Una delle trattative più curiose e stupefacenti, nel vero senso della parola, definite nell'ultimo giorno di mercato è stata quella che ha decretato il passaggio di Amad Diallo (ex Traorè) dall'Atalanta al Manchester United. Un trasferimento che si verificherà materialmente solo a Gennaio una volta ottenuto il permesso di lavoro, in cambio di 25 milioni di euro più 15 di bonus e il 15% sulla futura rivendita. Una cifra astronomica per un giocatore del 2002 capace comunque di fornire già una prima conferma, con una rete nel 7-1 all'Udinese in occasione del debutto in Serie A, delle enormi qualità intraviste a livello giovanile. Dopo lo Scudetto vinto con la Primavera nel 2019 da sotto età, la Youth League ha funzionato da vetrina per l'esterno ivoriano, che ha impressionato molti osservatori in particolare nel doppio confronto col Manchester City.
L'Atalanta perde così forse il miglior gioiello del proprio settore giovanile ma migliora ancora di più i floridissimi conti societari che le permettono, anche in tempo di crisi, di non tentennare più di tanto di fronte alle offerte che arrivano per i leader della squadra. Diallo segue così la scia di Bastoni prima e Kulusevski poi, esplosi altrove dopo qualche presenza in prima squadra e rivenduti a peso d'oro per un ricavo complessivo monstre di 101,1 milioni (cifre Transfermarket) a cui vanno aggiunti i bonus. La speranza per il futuro è che l'Atalanta si dimostri avveduta come sempre e non sacrifichi sistematicamente i suoi migliori giovani come fanno altri club; ma in caso di proposte irrinunciabili come quelle recentemente accettate sarà difficile dire di no.
Se la Roma non riesce a spiccare il volo nei big match, venendo puntualmente ridimensionata, uno dei motivi risiede probabilmente nell'inesperienza ad alti livelli di alcuni titolari dell'undici tipo: giocatori come Ibanez, Villar e Karsdorp hanno mostrato ottime qualità nel corso della stagione, ma non hanno familiarità nel competere per traguardi come la qualificazione alla Champions League, proveniendo chi da mesi in panchina all'Atalanta, chi dalla seconda serie spagnola. Contro il Napoli mancavano, oltre a Veretout, Mkhitaryan e Smalling, due tra i più navigati nella rosa di Fonseca, anche se in campo c'erano comunque Dzeko e Pedro. Lo spagnolo in particolare era stato acquistato in estate a parametro zero dal Chelsea per rappresentare un valore aggiunto in termini di leadership e mentalità vincente, in virtù della sua sconfinata bacheca. Se da questo punto di vista non sembra aver particolarmente inciso sulla maturità del gruppo giallorosso, peraltro con più di un...
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