Il Derby della Capitale, l'eterna sfida tra le due metà di Roma sembrava destinata fino a ieri a tingersi coi colori della bandiera spagnola, curiosamente gli stessi della Roma. In una due giorni storicamente intensa per le sorti del calcio romano, i giallorossi hanno dato il via alla nuova era Friedkin, sancita dall'atteso closing societario, dando dapprima il benvenuto a Pedro per poi sottoporlo oggi ad una prima fase di visite mediche (il giocatore starà fermo un mese per un infortunio alla spalla rimediato nella finale di FA Cup tra Chelsea e Arsenal). Nel frattempo però sull'altra sponda del Tevere la Lazio incassava suo malgrado il ripensamento del voltagabbana David Silva. Il fantasista spagnolo dopo aver temporeggiato per giorni ha deciso di assecondare le richieste della sua famiglia tornando in patria, dove vestirà la maglia della Real Sociedad. Sfuma dunque per i biancocelesti quello che sarebbe stato un grande innesto in ottica Champions League, con Tare che dovrà correre ai ripari alla ricerca di un sostituto all'altezza: in questi casi si è sempre in bilico sul filo del rasoio tra l'essere stati avveduti nel non mettere troppa fretta a un giocatore di grande livello che chiude una lunga esperienza in un'altra squadra, e l'essersi dimostrati una società forte che non rimane ostaggio dei capricci di nessuno. La Lazio ha scelta la via della pazienza e della fiducia, ma non è stata ripagata.
Impossibile dunque iniziare a fantasticare su quale tra i due protagonisti del ciclo dorato della Spagna campione d'Europa e del Mondo inciderà di più in Italia, ma la mission di Pedro resterà comunque quella di mettere a tacere gli scettici che lo considerano finito dopo una stagione con qualche stop di troppo, la prima di una carriera all'insegna di un'ottima integrità fisica. Non avrà contro l'ex Citizen nella stracittadina ma il pur sempre connazionale Luis Alberto, chiamato con le sue magie a far sparire dalla memoria della tifoseria un sogno di mezza estate chiamato David Silva.
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