Playoff si, playoff no. La Serie A è determinatissima ad assicurare il regolare svolgimento delle 12 giornate che da calendario mancano per completare la stagione 2019/2020. Se ciò non fosse possibile, il piano B varato dalla Lega della massima serie prevede la già citata soluzione dei playoff, le cui modalità sarebbero ancora tutte da definire. Una soluzione che promette di spaccare il fronte delle società e creare un mare magnum di possibili ricorsi nelle sedi adibite perché c'è chi ha paura di gettare al vento quanto seminato nella prima parte di campionato, e chi teme di essere risucchiato definitivamente dalle sabbie mobili della retrocessione. Ma anche terminando la stagione in corso nella maniera più lineare possibile, l'alternativa playoff/playout potrebbe tornare in auge per il 2020/2021; l'appendice di un torneo ad eliminazione diretta che diminuisca il numero di partite infatti potrebbe risultare utile il prossimo anno, considerando l'incombenza dell'Europeo 2021 e la circostanza che la nuova annata calcistica al netto delle vacanze e della nuova preparazione potrà partire nel migliore degli scenari il 1 Ottobre.
La Repubblica racconta l'idea di una regular season da 19 partite con il solo girone d'andata da disputare (con il problema del fattore campo che avrebbe meno rilevanza visto l'accesso vietato al pubblico), prima di lasciare spazio a un playoff tra le prime 10 della classifica e un playout tra le squadre della parte destra: presumibilmente alle prime quattro sarebbe concesso di entrare nel tabellone solo in un secondo momento per far valere il vantaggio acquisito in termini di punti.
Un format che farebbe storcere il naso a qualche purista del calcio tradizionale; in effetti una soluzione simile è praticata tra i campionati di medio-alta rilevanza solo in Belgio, ma il fatto di partire dall'inizio con delle regole ben chiare e una formula che aumenterebbe la competitività (e magari anche l'audience televisivo), potrebbe persuadere i club di Serie A della bontà di questa ipotesi.
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