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Serie A in chiaro, la tipica soluzione made in Italy per salvare solo le apparenze


"Siamo in linea col ministro sulle partite in chiaro, in un momento particolare mi sembra giusto consentire a tutti gli italiani di poter seguire la propria squadra del cuore. Condivido la possibilità di vivere questo momento, del resto il ministro ha centrato perfettamente questa idea, per un semplice motivo: pensate che le due partite di Coppa Italia sono stati seguiti da 15 milioni di italiani. Napoli-Juve sarà probabilmente seguita da oltre 10 milioni: c'è voglia di emozione e passione. Va coltivata, perché è molto importante". Così si esprimeva ieri sera Gabriele Gravina, presidente della FIGC e ospite di Porta a Porta su RaiUno, riprendendo un concetto orgogliosamente sostenuto nelle ultime settimane dal Ministro dello Sport Vincenzo Spadafora. La realtà però è che i proclami non corrispondono mai ai fatti.
È in via di definizione infatti l'accordo che permetterà la trasmissione in chiaro di due sole partite (senza inserti pubblicitari), entrambe attinenti ai recuperi della 25esima giornata: Atalanta-Sassuolo (su tv8 in quanto nel pacchetto Sky) e Verona-Cagliari (in quota DAZN e quindi visibile sul canale YouTube del broadcaster). Una vittoria di Pirro, perché se è vero che Atalanta-Sassuolo rappresenta un appuntamento sportivo simbolicamente importante per tutto quello che ha attraversato la città di Bergamo, è altrettanto lampante che unita alla partita del Bentegodi, va a formare un palinsesto complessivo che non è neanche lontanamente vicino "a consentire a tutti gli italiani di poter seguire la propria squadra del cuore". Offrire troppi contenuti in chiaro sarebbe stato evidentemente impossibile per tutelare le emittenti che si sono aggiudicate il bando dei diritti tv e gli utenti che pagano il loro l'abbonamento, ma un sacrificio ulteriore andava fatto e non ha a che fare con la riduzione dell'embargo per permettere la messa in onda degli highlights a ridosso del fischio finale ; soprattutto da parte della Lega Serie A che si è ben guardata dal chiedere una "concessione" maggiore a Sky con cui c'è in corso un contenzioso per il pagamento dell'ultima rata. Lo stesso Spadafora, che a suo tempo aveva dichiarato di essere pronto a inserire nel provvedimento che autorizzava la ripresa degli eventi sportivi di pubblico interesse una deroga alla legge Melandri, ha abbandonato presto le sue nobili intenzioni per perseguire la impervia via della diplomazia con la parti in causa. Tempi eccezionali richiedono misure eccezionali, ma il calcio italiano non sembra voler cogliere davvero questa occasione per tendere una mano verso le tifoserie, già piuttosto critiche nei confronti della ripresa di un sistema dominato dalla ragione economica. Nel frattempo la Premier League, che ripartirà quasi in contemporanea con la Serie A, renderà visibili a tutti gli appassionati inglesi ben 25 partite, nonostante gli interessi miliardari che gravitano attorno ai diritti tv. D'altronde se il campionato inglese è il più bello e seguito del mondo, un motivo ci sarà, e forse non attiene solo alle emozioni del rettangolo verde.

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