Prosegue il nuovo cammino della Nazionale italiana targata Antonio Conte dopo il primo test vittorioso contro l'Olanda.Si cominciava a fare sul serio ad Oslo,in palio c'erano i primi tre punti utili per la qualficazione agli Europei francesi del 2016,e di fronte una giovane ed agguerrita Norvegia,determinata a dare battaglia dopo anni di anonimato.Tutto abbastanza facile comunque per gli azzurri,quasi mai minacciati dagli sterili padroni di casa e in controllo per la maggior parte della partita vista anche la rete di Zaza nel primo tempo prima del raddoppio di Bonucci.Forse il gioco dell'Italia non sarà spettacolare,ma non bisogna dimenticare le macerie che Conte ha raccolto al momento del suo insediamento,quanto poco sia stato il tempo che ha avuto a disposizione per lavorare su questo gruppo,e quanto sia sperimentale questa squadra rispetto a quella che si vedrà senza le assenze e dopo altre prove sul campo.Per il momento ci si può ampiamente e umilmente accontentare di ciò che l'ex tecnico juventino sta facendo,lanciando nuove leve come l'attaccante del Sassuolo Zaza e dando un'idea di gioco e una grinta che sembrano aver conquistato tutto lo spogliatoio:sono piuttosto lontane le spaccature interne del mondiale brasiliano.Per quanto riguarda ciò che si è visto in Scandinavia va sottolineato il lavoro del duo Immobile-Zaza,che per quanto apparentemente incompatibili,si stanno integrando alla perfezione risultando a turno decisivi.Non vanno sottovalutate neanche le prestazioni in crescendo di De Sciglio e Florenzi,che potrebbero diventare due pilastri della gestione Conte:il terzino del Milan ha tutto per sfondare nel 3-5-2 del nuovo ct,ha grande corsa e facilità di tiro con entrambi i piedi mentre il centrocampista della Roma,già molto apprezzato per il suo spirito di sacrificio e la sua duttilità,potrebbe alla lunga acquisire quella maturità a livello tattico che gli permetterebbe quegli inserimenti alla Vidal che Conte vuole dai suoi interni di centrocampo.In attesa del rientro del blocco Juventus e,speriamo,della fioritura di nuovi talenti,l'Italia cresce passo dopo passo.
Se la Roma non riesce a spiccare il volo nei big match, venendo puntualmente ridimensionata, uno dei motivi risiede probabilmente nell'inesperienza ad alti livelli di alcuni titolari dell'undici tipo: giocatori come Ibanez, Villar e Karsdorp hanno mostrato ottime qualità nel corso della stagione, ma non hanno familiarità nel competere per traguardi come la qualificazione alla Champions League, proveniendo chi da mesi in panchina all'Atalanta, chi dalla seconda serie spagnola. Contro il Napoli mancavano, oltre a Veretout, Mkhitaryan e Smalling, due tra i più navigati nella rosa di Fonseca, anche se in campo c'erano comunque Dzeko e Pedro. Lo spagnolo in particolare era stato acquistato in estate a parametro zero dal Chelsea per rappresentare un valore aggiunto in termini di leadership e mentalità vincente, in virtù della sua sconfinata bacheca. Se da questo punto di vista non sembra aver particolarmente inciso sulla maturità del gruppo giallorosso, peraltro con più di un...
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