Il primo turno della Champions League 2014/2015 ha visto emergere come protagonisti alcune vecchie conoscenze del nostro campionato.Se gli italiani tra le fila di Juventus e Roma si contano sulle dita delle mani,gli azzurri impegnati all'estero non hanno deluso:la prima menzione la merita sicuramente Ciro Immobile,che sembra aver completato il suo adattamento al calcio tedesco.Dopo aver ricevuto qualche critica per un difficile inizio di stagione,il capocannoniere della scorsa serie A ha segnato una splendida rete nella bellissima vittoria del Borussia Dortmund sull'Arsenal,ripagando la fiducia che Klopp ha dimostrato di avere in lui.Bene anche Balotelli,che dopo essere già diventato l'idolo della Kop più per il suo personaggio che per altro,si è rivelato,in assenza di Sturridge,decisivo per la prima volta ad Anfield nel piegare dopo sette camicie le resistenze del Ludogorets.Tra le file dei reds inoltre si è distinto anche Fabio Borini,che dopo un'estate da semi-separato in casa in cui ha rifiutato le offerte della Premier per giocarsi le sue chance a Liverpool,si è rivelato importante subentrando dalla panchina.L'altra faccia della medaglia ha il volto di Sirigu del Psg.Il vice-Buffon in Nazionale non ha avuto una serata da ricordare,non essendo stato perfetto sulla punizione di Lasse Schone che ha dato il pareggio all'Ajax,rischiando addirittura di concedere la rimonta su una circostanza simile.Il compagno dell'ex portiere del Palermo a Parigi,Verratti,ha disputato una partita onesta non riuscendo a trovare lo spunto vincente per concretizzare una vittoria che la squadra di Blanc avrebbe ampiamente meritato.
Se la Roma non riesce a spiccare il volo nei big match, venendo puntualmente ridimensionata, uno dei motivi risiede probabilmente nell'inesperienza ad alti livelli di alcuni titolari dell'undici tipo: giocatori come Ibanez, Villar e Karsdorp hanno mostrato ottime qualità nel corso della stagione, ma non hanno familiarità nel competere per traguardi come la qualificazione alla Champions League, proveniendo chi da mesi in panchina all'Atalanta, chi dalla seconda serie spagnola. Contro il Napoli mancavano, oltre a Veretout, Mkhitaryan e Smalling, due tra i più navigati nella rosa di Fonseca, anche se in campo c'erano comunque Dzeko e Pedro. Lo spagnolo in particolare era stato acquistato in estate a parametro zero dal Chelsea per rappresentare un valore aggiunto in termini di leadership e mentalità vincente, in virtù della sua sconfinata bacheca. Se da questo punto di vista non sembra aver particolarmente inciso sulla maturità del gruppo giallorosso, peraltro con più di un...
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