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Pedro, il campione con la bacheca piena di trofei chiamato a vincere a Roma


12 anni senza trofei. Un digiuno lunghissimo, quella della Roma, reso ancora più insopportabile dal fatto che sull'altra sponda del Tevere la Lazio nello stesso lasso di tempo ha alzato al cielo due Supercoppe italiane e tre Coppe Italia, con la ciliegina sulla torta dell'indelebile derby del 26 Maggio 2013. Per interrompere questa pesante astinenza i giallorossi vogliono affidarsi, per quanto possibile, a giocatore vincenti da affiancare alla stella polare Edin Dzeko. E uno degli aggettivi che meglio descrivono Pedro, prossimo acquisto della Roma, è proprio il termine vincente.
La bacheca dell'esterno spagnolo racconta di 23 trofei, tra club e Nazionale: ha fatto la storia con il Barcellona di Guardiola centrando la leggendaria impresa del sextete, lasciando il proprio segno in ognuna delle sei competizioni in cui i catalani trionfarono in quel magico 2009; dopo l'addio al club che lo ha cresciuto non sono mancate le gioie neanche al Chelsea di cui è stato tassello fondamentale per anni, dove ha fatto il double campionato-coppa nazionale con Antonio Conte in panchina, alzando pure l'Europa League l'anno successivo con Maurizio Sarri. Con la maglia della Spagna ha fatto parte del ciclo d'oro delle Furie Rosse, che hanno cannibalizzato il calcio mondiale con due Europei e un Mondiale tra il 2008 e il 2012.
Cosa chiedere di più a una carriera tanto luminosa e ricca di gloria? Messa in questi termini sembrerebbe di trovarsi davanti a un giocatore sul viale del tramonto, appagato dai tanti successi. Eppure non è così.
L'ultima stagione, ancora in corso, di Pedro al Chelsea è stata indubbiamente difficile, costellata da tante panchine e qualche piccolo acciacco date le sue ormai 33 primavere. Tuttavia a Stamford Bridge è stato aperto un nuovo ciclo con l'idolo Frank Lampard nelle vesti di allenatore, il quale ha deciso di scommettere sulle promesse di un vivaio come quello blues, florido ma mai sfruttato nel post John Terry. L'ala di Tenerife è rimasta penalizzata da questo tipo di filosofia ma pur indietro nelle gerarchie rispetto a compagni più giovani e inesperti di lui, non ha mai fatto venir meno il suo attaccamento alla maglia che lo ha portato a rinnovare il contratto per i mesi che mancano alla fine della stagione, nonostante il suo futuro sia già scritto.
Un futuro, salvo drammatici ribaltoni che getterebbero nello sconforto la piazza romanista (e Fonseca che ha spinto per averlo), dai colori giallorossi. La Roma, nonostante una situazione finanziaria preoccupante quotidianamente drammatizzata dalla stampa, insegue sul mercato la strada per tornare alla vittoria: chi meglio di Pedro con la sua professionalità, la sua mentalità, i suoi colpi da campione veicolati da un fisico ancora integro, per indicare la via?

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Commenti

Anonimo ha detto…
Premesso che per giocare nelle migliori squadre del mondo te lo devi meritare e Pedrito sicuramente si è meritato di vincere da titolare vicino a Messi i vari trofei e ha sempre segnato anche in finali decisive... È stato lui un vincente oppure ha semplicemente giocato nella squadra favorita?

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