da riconoscere al nuovo e nutrito entourage del giocatore.
Il Napoli è però determinatissimo a chiudere in fretta per tutelarsi dall'inserimento delle squadre inglesi, e un affare che potrebbe avvicinarsi ai 60 milioni di euro (contro gli 80 di cui si parlava ieri con l'inserimento di Ounas come contropartita) basta da solo ad accendere l'entusiasmo dei tifosi. L'ammontare dell'operazione a questi ultimi interessa il giusto in fondo, ma per la società di De Laurentiis il gioco vale la candela?
Innanzitutto bisogna sottolineare come l'attaccante del Lille diventerebbe l'acquisto più costoso della storia del club, superando quello di Lozano dal Psv Eindhoven per 42 milioni compresi bonus, risalente all'estate corsa. Il messicano ha dovuto sopportare il peso del prezzo del suo cartellino in una stagione anomala e tormentata per i partenopei, ma anche adesso che il suo rendimento è migliorato, deve fare i conti con un problema che potrebbe riproporsi: la concorrenza interna di Insigne, riferimento tecnico della squadra al pari di Mertens che nel 4-3-3 insidierebbe la titolarità di Osimhen. A meno di variazioni tattiche, vale la pena fare un secondo investimento così pesante per un giocatore che potrebbe rappresentare solo un'alternativa di lusso come il Chucky, invece di rinforzarsi in altri ruoli?
In secondo luogo una valutazione tattica sul nazionale delle Super Eagles. Ci sarà modo di esaminarlo ai raggi X nel caso diventasse ufficiale il suo approdo in Serie A, ma già da ora si può dire come rispetto a quell'Arek Milik di cui andrà a prendere il posto in rosa, si tratta di un centravanti rapido, potente e pericoloso quando lanciato in profondità, ma sicuramente meno completo tecnicamente. Osimhen si è esaltato quest'anno nel Lille di Galtier (13 reti in Ligue 1, 2 in Champions), che ha uno stile di gioco basato sulla capacità di ribaltare l'azione da difensiva a offensiva attraverso fulminee transizioni, che ricorda a tratti quello della Roma di Rudi Garcia (che difatti ha vinto un campionato nel nord della Francia); riuscirà a traslare il suo rendimento in un campionato con spazi molto più stretti come la Serie A, nonostante l'evidente talento naturale? Si tratta comunque di riflessioni di natura tecnico-tattica che sicuramente con il suo staff avrà già fatto Gattuso, che ha spinto parecchio per averlo al di là delle folkloristiche notizie sulla decurtazione di ingaggio.
Dubbi e perplessità che investimenti di questa portata si portano sempre dietro, ma che non pregiudicheranno una fumata bianca che il Napoli vorrebbe raggiungere già entro la giornata di domani.
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