All'indomani della bruciante sconfitta di Bergamo, è andato in scena a San Sebastiano, nel cuore di Roma, un incontro tra i vertici dirigenziali della Lazio e il presidente dell'Hellas Verona Maurizio Setti accompagnato dal suo ds D'Amico. Oggetto del desiderio di questo meeting ovviamente Marash Kumbulla, il gioiellino classe 2000 per cui la Lazio ha deciso di bruciare l'agguerrita concorrenza con un investimento ambizioso. Lotito ha messo sul piatto del collega e amico Setti due invitanti offerte: 20 milioni cash più di 2 di bonus (legati alla Champions) e una contropartita individuata in Valon Berisha, oppure 18 milioni più di 2 di bonus e una seconda pedina oltre al kosovaro attualmente in prestito al Fortuna Dusseldorf, da scegliere tra una serie di profili in mezzo ai quali il più gradito sembra essere quello di Lombardi, ex prodotto del vivaio biancoceleste.
Un'operazione non ancora definita in tutti i dettagli, ma i biancocelesti si sono detti pronti a chiudere in pochi giorni, forti di un'intesa praticamente raggiunta con il giovane albanese, sedotto da un quinquennale da 1,5 milioni a stagione più premi, e soprattutto dalla prospettiva di avere un ruolo più centrale in una squadra che disputerà la Champions League il prossimo anno.
Juventus e Inter restano a guardare? I bianconeri non hanno mai affondato il colpo, restano vigili sul talentuoso difensore ma la manovra di disturbo ai danni dell'Inter non si è tramutata ad oggi in qualcosa di più concreto, perché i centrali del futuro già giocano a Torino. L'Inter invece si è mossa per prima su Kumbulla (insieme al Napoli che però a Gennaio si è visto rispondere no grazie dal diretto interessato), ma ha preso tempo per entrare nel vivo della trattativa, al fine di districare una serie di situazioni relative a giocatori fuori dal progetto come Perisic, Joao Mario e Lazaro, e capire meglio quale sarà l'effettiva disponibilità nelle casse societarie.
In attesa di eventuali rilanci di Marotta, la Lazio ha messo la freccia per un colpo che legittimerebbe la brama di successi di una società che non vuole essere il fuoco di paglia di una singola, straordinaria, stagione.
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