Molti tra i tifosi giallorossi ma non solo,che stavano seguendo Roma-Bayern Monaco si saranno chiesti se effettivamente stavano seguendo la Champions League o la riedizione di Brasile-Germania dell'ultimo mondiale,terminata con una tragica sconfitta per gli assi brasiliani di fronte ai propri tifosi con il punteggio tennistico di 7-1.Al di là dell'identico risultato finale,ci sono diverse analogie tra quanto visto in Brasile e quanto andato in scena all'Olimpico:i campioni bavaresi,come quelli teutonici pochi mesi or sono,hanno annichilito gli avversari sfruttando la supremazia e la maestria nel possesso del pallone,archiviando dopo mezz'ora una partita dalle tinte surreali.La Roma è stata umiliata davanti al proprio pubblico,e per la prima volta nell'era Garcia,pur di fronte ad un team di un altro livello e al momento irraggiungibile per lo standard del calcio italiano,si è vista una squadra incapace di reagire e di imporre un gioco propositivo,il proprio marchio di fabbrica.Va detto che di fronte a questo Bayern,veloce nel giro palla,cattivo nel pressing,e che porta minacce praticamente ogni volta che supera la metà campo,quasi ogni squadra sarebbe stata annientata,ma gli errori giallorossi,a livello individuale e collettivo non sono stati pochi.Se il peccato originale risiede nella scelta di partenza di Rudi Garcia,sbagliata come dichiarato dallo stesso allenatore a fine partita,di schierare tre attaccanti puri come Totti,Iturbe e Gervinho,il più attivo e autore della rete della bandiera,decidendo di giocarsi i novanta minuti a viso aperto,i singoli non hanno certo supportato la causa romanista.La difesa infatti è stata messa in grandissima difficoltà di fronte a palloni che arrivavano da tutte le parti:un giocatore dell'esperienza di Cole è stato messo in grande imbarazzo da un Arjen Robben indemoniato e autore di una doppietta eostituito dopo soli 45' da Holebas,Yanga Mbiwa appena il livello si è alzato ha denotato grandi lacune anche a livello di posizionamento come nella marcatura di Lewandowski,lo stesso De Sanctis ha parecchie responsabilità in una debacle di queste dimensioni.Tuttavia bisogna ripartire il prima possibile:forse il primo merito di Garcia dal suo insediamento è stato quello di dare personalità a squadre caratterialmente piatte come quelle che avevano forgiato Luis Enrique e Zeman,e anche se digerire una simile batosta non è facile,i giallorossi hanno ancora tutte le carte in regola per condurre una stagione trionfale,a partire dalla difficilissima trasferta di Genova contro la Samp e da quella ancora più proibitiva all'Allianz di nuovo contro la formazione di Guardiola.L'ex allenatore del Barcellona ha dichiarato che il risultato è stato casuale e che in Germania sarà ben altra partita,se lo augurano anche i tifosi della Roma,che nonostante lo spettro di una sconfitta come dimensioni identica a quella dell'Aprile 2007 in casa del Manchester United,hanno eroicamente supportato i loro beniamini a fine partita.
Se la Roma non riesce a spiccare il volo nei big match, venendo puntualmente ridimensionata, uno dei motivi risiede probabilmente nell'inesperienza ad alti livelli di alcuni titolari dell'undici tipo: giocatori come Ibanez, Villar e Karsdorp hanno mostrato ottime qualità nel corso della stagione, ma non hanno familiarità nel competere per traguardi come la qualificazione alla Champions League, proveniendo chi da mesi in panchina all'Atalanta, chi dalla seconda serie spagnola. Contro il Napoli mancavano, oltre a Veretout, Mkhitaryan e Smalling, due tra i più navigati nella rosa di Fonseca, anche se in campo c'erano comunque Dzeko e Pedro. Lo spagnolo in particolare era stato acquistato in estate a parametro zero dal Chelsea per rappresentare un valore aggiunto in termini di leadership e mentalità vincente, in virtù della sua sconfinata bacheca. Se da questo punto di vista non sembra aver particolarmente inciso sulla maturità del gruppo giallorosso, peraltro con più di un...
Commenti