Le invadenti soste per le Nazionali negli ultimi anni sono diventate sempre più invise ai club, che non di rado perdono per infortunio i loro tesserati in giro per il mondo a causa di partite a volte di dubbia importanza. In epoca Covid questo malessere è ancora più aumentato. Ci sono però anche dei casi in cui le partite con le rispettive Nazionali fungono da toccasana per giocatori che non vivono un gran momento con la loro squadra.
Come Christian Eriksen, che in tre partite ha fatto en plein di vittorie con la sua Danimarca. Alle reti contro Far Oer, Islanda e Inghilterra, decisiva quest'ultima per una storica vittoria nel tempio di Wembley, si è aggiunta la soddisfazione di aver tagliato il traguardo delle 100 presenze con gli scandinavi (in contemporanea con il milanista Kjaer). Un bel pieno di fiducia prima di reimmergersi in una realtà quotidiana in cui suo malgrado non è altrettanto centrale.
La truppa nerazzurra è stata sicuramente grande protagonista della sosta: nello stesso girone di Nations League di Eriksen, Lukaku ha confermato il suo stato di forma col Belgio timbrando il cartellino contro l'Inghilterra e facendo il bello e il cattivo tempo in Islanda (doppietta). In Sudamerica invece Lautaro Martinez si è preso sulle spalle l'Argentina sulle infide alture boliviane, storicamente ostili all'albiceleste, segnando e assistendo il laziale Joaquin Correa. Se la LuLa continua a gonfiare la rete con qualsiasi maglia, anche Alexis Sanchez risponde presente col suo Cile insieme al compagno di squadra Arturo Vidal, decisivi nel 2-2 con la Colombia. Se la Milano interista chiama, quella rossonera risponde visto che il derby è alle porte. Bene Bennacer con la sua Algeria, conferma di avere il piede caldo anche Calhanoglu, uomo partita con un gol e un assist nel pareggio con la Serbia.
Si sorride pure nella Capitale perché Milinkovic-Savic si scopre finalmente leader con la sua Serbia dopo aver firmato da subentrato una doppietta vitale in Norvegia nel playoff per Euro 2021, e aver bissato ieri in Turchia con un gol e un rigore procurato. Sull'altra sponda del Tevere invece Lorenzo Pellegrini entra nel tabellino dei marcatori tra Italia e Olanda; una buona notizia per la Roma e per lui che aveva smarrito il feeling con la porta avversaria.
Se la Roma non riesce a spiccare il volo nei big match, venendo puntualmente ridimensionata, uno dei motivi risiede probabilmente nell'inesperienza ad alti livelli di alcuni titolari dell'undici tipo: giocatori come Ibanez, Villar e Karsdorp hanno mostrato ottime qualità nel corso della stagione, ma non hanno familiarità nel competere per traguardi come la qualificazione alla Champions League, proveniendo chi da mesi in panchina all'Atalanta, chi dalla seconda serie spagnola. Contro il Napoli mancavano, oltre a Veretout, Mkhitaryan e Smalling, due tra i più navigati nella rosa di Fonseca, anche se in campo c'erano comunque Dzeko e Pedro. Lo spagnolo in particolare era stato acquistato in estate a parametro zero dal Chelsea per rappresentare un valore aggiunto in termini di leadership e mentalità vincente, in virtù della sua sconfinata bacheca. Se da questo punto di vista non sembra aver particolarmente inciso sulla maturità del gruppo giallorosso, peraltro con più di un...
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