I top: 👍🏻
Antonio Sanabria: timing perfetto per la sua prima doppietta in Serie A, grazie a lui il Genoa archivia il discorso salvezza in 25'. Certo, gli "amichevoli" difensori del Verona un po' hanno aiutato.
Samu Castillejo: non fosse stato per l'infortunio, Rafael Leão sarebbe stato il migliore in campo, considerando che in soli 36' era già finito tra i marcatori e preso una traversa con una spettacolare rovesciata da album Panini. Il portoghese esce e il palcoscenico se lo prende l'ex Villarreal segnando e facendo segnare. Un problema fisico lo ha tolto di mezzo nel periodo d'oro del Milan, ma Pioli per il futuro conta molto su di lui.
Ashley Young: "c'è sempre stato tanto scetticismo su di me, ma ho sempre avuto grande fiducia in me, altrimenti non avrei questa carriera." E in effetti anche nei suoi mesi nerazzurri non ha goduto della fiducia totale della tifoseria, ma di quella di Conte si, che stravede per leader silenziosi e navigati come l'inglese. Quattro gol e altrettanti assist il suo bottino in metà stagione.
Diego Perotti: a segno in un Roma-Genoa e in un Roma-Parma, le indimenticabili partite di addio rispettivamente di Totti e di De Rossi. Stavolta potrebbe aver segnato in occasione del suo di addio, perché è sulla lista dei partenti per la Roma. È solo il terzo romanista nella storia in grado di segnare una doppietta in casa della Juventus.
Alessio Cragno: un premio per la grandissima continuità avuta nel finale di stagione, in cui si è esibito in (tante) parate dall'alto coefficiente di difficoltà, nonostante il 3-0 sul groppone con il Milan. Racconterà con piacere ai nipotini un giorno di aver parato un rigore a Zlatan Ibrahimovic.
I flop: 👎🏻
Koray Gunter: lo specchio dell'atteggiamento vacanziero dell'Hellas, distante dai proclami pugnaci della vigilia di Juric. Sanabria è talmente libero che parlare di marcature diventa superfluo.
Timothy Castagne: perde il duello diretto con Young sin dai primi minuti, molto passivo sul tiro a giro indisturbato dell'ex Red Devil.
Bruno Alves: il capitano dei ducali ne combina di tutti i colori, ma per sua fortuna e per lo scarso cinismo del Lecce non tutti i suoi errori hanno delle conseguenze sul tabellino. Out all'intervallo.
Giulio Donati: degli 85 gol subiti che pesano come un macigno sulla retrocessione del Lecce, molti sono arrivati per errori collettivi o individuali grossolani; non fa eccezione la partita decisiva col Parma. Il team di Liverani è una determinata squadra da metà campo in su, e un'altra quando si tratta di difendere. Il terzino scuola Inter - che ha già un accordo con l'ambizioso Monza per la prossima stagione - è tra i peggiori, anche se i compagni di reparto non è che abbiano fatto molto meglio.
Francesco Vicari: si fa anticipare secco da Kouamé su un corner condannando così la Spal all'ennesima triste sconfitta del suo campionato. Simbolo di una squadra fragile difensivamente, e chiaramente non da ieri, come non era mai stata nei precedenti due anni.
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