In una giornata convulsa e frenetica ai massimi storici per i colori bianconeri, la Juventus ha dapprima sollevato dal suo incarico Maurizio Sarri e poi ha nominato come suo successore Andrea Pirlo, designato appena una settimana prima come tecnico dell'U23. Una scelta presa in prima persona da Andrea Agnelli dopo il decretato fallimento del progetto tecnico dell'ex Napoli, che probabilmente ha accelerato sulla tabella di marcia la promozione, comunque prima o poi scontata, dell'ex regista ad allenatore della Prima Squadra. Parola chiave entusiasmo, dopo un'annata con qualche turbolenza di troppo per quelli sono gli standard dell'ambiente juventino: il passaggio da Sarri, che ha sempre dato la sensazione di essere un ospite di passaggio a livello di comunicazione, a Pirlo, ben identificato con la tifoseria dopo anni di successi insieme, in questo senso è riuscitissimo. Resta però la curiosità di conoscere e sviscerare le idee di gioco dell'ex Campione del Mondo, del tutto ignote considerando le zero panchine finora al suo attivo.
Gli indizi sulla sua filosofia di calcio sono disseminati qua e là, grazie principalmente a una diretta Instagram dai toni scherzosi con Fabio Cannavaro risalente al lockdown e alla conferenza stampa di presentazione come mister della U23, decisamente più seriosa.
"Il 433 a me piace. Poi magari ti accorgi che tu hai giocatori che pensavi fossero in un modo e invece capisci che non possono giocare in quel modo, quindi ti adatti a farli giocare in un altro modo. Se ti fissi con il modulo e i tuoi giocatori non possono farlo, butti tempo e loro non rendono."
"Ho in testa il mio modo di giocare. Con la palla tra i piedi e con la voglia di giocare sempre per vincere. Da giocatore odiavo delle cose e non vorrò rivederle in campo. La mia squadra dovrà giocare bene, avere la padronanza del gioco. Il modulo si sceglie in base ai calciatori, ce ne possono essere tanti. È l'occupazione degli spazi la cosa importante. Ed avere principi chiari."
Possesso palla e una preferenza di base per il 4-3-3 che sulla carta non lo rendono troppo dissimile dal suo predecessore, ma anche la voglia di non essere considerato un integralista tattico, come più volte rimarcato. Un atteggiamento curiosamente in linea con le caratteristiche degli acquisti già definiti dalla Vecchia Signora per la prossima stagione: Arthur nelle intenzioni era stato preso per farne l'ideale regista sarriano, ma è un centrocampista molto duttile che in Catalogna ha dimostrato di poter giocare anche mezzala. Stesso discorso per Kulusevski, il gioiellino svedese è stato acquistato a Gennaio dall'Atalanta e sebbene il suo ruolo naturale sia quello di esterno destro che converge col mancino, sa adattarsi bene anche come trequartista.
In attesa di sapere come si evolverà il resto della campagna di rafforzamento della Juventus, chiamata ad una semi rivoluzione anche in campo oltre che in panchina, è lecito aspettarsi quindi il prossimo anno una formazione offensiva e poliedrica.
L'ultimo ex giocatore in casa bianconera a essere diventato allenatore senza esperienza da head coach è stato Ciro Ferrara nel 2009, esonerato dopo 31 partite a cavallo di due stagioni. L'auspicio è invece quello di ripetere i risultati avuti da Guardiola e Zidane, promossi quando erano al timone rispettivamente di Barça B e Real Castilla, ma in ogni caso Andrea Agnelli, dopo aver dato inizio a 9 anni di dominio incontrastato in Italia con la scelta di Antonio Conte, si è guadagnato ampiamente il beneficio del dubbio.
Commenti