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Serie A, top e flop della 27esima giornata


I top 👍🏻

Edin Dzeko: il cigno di Sarajevo torna più bello che mai, con una doppietta tanto pesante quanto esteticamente apprezzabile, che pochi attaccanti in Europa hanno i mezzi per realizzare. A distanza di anni, nella Capitale in molti ancora si chiedono se sia destro o mancino per l'uso magistrale di entrambi i piedi.
Andreas Cornelius: tra Preziosi e Cornelius devono esserci delle storie tese, perché dopo la tripletta dell'andata si è clamorosamente ripetuto anche fuori casa al ritorno. Il danese è un attaccante strano che quando è in giornata è un pericolo per tutte le difese, ma non riesce ad esprimersi con continuità pur avendone tutti i mezzi (a segno in bello stile col destro, col sinistro e di testa a Marassi).
Federico Bernardeschi: dopo due ingressi così e così in Coppa Italia, il mancino di Carrara si prende la scena al Dall'Ara, quando qualcuno cominciava a non crederci più. Un palo, un grande tacco utile per azionare Dybala e diverse buone giocate degne di un talento da Juventus.
Hakan Calhanoglu: non segna, ma entra in tutte e quattro le marcature rossonere tirando in porta, avviando l'azione o lanciando a rete i compagni. Sotto la gestione Pioli è diventato molto più leader rispetto alle vecchie abitudini.
Arkadiusz Milik: la sua non è una prestazione scintillante anche perché il Napoli è molto guardingo, più cinico che spettacolare. Ha il grande merito però di sbloccare una partita difficile, il dualismo con Mertens va avanti a suon di centri importanti.

I flop 👎🏻

Amadou Diawara: due errori da matita rossa nella sua prestazione contro la Samp: prima un inspiegabile filtrante per Gabbiadini che salta Mirante e poi una grave leggerezza in uscita con il palo esterno che nega a Jankto lo 0-2. Irriconoscibile.
Roberto Gagliardini: la traversa alla Mai Dire Gol colpita da zero metri sta facendo il giro del web, ed è il coronamento di una prova confusionaria e di scarsa personalità.
Andrea Ranocchia: altro bersaglio prediletto dei social, la voragine che crea con la sua decisione di staccarsi dalla linea difensiva in occasione del primo gol del Sassuolo non ha una spiegazione. Rivedibile anche la scelta di Conte di riproprorlo da titolare dopo tempo immemore contro il pungente Sassuolo, quando forse sarebbe stato preferibile impiegarlo contro una Samp priva di Quagliarella e Gabbiadini.
Maya Yoshida: neutralizzare un Edin Dzeko in serata di grazia è un compito ingrato, anche se vista la sua lunga esperienza in Premier dovrebbe essere abituato ad attaccanti come il bosniaco; in particolare sulla seconda rete si gode il panorama di un campanile molto alto, che gli avrebbe dato il tempo di stringere la marcatura e ostacolare la battuta in porta .
Marco Calderoni: tra la difesa del Lecce e quella del Genoa c'era l'imbarazzo della scelta, che alla fine ricade su Calderoni. All'andata si era tolto la soddisfazione di segnare un gol decisivo per uscire da San Siro con un punto, ma il terzino di Liverani non è stato in grado di ripetersi. Dalla sua parte il Milan sfonda troppo facilmente con il Calhanoglu o il Conti di turno.

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Commenti

Anonimo ha detto…
Può essere il momento giusto della definitiva esplosione per Bernardeschi? Oppure sarà solo il solito acuto, all intero di una infinità serie di alti e basai?
Anonimo ha detto…
Io non sono d'accordo su Maya Yoshida, non poteva fare molto sui gol di Dzeko. È un ottimo difensore, fisico duttile e poco falloso. Magari ad averlo in squadra
Goalnews96 ha detto…
La sensazione è che Bernardeschi sia un giocatore che ha bisogno di sentirsi centrale per rendere al massimo, come a Firenze, e non uno dei tanti che giocano 20 minuti a partita, pronto a essere accantonato dopo una giornata storta. La sua definitiva esplosione probabilmente dipenderà dalla sua continuità di impiego.
Goalnews96 ha detto…
Su Yoshida..cosa sarebbe il calcio senza una divergenza di opinioni??
Pochi difensori fermano un Dzeko così in serata, il giapponese non è tra i pochi eletti

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