Tare lo ha praticamente annunciato: "tra due o tre giorni arriva Pereira". E se il ds albanese, sempre piuttosto abbottonato, si sbilancia così su un giocatore, peraltro dopo la vicenda David Silva, significa che la Lazio lo ha davvero in pugno. Anche Inzaghi non ha dribblato la domanda, il fantasista del Manchester United è in arrivo nella Capitale con la formula del prestito con diritto di riscatto, per sostenere, probabilmente già domani, le visite mediche di rito.
Capace di debuttare a 17 anni con la prima squadra dei Red Devils, ha sempre avuto la stima dei vari allenatori succedutisi sulla panchina di Old Trafford, ma solo Ole Gunnar Solskjaer, dopo i due prestiti in Liga a Granada e Valencia, gli ha dato davvero fiducia: stagione piena quella passata con 40 presenze totali, di cui 25 in Premier League, ma gli arrivi in rapida successione di Bruno Fernandes e Van de Beek lo hanno reso di troppo.
Alex Ferguson, l'uomo che lo portò a Manchester da teenager dopo averlo visionato dal vivo quando giocava nelle giovanili del Psv, lo battezzó così: "Andreas è un talento incredibile e può diventare quello che vuole, ma deve volerlo lui." Frasi che ancora oggi rispecchiano il trequartista dal doppio passaporto, brasiliano e belga.
Un'investitura che può ricordare da vicino quella che la leggenda scozzese, celebre anche per aver lanciato e forgiato mostri sacri come Beckham e Cristiano Ronaldo, fece per un ragazzino inglese che ha vestito anch'egli il biancoceleste, anche se più famoso per le sue gesta ad Auronzo di Cadore che per quelle all'Olimpico. Il siparietto con cui Sir Alex elogiava Ravel Morrison davanti a gente del calibro di Ferdinand e Rooney, sottolineando di non aver mai visto un 14enne così forte, presenti compresi, è diventato famosissimo negli anni. A Formello sperano che vada a finire meglio, consapevoli di trovarsi davanti comunque un giocatore sicuramente meno problematico e più focalizzato sul campo. Se Inzaghi saprà inquadrarlo nel contesto del campionato italiano e migliorarne i difetti di continuità, la Lazio rischia di aver fatto jackpot un'altra volta.
Capace di debuttare a 17 anni con la prima squadra dei Red Devils, ha sempre avuto la stima dei vari allenatori succedutisi sulla panchina di Old Trafford, ma solo Ole Gunnar Solskjaer, dopo i due prestiti in Liga a Granada e Valencia, gli ha dato davvero fiducia: stagione piena quella passata con 40 presenze totali, di cui 25 in Premier League, ma gli arrivi in rapida successione di Bruno Fernandes e Van de Beek lo hanno reso di troppo.
Alex Ferguson, l'uomo che lo portò a Manchester da teenager dopo averlo visionato dal vivo quando giocava nelle giovanili del Psv, lo battezzó così: "Andreas è un talento incredibile e può diventare quello che vuole, ma deve volerlo lui." Frasi che ancora oggi rispecchiano il trequartista dal doppio passaporto, brasiliano e belga.
Un'investitura che può ricordare da vicino quella che la leggenda scozzese, celebre anche per aver lanciato e forgiato mostri sacri come Beckham e Cristiano Ronaldo, fece per un ragazzino inglese che ha vestito anch'egli il biancoceleste, anche se più famoso per le sue gesta ad Auronzo di Cadore che per quelle all'Olimpico. Il siparietto con cui Sir Alex elogiava Ravel Morrison davanti a gente del calibro di Ferdinand e Rooney, sottolineando di non aver mai visto un 14enne così forte, presenti compresi, è diventato famosissimo negli anni. A Formello sperano che vada a finire meglio, consapevoli di trovarsi davanti comunque un giocatore sicuramente meno problematico e più focalizzato sul campo. Se Inzaghi saprà inquadrarlo nel contesto del campionato italiano e migliorarne i difetti di continuità, la Lazio rischia di aver fatto jackpot un'altra volta.
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