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Roma e Lazio, approcci diversi sul taglio degli stipendi


I club del nostro campionato in questi giorni sono impegnati a trovare un accordo in autonomia con i propri tesserati sul taglio degli stipendi, sulla scia di quanto già fatto dalla Juventus. Ciò nonostante la Lega Serie A abbia individuato delle linee guida da seguire sull'argomento, definite altresì irricevibili e vessatorie dall'Assocalciatori. Nella Capitale per il momento vengono seguite due scuole di pensiero diverse. Alla Roma i dialoghi tra la società, i calciatori e lo staff tecnico procedono piuttosto fluidi, con questi ultimi che hanno già espresso pubblicamente la loro disponibilità a fare dei sacrifici. Tra la richiesta della società giallorossa di tagliare interamente le mensilità di Marzo, e la proposta della squadra, di cui il capitano Edin Dzeko si è fatto portavoce, di rinunciare al 60% delle retribuzioni del suddetto mese, ci si dovrebbe incontrare a metà strada, con la possibilità in fase di valutazione di spalmare sulla prossima stagione gli stipendi di Aprile,Maggio e Giugno per alleggerire il prossimo bilancio della Roma. Discorso diverso in casa Lazio dove il confronto sul tema stipendi è in fase decisamente meno avanzata: a Formello si farà un punto della situazione solamente quando riprenderanno gli allenamenti e sarà quindi possibile quantificare con maggiore precisione le perdite finanziarie. L'idea del presidente Lotito però è in linea di massima quella di non chiedere sforzi economici come premio per i propri calciatori per la stagione condotta finora, se non ci saranno tagli dai broadcast sui diritti televisivi, in virtù anche dei conti societari che sono più che in ordine. Il Numero uno biancoceleste infatti vorrebbe preservare quel forte clima di collaborazione e unione di intenti che era stato fondamentale nella cavalcata di 21 risultati utili consecutivi, nella convinzione di riprendere l'assalto allo Scudetto quando il pallone tornerà a rotolare.

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