“Colombo e mio figlio Daniel non faranno le comparse”: il Milan non cerca più il vice Ibra e punta sui giovani
La notizia improvvisa della positività di Zlatan Ibrahimovic al Covid, a poche ore dalla partita da dentro o fuori di Europa League contro il Bodø/Glimt, aveva parzialmente minato la serenità dell'ambiente milanista: non tanto per il livello dell'avversario, anche se i norvegesi si sono poi rivelati ostacolo meno malleabile del previsto, quanto più perché la ricerca di una punta di scorta era stata identificata come una priorità sul mercato già dall'inizio della preparazione.
È vero che la circostanza della positività al virus dello svedese prescinde da qualsiasi fattore anagrafico, ma in virtù dei suoi quasi 39 anni la possibilità di non averlo a disposizione per tutti gli impegni di una stagione potenzialmente da almeno 50 partite era stata messa in conto.
Ieri sera il Milan ha cominciato ad avere le prime risposte nel contesto di una partita ufficiale da Lorenzo Colombo, gioiellino del settore giovanile reduce da un precampionato molto prolifico. Il giovane attaccante ha firmato un gol molto importante che gli ha permesso di diventare il più giovane marcatore del Diavolo dai tempi di M'baye Niang (contro la Reggina in Coppa Italia), incassando nel post partita anche gli elogi di Stefano Pioli per la sua etica del lavoro e la sua voglia di imparare. Il classe 2002 poco dopo l'ora di gioco è stato sostituito da Daniel Maldini, di un anno più "anziano", in una sorta di staffetta rivelatrice dei piani della società rossonera per i due giovani, al netto delle assenze di Leão e Rebic che sono adattabili come punto di riferimento al centro dell'attacco.
Paolo Maldini prima della vittoria per 3-2 a San Siro che è valsa la qualificazione ai playoff, è stato molto chiaro: "Abbiamo deciso di tenere due ragazzi come Colombo e mio figlio Daniel, che fanno parte a tutti gli effetti della prima squadra e non sono semplicemente aggregati".
Forse i tifosi, nell'ennesimo anno cruciale per il fatidico ritorno in Champions League speravano in qualche certezza in più, ma quale occasione migliore per lanciare due talenti del vivaio di farli crescere alle spalle di un protagonista come Ibrahimovic, colmando allo stesso tempo una lacuna in rosa?
Foto: (Raisport.rai. it)
È vero che la circostanza della positività al virus dello svedese prescinde da qualsiasi fattore anagrafico, ma in virtù dei suoi quasi 39 anni la possibilità di non averlo a disposizione per tutti gli impegni di una stagione potenzialmente da almeno 50 partite era stata messa in conto.
Ieri sera il Milan ha cominciato ad avere le prime risposte nel contesto di una partita ufficiale da Lorenzo Colombo, gioiellino del settore giovanile reduce da un precampionato molto prolifico. Il giovane attaccante ha firmato un gol molto importante che gli ha permesso di diventare il più giovane marcatore del Diavolo dai tempi di M'baye Niang (contro la Reggina in Coppa Italia), incassando nel post partita anche gli elogi di Stefano Pioli per la sua etica del lavoro e la sua voglia di imparare. Il classe 2002 poco dopo l'ora di gioco è stato sostituito da Daniel Maldini, di un anno più "anziano", in una sorta di staffetta rivelatrice dei piani della società rossonera per i due giovani, al netto delle assenze di Leão e Rebic che sono adattabili come punto di riferimento al centro dell'attacco.
Paolo Maldini prima della vittoria per 3-2 a San Siro che è valsa la qualificazione ai playoff, è stato molto chiaro: "Abbiamo deciso di tenere due ragazzi come Colombo e mio figlio Daniel, che fanno parte a tutti gli effetti della prima squadra e non sono semplicemente aggregati".
Forse i tifosi, nell'ennesimo anno cruciale per il fatidico ritorno in Champions League speravano in qualche certezza in più, ma quale occasione migliore per lanciare due talenti del vivaio di farli crescere alle spalle di un protagonista come Ibrahimovic, colmando allo stesso tempo una lacuna in rosa?
Foto: (Raisport.rai. it)
Commenti