È possibile confermarsi e migliorarsi dopo una stagione chiusa al terzo posto e ad un passo da una semifinale di Champions, senza concedersi voli pindarici indirizzati verso lo Scudetto?
È la domanda che si pone l'Atalanta, che ha appena iniziato la preparazione agli ordini di Gasperini ma nel frattempo negli ultimi giorni è stata protagonista sul mercato, sia in entrata che in uscita. Da pochissimo è arrivato a Bergamo Aleksey Miranchuk, uno dei colpi più importanti della storia recente degli orobici, in virtù dei 14,5 milioni sborsati per acquistarlo. La doppia cifra ampiamente raggiunta nell'ultimo campionato con la Lokomotiv Mosca e le belle prestazioni in Champions con 2 reti in 4 apparizioni, compresa quella allo Stadium contro la Juventus, lo avevano posto sotto i riflettori di tanti club europei. Anche il Milan aveva fatto un pensiero al trequartista nativo della regione di Krasnodar, 5 gol in 25 presenze in Nazionale maggiore, sicuramente oggi il talento migliore del calcio russo insieme a Golovin del Monaco e Chalov del Cska Mosca. Nelle idee della Dea andrà a rappresentare un'alternativa a Josip Ilicic, non presente al raduno, e principale dilemma della stagione atalantina perché alle prese sempre con i delicati problemi di equilibrio psicologico manifestati dopo il lockdown.
Su e giù sulla fascia per 90'; questo il compito degli esterni di Gasperini, che l'anno prossimo non saranno esattamente gli stessi. Subito dopo la fine dell'avventura in Champions già si era capito infatti che Hateboer e Castagne erano a caccia di nuovi stimoli e nuove squadre. L'olandese ha fatto un mezzo dietrofront ma le sue esternazioni pubbliche non sono comunque piaciute mentre il belga, diventato nell'ultimo periodo prima riserva, è stato accontentato: affare fatto col Leicester in cambio di 25 milioni di euro e altra plusvalenza a bilancio dopo che nel 2017 per portarlo in Italia dal Genk erano stati sufficienti poco meno di 7 milioni.
Per sostituirlo il mago Sartori non si è affidato all'ennesima intuizione sul mercato estero, ma ha deciso di puntare le sue fiches su una scommessa intrigante come Rick Karsdorp. L'avventura del terzino orange a Roma non è mai realmente iniziata dopo due pesantissimi infortuni al crociato che ne hanno condizionato non solo il rendimento in campo ma anche l'ambientamento nella Capitale. Il prestito al Feyenoord, il club dove è cresciuto, lo ha però aiutato a ritrovare fiducia in sè stesso e lampi di quel talento che aveva stuzzicato la fantasia di società importanti ancora prima che arrivasse a Trigoria. L'Atalanta peraltro se lo assicura a condizioni vantaggiosissime, in prestito con obbligo di riscatto condizionato al raggiungimento del 60% delle presenze totali, come a dire: se si dimostra integro fisicamente e gioca su ottimi livelli diventa nostro, altrimenti torna ai giallorossi con cui ci sono ottimi rapporti. Ma in molti sono pronti a scommettere che Bergamo sarà la sua occasione di rinascita, pronto ad incendiare le corsie esterne del Gewiss Stadium.
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