Cinque Champions a zero, l'insaziabile sete di celebrare una volta di più la propria grandezza contro il desiderio di affermarsi definitivamente nell'elite dei top club dopo un decennio di investimenti massicci, la finale in programma questa sera tra Bayern e Psg sarà anche questo. Una sfida che propone un numero interessante di incroci, a partire da quello più curioso se lo si guarda dalla prospettiva del calcio italiano, ovvero il rendez-vous tra Mauro Icardi e Ivan Perisic. Due epurati dell'Inter che si contenderanno l'atto conclusivo della massima competizione europea, con uno stato d'animo piuttosto diverso. Il croato ha soffiato il posto a Coman nel corso delle Final Eight e potrebbe partire titolare anche contro i parigini, nonostante il suo riscatto da parte del Bayern continui ad essere in bilico in maniera del tutto singolare. L'argentino invece dopo una brutta prestazione contro l'Atalanta è retrocesso nelle gerarchie complice il ritorno di Mbappé continuando nell'altalena tra panchina e campo già vissuta nell'arco di tutta la stagione, sebbene il suo futuro a Parigi non sia più in dubbio.
È chiaro comunque come i due ex Serie A non saranno i protagonisti più attesi, ruolo che spetta alle stelle Neymar e Lewandowski. Il fenomeno brasiliano e la macchina da gol polacca, a segno in ogni gara di questa Champions, saranno chiamati a trascinare le rispettive squadre ma chi dei due avrà la meglio vivrà probabilmente nel rimpianto della mancata assegnazione del Pallone D'oro, decisione presa da France Football a causa della particolarità di una stagione condizionata dalla pandemia.
Neymar dovrà vedersela anche con il grande amico, connazionale, ed ex compagno nel Barcellona Philippe Coutinho. Il trequartista verdeoro partirà ancora una volta tra le riserve perché com'è noto non resterà in Baviera, ma la storia della Champions non è a corto di match winner a sorpresa e l'ex Liverpool e Inter ha dimostrato di essere in ottima forma fisica e mentale segnando una doppietta nel 8-2 ai blaugrana.
Non solo faccia a faccia in campo ma anche nell'area tecnica, con il confronto tra i tedeschi Thomas Tuchel e Hansi Flick (la Germania aveva portato 3 allenatori su 4 in semifinale contando Julian Nagelsmann e il suo Lipsia). Due allenatori dal percorso diverso: Flick è stato catapultato sulla panchina del Bayern dopo aver avuto le esperienze principali da vice allenatore, dimostrandosi un uomo di grande empatia e un ottimo gestore ancora prima che un tecnico dalle idee vincenti, e ora sogna di ripercorrere le orme di Jupp Heynckes. Tuchel invece sembrava l'ennesima scelta sbagliata dopo Emery della proprietà qatariota, ma ha allontanato le tantissime voci sul suo sostituto centrando un risultato già storico, benché lungamente atteso, ancora prima di scendere in campo per gli ultimi 90'. Chi dei due guiderà il proprio team alla vittoria, avrà centrato uno storico triplete; qualunque sia l'esito stasera, sarà leggenda.
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