Il giorno successivo a una sconfitta è sempre quello delle riflessioni, dell'analisi di ciò che è andato storto, delle considerazioni su un progetto tecnico avviato ormai da tempo, e ciò vale a maggior ragione in casa juventina dove la sconfitta rappresenta eccezione alla regola. Appena esaurita la lotteria dei calci di rigore che ha incoronato il Napoli, i social sono impazziti invocando l'allontanamento di Maurizio Sarri e il ritorno del rimpianto Max Allegri. Inevitabile che l'ex tecnico del Napoli sia ancora una volta, e più che mai, sul banco degli imputati: la sua idea di gioco continua a non attecchire, sgretolata da quella di Gattuso, a onor del vero anche piuttosto basilare, fondata su spirito di sacrificio, linee strette e ripartenze, e la sua strategia di comunicazione è sempre discutibile. Possibile che non noti il paradosso nel dichiarare che "la Juve risolve le situazioni grazie alle sue individualità, e in questo momento non ci riesce a causa della condizione fisica" ?
I trenta minuti di buon calcio visti contro il Milan, fatti di cambi di posizione, triangoli e tocchi di prima, potevano rappresentare l'alba di una nuova era, ma a conti fatti non possono che sembrare un fuocherello di paglia. Ci si potrebbe soffermare sulle prestazioni discutibili dei singoli - duole dirlo ma Ronaldo anche se magari segnerà 20 reti da qui a fine stagione sembra sempre meno alieno e più umano con i suoi 35 anni sulle spalle - ma quando il migliore della squadra risponde al nome del solito, eterno, Gigi Buffon, non serve aggiungere molto altro. Dopo le debacle di Riyad e dello Stadio Olimpico (senza voler aggiungere quella di Lione, visto che c'è ancora la possibilità di ribaltare il discorso allo Stadium) adesso la data da cerchiare in rosso sul calendario è quella del 20 Luglio, giorno di Juventus-Lazio. In attesa di sapere quale sarà la situazione di classifica alla vigilia del big match, è innegabile che questa manifestata fragilità bianconera, questa sensazione comprovata dai fatti che la Vecchia Signora sia molto più battibile rispetto al recente passato, non fa altro che rinfrancare una concorrente come la Lazio, peraltro già convintissima in virtù degli scontri diretti di potersela giocare ad armi pari.
La Juventus, nei momenti più bui di otto anni pieni di successi, ha trovato sempre la forza di reagire agli incidenti di percorso, finendo per annientare puntualmente le illusioni dei rivali. Questo è il momento di rispolverare le vecchie abitudini, per non far sí che un'annata sperimentale alla ricerca del Santo Graal del bel gioco non si trasformi in un fallimento su tutta la linea.
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